Data: 21/07/2008
Settore:
Trasporti
RIFORMA DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI, IL GOVERNO AMPLIA LE MODALITA' DI AFFIDAMENTO 'IN HOUSE' - Cade il divieto per gli affidatari diretti di concorrere alla prima gara per l'assegnazione dei servizi gią loro attribuiti» - Il testo del DL 112/08

Sono due le sostanziali novità previste dal ddl di conversione del d.l. 112/2008 sulla riforma dei servizi pubblici locali approvato dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Con un subemendamento promosso dalla Lega, è stato infattti introdotto l'art. 23 bis che in sostanza amplia le deroghe previste per l'affidamento dei servizi offrendo la possibilità di assegnarli a “società a partecipazione mista pubblica e privata, anche quotate in borsa, partecipate dall’ente locale, a condizione il socio privato sia scelto mediante procedure ad evidenza pubblica, nelle quali siano già stabilite le condizioni, le modalità e la durata della gestione del servizio e le modalità di liquidazione del socio al momento della scadenza dell’affidamento del servizio”. In poche parole il testo dell'emendamento prevede che "in deroga alle modalità di affidamento ordinario", quando “peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento non permettono un efficace ed utile ricorso al mercato, l’affidamento può avvenire a favore di: società a capitale interamente pubblico, partecipate dall'ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione in house"  L'altra novità consentirà inoltre ai soggetti già affidatari diretti di servizi pubblici locali di poter concorrere alla prima gara svolta per l'affidamento mediante procedura competitiva a evidenza pubblica dello specifico servizio già loro affidato. “In ogni caso - si legge ancora nel testo - entro la data del 31 dicembre 2010, per l'affidamento dei servizi si procede mediante procedura competitiva ad evidenza pubblica”, ma restano comunque salve “le procedure di affidamento già avviate alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge”.


In questo contesto e alla luce delle novità introdotte dal legislatore, resta alquanto problematica la situazione in Abruzzo dove il recente terremoto politico giudiziario che ha investito la Regione e che porterà, probabilmente entro la fine dell'anno, alle elezioni anticipate, ci consegnerà un quadro avulso da qualsiasi intervento riformatore in materia di servizi pubblici locali. L'Abruzzo, infatti è una delle poche regioni nelle quali l'unico provvedimento legislativo adottato (Legge Regoinale 152/98 - Norme per il trasporto pubblico locale) è stato quello di recepimento del D.Lgs. 422/97. La Regione Abruzzo non ha ancora provveduto a trasferire le risorse umane, finanziarie e strumentali per l’esercizio delle funzioni delegate o attribuite agli Enti Locali; Non ha, inoltre, ancora adottato un Piano Regionale dei Trasporti fermo ancora ad una fase di definizione con le province. Mancano inoltre specifici riferimenti normativi nella fase di programmazione dei servizi di Tpl in ambito regionale e locale. Non sono stati individuati e definiti i “servizi minimi” e  il Programma Triennale dei Servizi (PTS) che costituisce la  successiva elaborazione in termini prospettici. L'Abruzzo è tra le poche regioni che latitano anche per quanto riguarda la costituzione di un’Agenzia per la Mobilità e per l'Osservatorio Regionale dei Trasporti. Insomma un quadro allarmante in una fase davvero incerta che ci priverà dell'interlocutore politico almeno fino alla fine di quest'anno.

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