Data: 29/09/2009
Settore:
Trasporti
IL RITORNO DELLA FILOVIA A CHIETI - Al momento sono solo sette i mezzi circolanti, ma era importante ripartire. Il sindaco Ricci: «Il filobus nel Dna di ogni chietino» - Rassegna stampa - Speciale multimedia (RAI TGR)

Questa volta delle "Iene" nessuna traccia e a pensarci bene non poteva che andare così dal momento che finalmente gli impegni assunti dall'amministrazione comunale di Chieti sono stati rispettati e i tanto agognati filobus sono entrati finalmente in circolazione per le strade cittadine. Al momento è un servizio ridotto sia in termini temporali (dalle 7 fino alle ore 14,15) che di mezzi utilizzati. Soltanto con l'ultimazione del collaudo della tratta da piazzale Martiri Pennesi all'ospedale clinicizzato, la filovia sarà funzionale anche nelle ore pomeridiane.
L'attuale tracciato che collega Chieti alta allo Scalo, da Largo Cavallerizza a Piazza dei Martiri Pennesi, è limitato ad appena 12 km. Sono soltanto due i mezzi messi in circolazione. Una terza macchina entrerà in scena nei prossimi giorni. E nonostante la presenza di pattuglie di vigili urbani, anche all'esordio non sono mancati i soliti problemi legati alle macchine in sosta selvaggia che però di fronte al passaggio di un filobus rendono più complicate le manovre.
«Bisognerà riabituarsi al filobus» ha commmentato a tal proposito Franco Chiacchiaretta, direttore di esercizio della filovia, «in un paio di giorni i cambiamenti verranno metabolizzati dai cittadini».
Come detto sono appena sette i mezzi abilitati alla circolazione che potrebbero arrivare a dieci a partire dalla prossima primavera. Un numero insufficiente a garantire la copertura totale delle corse della linea 1, che è la più frequente ed affollata della città.

Soddisfazione è stata espressa dall'amministrazione comunale e dal Sindaco Ricci «La città - ha affermato il primo cittadini - si è riappropriata di un mezzo di trasporto altamente identificativo, un qualcosa che appartiene al Dna di ogni chietino e che ora sarà condiviso anche dalle nuove generazioni».

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