Data: 13/06/2010
Settore:
Cgil
CGIL IN PIAZZA «NO A QUESTA MANOVRA» - Epifani alla manifestazione: «Colpiti i più deboli, i ricchi non fanno sacrifici». La Cgil "non dice solo no, fa le sue proposte" - Multimedia: L'intervento di Epifani - Rassegna stampa

Una manovra economica è necessaria, ma non quella scritta dal governo: è ingiusta, pagano "i soliti noti" e i redditi alti non fanno sacrifici. L'esecutivo si smentisce, dopo aver sostenuto che la crisi era finita: adesso chi governa deve chiedere scusa e dire la verità sul futuro. In particolare, i lavoratori pubblici pagano "sette volte" con una lunga serie di tagli e congelamenti, insieme all'aumento dell'età pensionabile delle donne. "Sì alla manovra, no a questa manovra", è stato lo slogan di Guglielmo Epifani. Il segretario generale della Cgil, concludendo la manifestazione di oggi (sabato 12 giugno), ha spiegato a Piazza del Popolo perché i provvedimenti del governo contro la crisi sono tutti sbagliati. E cosa bisogna fare: "Non è vero che sappiamo solo dire no, vogliamo le riforme e facciamo le nostre proposte".

I lavoratori pubblici, della scuola e della ricerca - oltre 100mila in tutto - hanno ascoltato l'intervento del leader di Corso Italia, sventolando bandiere e fazzoletti che recitavano "Tutto sulle nostre spalle". Lunghi applausi sono partiti in diversi passaggi. La manovra serve, ha esordito Epifani: "Non si può esporre il paese al rischio di speculazione internazionale con questo debito. Bisogna stabilire nuove regole per la finanza mondiale, i governi devono tassare le transazioni finanziarie a scopo speculativo".

Naturalmente, per affrontare la crisi non si può negare la sua portata. "I nostri governanti non hanno detto la verità: due anni fa Berlusconi e Tremonti affermavano che la crisi stava finendo, l'Italia stava meglio degli altri e non doveva preoccuparsi". Non hanno detto però che un milione di persone rischiava il posto di lavoro: "Devono chiedere scusa al paese. Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna dicono chiaramente che la crisi è dura, solo da noi non si ammette". Invece l'Italia ha gli stessi problemi degli altri: "Non viviamo nel paese delle meraviglie - così Epifani -, anzi abbiamo problemi maggiori a causa del nostro debito. Chi governa non deve dire falsità sul futuro".

Il segretario ha attaccato duramente il governo, spiegando i motivi che rendono la manovra iniqua: "Non è solidale, pagano i soliti e chi ha redditi alti non ci mette un euro. Non contiene riforme. Noi siamo disponibili a fare sacrifici, ma non vogliamo farli da soli. Quando i sacrifici servono - a suo avviso -, si chiedono a chi ha le possibilità, si chiedono di meno a chi non ha lavoro né reddito".

I dipendenti pubblici vengono colpiti "sette volte". Contratti nazionali congelati, blocco degli automatismi già stabiliti, taglio degli organici a partire dai precari sono alcune delle misure. La più odiosa è l'aumento dell'età pensionabile per le donne, a 65 anni dal 2010: "Non è stata voluta dall'Europa - ha detto chiaramente -, la Ue ci ha chiesto una perequazione. Questa però non è una misura di uguaglianza: se uomini e donne nel pubblico sono diseguali in tutto, e diventano uguali solo in un solo punto, accade che la differenza complessiva si accentua". In realtà, vanno in pensione più tardi anche i privati: "La cosiddetta ?finestra mobile' è un modo elegante per dire che devi restare al lavoro". E per il futuro si rischia che "la curva di innalzamento dell'età non si fermerà".

Una "manovra provinciale", l'ha definita Epifani. Non certo di respiro europeo, come si vuole far credere: "Chi guadagna da 100.000 euro a 1 milione di euro, chi ha barche, panfili, tante case o castelli non paga nulla. Se il problema è salvare il paese - si è chiesto -, perché deve pagare sempre e solo chi non riesce ad arrivare a fine mese? È provinciale, nessuno dice che un bidello perderà 3mila euro in tre anni, un portatino 2mila".

Si è quindi soffermato su altri temi vicini al sindacato. Come il ddl lavoro, che il 16 giugno torna in Parlamento dopo il rinvio alle Camere di Napolitano: "La norma sull'arbitrato non è cambiata, accadrà che dopo 30 giorni i giovani e nuovi assunti rinunceranno a un diritto scritto nella Costituzione: il diritto dei lavoratori di ricorrere in giudizio". Poi la richiesta di riforma fiscale, che non si può affrontare con "scudi" di vario genere: "Perché oggi torna la tracciabilità, che il governo aveva cancellato due anni fa? Forse si pensava di fare un favore a chi ha propensione a evadere? Oggi avremmo almeno 8 miliardi che sarebbero rientrati, avremmo chiesto meno sacrifici". Ha ricordato l'Isola dei Cassintegrati, con i lavoratori dell'Asinara che lottano da due mesi contro i tagli. Ha chiesto il rispetto della Costituzione, ricordando l'impegno preso il 2 giugno: "Adesso vogliono cambiare gli articoli 41 e 75, per favore smettetela di dare i numeri".

Infine la rivendicazione del ruolo della Cgil, che terrà sempre "la schiena dritta". "Non sappiamo dire solo no, vogliamo le riforme e indichiamo ciò che si dovrebbe fare. Siamo pronti a dire tanti sì: rigore, serietà, responsabilità, occupazione per i giovani, investimenti, giustizia fiscale, rispetto per anziani e migranti, dignità per il lavoro pubblico privato". Il sindacato pensa che sia possibile "un altro disegno" per il paese, ha concluso Epifani, per questa questo chiama i lavoratori allo sciopero generale di venerdì 25 giugno. La mobilitazione continua.

Pantaleo: distruggono la scuola, saremo inflessibili
"Non siamo disponibili a vedere la scuola ridotta in questo stato". Lo ha detto dal palco il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo: "Se le riforme sono queste, allora se le tengano pure". Duro attacco al ministro dell'Istruzione: "In realtà, la Gelmini disprezza la scuola: l'obiettivo è la privatizzazione totale, i disabili non hanno assistenza, i migranti non hanno diritti". Poi il capitolo sulla manovra: "Vengono tagliati il 50% dei contratti di scuola e università, circa 27mila precari saranno cacciati, si bloccano stipendi e scatti di anzianità. Si distrugge la ricerca pubblica". Pantaleo ha chiesto "una manovra alternativa, che abbia politiche di sviluppo. A pagare devono essere le rendite finanziarie, chi evade le tasse. Perché il governo impegna fondi per costruire gli F35 (aerei militari, ndr), il Ponte sullo Stretto, le centrali nucleari? Non ci stiamo a distruggere il paese - ha concluso -, per questo saremo inflessibili".

Dettori, lavoratori pubblici perdono 3mila euro in 4 anni
"Siamo onorati di rappresentare un ostacolo a questo governo, per non permettergli facilmente di fare a pezzi il lavoro e i diritti". La nuova segretaria della Fp Cgil, Rossana Dettori, ha ringraziato tutti i partecipanti alla manifestazione. "In questo senso, lo slogan ?Tutto sulle nostre spalle' diventa positivo: ci assumiamo volentieri la responsabilità di difendere le tutele". Questa piazza, a suo avviso, è "un messaggio al presidente del Consiglio, per la democrazia e per la legalità. La manovra è l'ennesimo attacco alla Costituzione, un disegno maligno con il solito tratto evidente che è l'attacco all'universalità dei diritti". Arrivano fischi quando viene pronunciato il nome di Berlusconi. Una manovra, ha proseguito, che "mette le mani nei nostri portafogli, cancella le speranze di miglioramento per noi e i nostri figli. I lavoratori pubblici perdono 3mila euro nei prossimi quattro anni. L'aumento dell'età pensionabile per le donne è profondamente ingiusto". Infine si è rivolta a Cisl e Uil, con un'altra lunga tornata di fischi dalla piazza: "Non delegittimate la mobilitazione, la partecipazione, i lavoratori. Perché così facendo delegittimate solo voi stessi".

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