Data: 03/11/2010
Settore:
Cgil
CGIL, SUSANNA CAMUSSO E' LA NUOVA SEGRETARIA GENERALE - L'ha eletta il direttivo. Su 162 hanno votato in 158 (97,5%): i sì sono stati 125 (79,1%) - Rassegna stampa - Multimedia: la conferenza stampa

Susanna Camusso è la nuova segretaria generale della Cgil. È la prima donna nella storia centenaria della Confederazione generale del lavoro a ricoprire il più alto incarico. Una sala emozionata del Centro Congressi di via dei Frentani l'ha salutata questa mattina con grande partecipazione. Una svolta storica e perfino un po' tardiva, ha commentato Guglielmo Epifani, il segretario generale uscente che l'ha indicata come suo successore. 'Sarò la segretaria di tutta la Cgil', ha detto invece Susanna Camusso (qui la sua relazione sul programma, pdf) che è riuscita con qualche difficoltà a contenere la sua emozione. Il voto finale del direttivo le ha dato pienamente fiducia, anche se prima dell'inizio delle operazioni di voto (segreto) l'intervento di Gianni Rinaldini aveva anticipato il voto contrario della minoranza congressuale della 'Cgil che vogliamo'.

Ecco i risultati finali di cui Morena Piccinini ha dato lettura poco prima delle 13 di oggi: 125 sì, 21 no e 12 astenuti. Su 162 membri del direttivo hanno votato in 158, ovvero il 97,5%. I voti favorevoli a Camusso, fino a ieri vicesegretaria e segretario generale designata appunto dallo stesso Epifani, sono stati il 79,1% del totale. La percentuale dei no si attesta sul 13,3%, mentre la percentuale degli astenuti è pari al 7,6%. Per la prima volta nella storia centenaria della più grande organizzazione sindacale italiana, la Cgil ha dunque una donna come segretario generale. Il voto finale del Comitato direttivo ha dato fiducia a Susanna Camusso. Al voto di oggi si era arrivati con una consultazione tra tutti i 162 membri del direttivo che aveva dato come esito: 135 voti favorevoli alle indicazioni di Epifani, 3 astensioni (compresa ovviamente quella della stessa Camusso) e 23 sospensioni di giudizio che poi si sono trasformati oggi in 21 voti contrari.

'Ci attende un compito difficile': questo il primo saluto di Camusso al direttivo. 'Il compito che avrò, insieme alla segreteria, è essere un punto di direzione di tutto e per tutti', contando 'sulla lealtà' come tratto distintivo. 'Il mio sforzo è che la fiducia diventi un punto di riferimento', a partire dalla solidarietà'. Ci aspetta 'una stagione difficile, dobbiamo pensare ai lavoratori e alle lavoratrici che si attendono da noi una risposta'.

Per Epifani il fatto che ci sia una donna al vertice del sindacato rappresenta davvero un fatto storico per la Cgil, ma anche per tutto il paese. 'Con questo voto - ha detto Epifani - diamo un segnale preciso e colmiamo un ritardo che non era più accettabile proprio nel momento in cui un grande paese come il Brasile affida la sua guida a una donna'. Per il segretario uscente - che ora andrà a presiedere la Fondazione Bruno Trentin - Susanna Camusso sarà una 'grande segretaria generale. Ne ha tutte le qualità e saprà affrontare con forza le grandi sfide che abbiamo di fronte nel bel mezzo di una delle più gravi crisi economiche degli ultimi 80 anni. A Susanna Camusso spetta un compito difficilissimo, ma di altissima responsabilità - ha spiegato Epifani - soprattutto perché il paese ha bisogno di noi, ha bisogno della Cgil'.

Epifani ha ripercorso tutte le principali tappe del suo doppio mandato (otto anni) alla guida della Cgil. Un sindacato, secondo Epifani, 'che ha saputo tenere la barra dritta, è stato coerente con i suoi valori, ha saputo dare battaglia contro le divisioni che ha dovuto subire'. Nel corso dei due mandati di Epifani, la Cgil ha organizzato e gestito 12 scioperi generali (di cui tra l'altro molti unitari). Ci sono stati due Congressi, la Conferenza di organizzazione, tante altri appuntamenti politici che hanno consentito - ha detto sempre Epifani - 'alla confederazione di Corso d'Italia di stare sempre in campo'.

Epifani ha rivendicato anche le scelte dell'organizzazione, tra cui quella di non firmare l'accordo sul modello contrattuale. A differenza di certe interpretazioni che sono circolate in queste ore (Dario Di Vico ha scritto per esempio sul Corriere della Sera che in un'intervista all'Unità Epifani avrebbe fatto autocritica sulla scelta di non firmare), Epifani ha invece ribadito che la scelta è stata giusta. 'Ora però si tratta di riconquistare il diritto alla contrattazione. E bisogna lavorare alla riunificazione del sindacato confederale. Non sarà facile - ha detto Epifani - anche perché non sono della Cgil le responsabilità delle rotture. Ma la Cgil è in campo ed è un punto di riferimento per milioni di lavoratori e di cittadini. Per questo sarà necessario ripartire dal lavoro, dalla sua dignità e moralità, come ha detto l'ex presidente Ciampi nel suo libro (Non è questo il paese che sognavo), dove si parla dello smarrimento dei valori fondanti della sobrietà, della misura, dell'etica della responsabilità'. 'Oggi vi saluto - ha concluso Epifani - con una speranza laica e con un atto di fede nei nostri valori'.

La mattinata
'Grazie al direttivo, grazie a tutti coloro che mi hanno sostenuta e che mi danno fiducia, ma grazie anche a chi mi ha votato contro. Io sarò la segretaria di tutti e lavorerò per la lealtà e la solidarietà dei gruppi dirigenti', ha detto Susanna Camusso subito dopo la notizia della sua elezione. Secondo la nuova segretaria generale, dovrà essere proprio la fiducia il punto di riferimento principale del lavoro dei prossimi anni. Il problema di una Cgil unita e di un lavoro per ricostruire l'unità sindacale anche con Cisl e Uil erano d'altra parte stati il filo conduttore del suo discorso programmatico prima del voto del direttivo. 'Si deve valorizzare il modo di essere della Cgil, grande, solidale e collettiva in un momento in cui - come è evidente a tutti - il sindacato è sotto attacco, ma è soprattutto sotto attacco il principio della rappresentanza collettiva degli interessi dei lavoratori. Il problema più grave - ha detto Camusso, una donna che nel sindacato non ha mai dimenticato le battaglie di genere -, è oggi la disoccupazione giovanile e l'emarginazione di migliaia di donne dal mercato del lavoro. Una situazione dovuta alla crisi, ma amplificata dai gravi errori del governo Berlusconi che non ha fatto altro che aumentare le disparità sociali. Il governo ha lavorato per mettere gli uni contro gli altri'.

Ora secondo Camusso è arrivato il momento di voltare pagina e la Cgil si propone come protagonista della battaglia contro un declino che è diventato degrado. Si tratta di lavorare per ricostruire l'agenda delle priorità è già c'è un segnale positivo dal fatto che non sono più i ministri del governo a dettare l'agenda, ma le parti sociali. Si dovrà ripartire da lì. E il prossimo appuntamento è quello della grande manifestazione del 27 novembre prossimo. Dopo quella data, in base alle risposte che verranno fornite, si deciderà come proseguire la mobilitazione. Lo sciopero generale va costruito con attenzione e deve essere il frutto di una partecipazione sempre più larga dei lavoratori anche perché è necessario valutare come la crisi sta incidendo anche sulle forme di lotta. In ogni caso al centro della segreteria Camusso ci sarà la contrattazione. Lo ha ribadito la neoeletta in moltissimi passaggi del suo discorso. Si può dire che è stato il vero filo conduttore: la Cgil della Camusso sarà il sindacato dei diritti e della rappresentanza, sarà il sindacato delle regole e non delle deroghe. Sarà il sindacato che dovrà riconquistare un nuovo modello contrattuale.

L'applauso e il benvenuto al nuovo segretario generale sono stati pressoché all'unanimità, anche se la minoranza congressuale della 'Cgil che vogliamo' si è espressa negativamente. A nome della minoranza ha parlato infatti, subito dopo il discorso di Camusso e prima del voto, Gianni Rinaldini, ex segretario della Fiom e ora portavoce della minoranza. 'Noi avevamo sospeso il giudizio durante la consultazione dei saggi, in attesa del discorso della Susanna - ha spiegato Rinaldini - oggi dico che non sono d'accordo e ricordo che sui tavoli con Confindustria si sta discutendo un documento che il direttivo della Cgil non ha mai votato'. Per Rinaldini si sta rischiando di andare ad una svendita sui temi della produttività. Si tratta - ha detto Rinaldini - di una scelta che avrà conseguenze gravi per la vita interna della nostra organizzazione.
(Tratto da www.rassegna.it)

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