Data: 02/03/2013
Settore:
Trasporto pubblico locale
I DIRIGENTI ARPA ROMPONO LE TRATTATIVE: OFFESI DALLO SCIOPERO CHE METTE IN DISCUSSIONE LE LORO LAUTE POLTRONE - Intanto il Cda accelera sulla privatizzazione della Società Sistema - Preleva lo stato di agitazione Arpa - Stato di agitazione Società Sistema - Il comunicato unitario sindacale

Non l'hanno presa affatto bene i Dirigenti di Arpa. La riproclamazione da parte dei sindacati dello sciopero di 24 ore per il 22 marzo 2013 (con annessa astensione delle prestazioni straordinarie) nell'ambito della vertenza regionale per la costituzione dell'azienda unica di trasporto locale e per la definizione del bacino regionale, ha irritato la Dirigenza dell'azienda con il Direttore Valentini in testa (nella foto) al punto da far saltare un'importante riunione nella quale si sarebbe dovuto discutere tra l'altro di detassazione del salario di produttività ma anche di fabbisogno dell'organico.

IL DIRETTORE GENERALE DI ARPA «PER QUANTO CI RIGUARDA, LA RIUNIONE FINISCE QUA» - Ore 10: Distretto Arpa di Chieti in Via dei Peligni. Le Segreterie Regionali, convocate per un incontro programmato ormai da alcune settimane, si sarebbero aspettate di tutto tranne che i Dirigenti interrompessero unilaterlmente le relazioni sindacali prentendo a pretesto motivazioni che nulla hanno a che fare con le argomentazioni che si sarebbero dovute discutere. Tralasciando alcune accuse pesanti e gratuite che sono state rivolte alle Organizzazioni Sindacali, quello che sostanzialmente ha fatto infuriare l'ing. Valentini è stato unicamente (?) la decisione delle segreterie regionali di abbinare allo sciopero regionale di 24 ore anche l’astensione per cinque giorni da tutte le prestazioni straordinarie fenomeno che – a parere del Direttore Generale – determinerebbe danni ingenti all’economia e all’immagine aziendale. «Per quanto ci riguarda, la riunione finisce qua», con questo laconico annuncio la delegazione aziendale ha lasciato il tavolo di fronte allo sbigottimento degli intervenuti.

REAZIONI SCOMPOSTE DI CHI VEDE NELL’AZIENDA UNICA IL PERICOLO DI DOVER RINUNCIARE A POLTRONE E PRIVILEGI - Ormai è noto: I Dirigenti delle aziende di trasporto interessate al processo di fusione, vuoi per un motivo vuoi per un altro, chi in maniera più esplicita e chi meno, si sono sempre dichiarati poco propensi per non dire ostili all’unificazione di Arpa, Gtm e Sangritana. Una reazione per alcuni versi comprensibile da parte di chi teme di perdere poltrone, incarichi e privilegi. Con una nuova realtà aziendale auspicabilmente avulsa dal diretto controllo politico e con una “governance” diversa dall’attuale, sarebbe alquanto complicato infatti per questi signori, trovare un Cda disposto a riconoscere interessanti MBO (management by objectives) anche quando questi obiettivi sono tutt’altro che raggiunti e, soprattutto, quando i bilanci aziendali si chiudono in rosso e non di poco. In definitiva sembra quasi che per i dirigenti presenti nelle tre aziende di trasporto la crisi economica, almeno per loro, non sia una realta e anche quando lo stesso legislatore, come è stato nel caso dell’art.67 della Legge Finanziaria Regionale 2011, decide di intervenire per ridimensionare i trattamenti economici complessivi spettanti al direttore e ai dirigenti delle aziende di trasporto pubblico locale e di cui la Regione Abruzzo è socio unico, ci pensa la Corte Costituzionale a ripristinare le vecchie condizioni, dichiarando l’illegittimità del provvedimento. Nello specifico il suddetto art.67 aveva previsto che a decorrere dal 1° gennaio 2011 e sino al 31 dicembre 2013 i trattamenti economici dei direttori e dei dirigenti, qualora superiori a 90.000,00 € lordi annui dovessero essere ridotti del 5 per cento per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000,00 €, nonché del 10 per cento per la parte eccedente 150.000,00 €. (Preleva la sentenza 223/2012 della Corte Costituzionale)

ARPA ACCELERA SULLA PRIVATIZZAZIONE DI SISTEMA - Nel silenzio tombale delle Istituzioni Regionali, sebbene siano state minuziosamente e costantemente rendicontate di quanto sta accadendo, Arpa Spa, in qualità di società capofila, si appresterebbe a dismettere rami produttivi dell’impresa sin qui esercitati dalla Sistema Spa. Dette attività in dismissione sono tra l’altro strategiche per l’intero sistema dei trasporti regionale rispetto al quale proprio in questi in giorni è aperto, come è noto, un confronto con il Governo regionale. Evidentemente la volontà di privatizzare di Arpa va oltre qualsiasi logica e nemmeno il tavolo Istituzionale convocato appositamente dalla Regione per dirimere i dubbi sull’applicabilità delle norme previste dall’art.4 della Legge 135/2012, sembra scalfire l’obiettivo primario della società guidata dal Presidente Cirulli. Anche in questa circostanza, l’immobilismo della Regione e dell’Assessorato ai trasporti non è affatto tollerabile. Le elezioni sono ormai dietro l’angolo e sarebbe opportuno che la politica tornasse ad occuparsi della cosa pubblica, trasporti compresi. Lo stesso Presidente di Arpa dovrebbe spiegarci come sia possibile che una società per azioni nella quale Arpa è presente come principale azionista e della quale beneficia di importanti servizi, non abbia ancora reso noto il piano d’impresa che dovrebbe costituire lo strumento di risanamento di una già precaria situazione aziendale.

I SINDACATI AVVIANO LE PROCEDURE DI RAFFREDDAMENTO PER ARPA E SISTEMA - Preso atto della indisponibilità dei vertici aziendali di Arpa a proseguire la trattativa (come scritto in precedenza) le Segreterie Regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl trasporti hanno avviato le procedure di raffreddamento e conciliazione. Tra le motivazioni trasmesse anche al Prefetto di Chieti ed all’Assessorato ai trasporti, figura anche la volontà del Cda di Arpa a procedere in una serie di iniziative di esternalizzazione di attività sin qui svolte dalla Società Sistema. Ovviamente l’apertura delle procedure di raffreddamento è stata estesa anche alla stessa Società Sistema presieduta da Giuliano Gambacorta.

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