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Data: 05/12/2012
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Arresti in Provincia - «Ha favorito il marito della sua ex moglie» In viaggio con le escort straniere Per l’auto blu paga la Provincia dell'Aquila

L’AQUILA A due giorni dall'arresto del direttore generale della Provincia dell'Aquila, Valter Angelo Specchio, emergono nuovi dettagli sull'uso che l'alto dirigente faceva, nel tempo libero, dell'auto di servizio e della carta carburante in dotazione all'amministrazione provinciale. L'inchiesta della Procura sui lavori di messa in sicurezza anti-sismica assegnati dalla Provincia dell'Aquila per le scuole di Avezzano e Sulmona vede anche il coinvolgimento di Giancostantino Pischedda, procuratore speciale di una impresa di Cagliari, e Franco Rossano Palazzo, legale rappresentante di una società di impianti tecnologici con sede a Foggia. Nelle 135 pagine di ordinanza il Gip Gargarella scrive che Specchio utilizzava l'auto blu per scopi personali. Il 24 maggio 2012, si legge nelle decine di pagine di intercettazioni ambientali e telefoniche, il dirigente passa a prendere sulla costa due donne di nazionalità romena, escort di professione. Nel loro viaggio, sempre a bordo dell'auto blu, Specchio si ferma dal benzinaio per fare carburante, indicando il pin della fuel card di servizio all'addetto al rifornimento. L'auto riparte e il dirigente inizia a pianificare con le due donne, e in particolare con Magdalena Ioana Musorai, detta Lena, due viaggi, a Berlino e a Venezia. «Allora martedi andiamo a Venezia», dice Specchio alla donna nell'intercettazione ambientale. «Sì», risponde lei. «Poi per Berlino mi devi dare il nome per il ticket - prosegue il direttore -, io il 9 già sono lì per motivi di lavoro, magari mi raggiungi con l'aereo». Il 29 maggio Specchio passa a prendere la escort che chiede di portare con loro anche un'amica, ottenendo il consenso dal dirigente. Salgono nell'auto di servizio quindi Lena e la sua amica Ida. L'auto blu parte in direzione di San Benedetto del Tronto dove Specchio passa a prendere il suo amico Armando Rampini, per andare insieme a Venezia. A finire in manette con l’alto dirigente, anche se ai domiciliari, anche Franco Rossano Palazzo, titolare della «Icasystem srl», che avrebbe dovuto fornire le apparecchiature informatiche all'ente amministrato da Specchio per il monitoraggio on-line dei cantieri. Servizio peraltro mai effettuato. Ascoltato come testimone, Palazzo dice di aver conosciuto Specchio nel 2010, per rapporti esclusivamente istituzionali. Una dichiarazione falsa, visto che Specchio altro non è che l'ex marito dell'attuale moglie di Palazzo, e padre di Domenico, inserito come figliastro nello stato di famiglia di Palazzo stesso. Ancora una volta dunque, affari pubblici e privati si mescolano insieme dando vita ad una serie di illeciti, visto che l'affidamento alla Icasystem di Palazzo è avvenuta con verbale di somma urgenza e non con un appalto pubblico. «Non si possono fare graduatorie sulle organizzazioni malavitose più pericolose. Noi, comunque, siamo molto attenti ma dovrebbero farlo tutti, a partire dai cittadini. In fondo sono loro i committenti di appalti privati milionari e devono essere vigili a fare scelte giuste». Questo il commento di Stefano Gallo, che ha firmato insieme ai pm Roberta D'Avolio e David Mancini le tre ordinanze di custodia cautelare. Non sono mancate le reazioni politiche al terremoto giudiziario che ha investito l'ente provinciale. «È veramente inquietante il quadro che emerge dalle indagini della magistratura - afferma Stefania Pezzopane, consigliera provinciale del Pd -. L’ente è stato trasformato in un postribolo». Il parlamentare Daniele Toto (Fli) ha sottolineato che «la vicenda è la plastica rappresentazione di quanto abbiamo paventato da tempo».

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