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Pescara, 29/03/2024
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Data: 02/07/2013
Testata giornalistica: Prima da Noi
Aeroporto di Preturo, quasi 1 milione di fondi pubblici per lo scalo dai mille dubbi. Paradigma nazionale dello spreco di risorse

ABRUZZO. Nel periodo di forte crisi i tagli sono di moda a causa delle scelte scellerate del passato.
Così da tempo si parla di chiusura «degli aeroporti minori» ed in pole position c’è proprio quello de L’Aquila (aeroporto di fatto che macina zero passeggeri al momento) mentre è a rischio persino quello di Pescara che arriva a circa 500mila passeggeri l’anno.
Nelle ultime settimane si sono riaccesi i riflettori sulle vicende aeroportuali abruzzesi e nella fattispecie su quello di Preturo con un servizio di Report che ha evidenziato qualche mistero ed ha fatto pensare a scommesse di denaro pubblico poco lungimiranti.

Il nuovo gestore dello scalo la X-press ha subito reagito indicendo per mercoledì una conferenza stampa a Roma che si preannuncia in grande stile, con tanto di servizio navetta per i giornalisti. Curiosa la sede della conferenza stampa che forse vuol far pensare che il piccolo scalo abruzzese ha buoni santi nel paradiso romano.
Si preannunciano voli per l’estate (che nel frattempo è già iniziata) mentre negli scorsi giorni era stato avviato un sondaggio che avrebbe dovuto coinvolgere gli utenti dello scarno sito istituzionale sulle mete preferite da lanciare.

Il problema infatti è solo uno: non ci sarebbe nulla da ridire se imprenditori privati volessero liberamente scommettere su un aeroporto e rilanciarlo rischiando in proprio e ancorando tutto sulle loro convinzioni più o meno esatte. Invece in Italia si fanno bandi pubblici per privatizzare lo scalo, come nel caso de L’Aquila, per poi far fare collette agli enti pubblici come Regione, Comune, Provincia e dare una mano al privato. La stessa cosa succede anche a Pescara dove la Saga è formalmente pubblica ma di diritto privato. L’obbligo di riempire i buchi di bilancio da parte del pubblico non cambia.
Il presidente della X-press, Giuseppe Musarella, società che oggi si è aggiudicata la gestione dello scalo di Preturo, intanto assicura di lavorare sodo per far finalmente decollare lo scalo aquilano e portarlo a livelli accettabili che possano far ricredere l’Enac ed il ministero e lasciarlo in vita ancora per un po’.

Sta di fatto che gli esperti dicono che per poter mantenere in efficienza uno scalo occorrono almeno un milione di passeggeri: è questo il flusso minimo vitale per giustificare un aeroporto. Se i passeggeri sono di meno lo scalo sarà in perdita e poco appetibile per le compagnie anche perché il grosso problema è la concorrenza. Si ingenera così la guerra tra poveri, ovvero tra i moltissimi scali che negli ultimi 20 anni la politica ha voluto far nascere come funghi. Un modo come un altro per macinare fondi e acchiappare consensi elettorali (anche se gli aerei non decollano).
Il metodo per capire se un aeroporto vale e può trovare uno sviluppo futuro è capire e valutare il suo bacino d’utenza tracciando un raggio di 100 chilometri. Quanta gente vive nel raggio di 100 chilometri da Preturo? Non abbastanza da poter ragionevolmente ipotizzare, nelle migliori delle ipotesi, un traffico superiore ai 200mila passeggeri l’anno.

Senza contare che strutturalmente lo scalo ha forti limiti, se non altro orografici: le montagne intorno non si sposteranno e le condizioni meteo non sempre favoriscono il traffico aereo.
Allora tutto giusto: se il privato davvero crede a quello che dice sullo sviluppo futuro che sia lui a investire.
Di tutto questo però la politica non sembra preoccuparsi preferendo spingere risorse pubbliche e investimenti milionari.

Così come accadde nel 2009 quando sullo scalo piovvero risorse pubbliche segrete per allestire il tappeto rosso per il G8 e furono svolti lavori importanti attraverso la protezione civile. Quei fondi vennero giustificati con il fatto che in futuro lo scalo si sarebbe sviluppato e sarebbe cresciuto. Invece gli unici velivoli che sono atterrati sono stati gli elicotteri dei potenti durante il G8 e l'aereo di Mario Monti presidente del Consiglio per una visita alla città terremotata. Per di più sono stati necessari acneh ulteriori lavori di adeguamento...

Intanto la Regione Abruzzo ha decretato che la X-press può ricevere finanziamenti nell’ambito del bando “lavorare in Abruzzo 3” pur in presenza di uno scalo congelato e immobile.
Vanno bene 880 mila euro per la creazione di 60 posti di lavoro, un numero che alla Regione appare congruo ma che qualcuno potrebbe davvero essere sovradimensionato di molto.
Nei prossimi giorni Musarella dirà e traccerà la linea per il futuro per il “suo” aeroporto e si vedrà. Nel frattempo i lavori di adeguamento stanno per terminare in attesa del primo volo inaugurale.

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