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Pescara, 29/03/2024
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Data: 21/02/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Esclusivo - Ryanair conferma l’abbandono di Pescara: «I dipendenti scelgano dove andare». Lettera ai dipendenti che avranno tempo fino a domani per indicare le basi preferite

ABRUZZO. Mentre è in atto un assedio “diplomatico” e politico alla compagnia irlandese che ha minacciato di tagliare rotte e basi, arriva una comunicazione ufficiale inviata a tutti i dipendenti Ryanair della base abruzzese che sembra non lascerebbe spiragli positivi.

La missiva è firmata da Robert Wall, manager Ryanair, il quale aveva inviato in Abruzzo i suoi delegati Mick Hickey, Leslie Mulcahy e Declan Ryan lo scorso 2 febbraio per incontrare il personale in una visita lampo piombata a ciel sereno (ma anticipata da PrimaDaNoi.it) per ufficializzare il taglio di rotte e la chiusura della base aperta nel 2009.
Questa volta PrimaDaNoi.it è in grado di rivelare la comunicazioni interna che non fa che confermare la linea annunciata a livello nazionale di dimagrimento di rotte e invita i dipendenti a scegliere tre basi di preferenza per il loro futuro trasferimento che dovrebbe essere operativo dal 1° novembre prossimo, dunque tra nove mesi.
L’invito cortese, datato 17 febbraio, dà tempo fino al 21 febbraio (appena 4 giorni per riflettere) per indicare i tre luoghi di preferenza e per i quali, però, ovviamente non vi è certezza, nel senso che sarà la compagnia irlandese a stabilire le nuove sedi per i circa 40 dipendenti diretti tra assistenti di volo e piloti.
Nella missiva si ribadisce ancora una volta la motivazione ufficiale comunicata per la futura dipartita e cioè l’aumento delle tasse sui passeggeri, l’addizionale comunale che tanto avrebbe inciso sui bilanci della società leader del low cost.
Entro il prossimo 31 marzo la compagnia comunicherà le rispettive sedi assegnate per dar modo a tutti di organizzarsi visto che si tratta di un trasferimento che comporterà non pochi disagi.
Tra i 40 dipendenti, infatti, molti sono abruzzesi radicati in regione, altri sono di fuori ma da anni avevano fatto investimenti e la loro famiglia si è nel frattempo integrata, il che significa ora scegliere tra lasciarla qui e iniziare un lungo e faticoso lavoro a distanza, oppure trasferire anche le famiglie nella nuova sede lavorativa con una serie di ripercussioni facilmente intuibili.
Il fatto è che in molti si attendono un segnale forte della politica che a breve potrebbe ufficializzare una propria offerta in linea con le nuove normative, il tutto per scongiurare le decisioni prese e rese operative.
La verità, però, è che è in atto una vera e propria strategia di riorganizzazione che sta spingendo gli irlandesi ad ottimizzare i costi in vista di minori entrate, chiudendo basi secondarie e minori per concentrare il tutto in pochi hub più importanti. Si parla poi di aggressione di nuovi mercati, uno di questo potrebbe essere l’America che potrebbe fornire a Ryanair nuova linfa grazie anche al favore di leggi un po’ diverse in materia di concorrenza.
Poi ci sono gli spazi della periferia del mondo, che sia l’Africa o l’Est Europa o la Russia dove pare che gli irlandesi vogliano sfondare per compensare le minori entrate dall’Europa che impone i vincoli molto severi sulla contribuzione pubblica.
Il tutto in attesa che il pressing della politica abbia gli effetti sperati e cioè l’ipotesi di riconsiderare il concetto degli aiuti di stato per renderli almeno in parte possibili e garantire mobilità senza barriere di censo e ricchezza agli europei.
Ma bisogna fare presto, quale che siano le proposte dell’Italia devono arrivare in meno di un mese perché se saranno rese completamente operative le scelte paventate poi non sarà più possibile un ritorno al passato.
Alessandro Biancardi

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