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Data: 27/04/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cresce il numero di laureati ma restiamo in coda alla Ue

ROMA Pochi laureati e tanti dispersi, tra i banchi di scuola. Gli studenti italiani non riescono proprio a conquistarsi un posto di rilievo sulla vetta d'Europa e restano invece sempre in coda alle classifiche, soprattutto in base al numero di lauree conseguite. I dati, relativi al 2016, arrivano da un rapporto Eurostat che posiziona infatti l'Italia penultima in Europa per numero di laureati tra i 30 e i 34 anni. Riesce a superare solo la Romania, compiendo un piccolo balzo in avanti rispetto allo scorso anno quando era proprio ultima.

I DATI In Italia quindi, nella fascia di età 30-34 anni, i laureati sono il 26%, una percentuale decisamente bassa rispetto alla media dell'Ue del 39,1%, senza considerare i primi della classe come la Lituania, con il 58,7% di laureati, il Lussemburgo con il 54,6% e Cipro con il 53,4%. Peggio degli italiani, seppur di poco, solo i romeni con il 25,6% di titoli universitari. E così l'Italia, rispetto agli altri Paesi europei resta decisamente indietro in vista dell'obiettivo di Lisbona, per il 2020, che fissa la soglia dei dottori al 40%. Un traguardo a portata di mano per la media europea ma ancora irraggiungibile per i trentenni italiani. Anche se, rispetto a 15 anni fa, i progressi ci sono stati: nel 2002 infatti i trentenni italiani laureati erano il 13,1%, oggi con il 26,2% sono esattamente raddoppiati. Resta invece in linea con quasi tutti gli altri Paesi europei, ad esclusione della Germania, il dislivello tra uomini e donne che conseguono la laurea: in Italia infatti sono le donne a laurearsi in proporzione maggiore rispetto agli uomini, con una quota del 32,5% contro il 19,9% maschile. Restiamo agli ultimi posti dell'Unione europea per quanto riguarda il contrasto alla dispersione scolastica: l'Italia infatti si piazza al quinto posto tra i peggiori risultati, superando solo Portogallo, Romania, Spagna e Malta. Tra gli studenti italiani con un'età compresa i 18 e i 24 anni, infatti, ben il 13,8% non ha raggiunto il diploma di scuola superiore. Anche in questo caso, si tratta di un passo in avanti importante, registrato negli ultimi dieci anni: nel 2006, ad esempio, la percentuale dei giovani sotto i 24 anni, che non avevano conseguito il diploma di scuola superiore, era del 20,4%. Un risultato migliore di quello raggiunto da paesi come Malta, Spagna, Romania, Portogallo. Ma quasi il 14% di dispersione scolastica, vale a dire un ragazzo su 7 che non completa gli studi, resta comunque un dato troppo alto soprattutto rispetto all'obiettivo di Lisbona fissato al 10%.

I PIÙ VIRTUOSI Senza contare il confronto con i Paesi più virtuosi come la Croazia ferma al 2,8%, la Lituania al 4,8%, la Slovenia al 4,9% e la Polonia al 5,2%. Anche in questo caso sono le studentesse a raggiungere obiettivi migliori, distanziando i colleghi maschi di 5 punti percentuali: l'abbandono scolastico, tra le donne sotto i 24 anni, è dell'11,3%, contro una percentuale maschile che schizza al 16,1%.

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