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Pescara, 19/04/2024
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Data: 08/12/2017
Testata giornalistica: Il Centro
L'Abruzzo recupera occupazione. Il numero degli addetti sale a 512 mila, con un tasso di disoccupazione che scende al 9,6%. Ma c'è troppo precariato

PESCARA L'Abruzzo torna a sfiorare i livelli d'occupazione pre-crisi: supera la soglia psicologica dei 500mila occupati (per la precisione sono 512 mila: 312 mila gli uomini e 200 mila le donne) e riduce a una sola cifra (9,7 per cento) la disoccupazione. I dati diffusi dall'Istat sul terzo trimestre 2017 sono decisamente in controtendenza rispetto ai due trimestri precedenti. La variazione degli occupati è del +6,4 per cento (restano da recuperare tremila posti di lavoro rispetto al 2008). Con servizi e manifatturiero in testa alla crescita, mentre soffre ancora l'edilizia. Di problematico c'è la qualità dell'occupazione: a tempo determinato e con livelli salariali bassi. «Il dato ha profili interessanti», commenta l'economista Giuseppe Mauro, «perché c'è un andamento trimestrale sempre crescente nel corso del 2017; perché si supera ampiamente, per circa 30mila unità, lo stesso periodo del 2016, e, la cosa più importante, sommando i primi nove mesi del 2017 si va a raggiungere il livello occupazionale del 2016, recuperando la forte perdita nei primi trimestri». In questo dato, rileva Mauro, «c'è la testimonianza diretta che la caduta del Pil dello 0,2 per cento nel 2016 è da attribuire a fenomeni di carattere congiunturale come il terremoto e il maltempo». E questo trimestre dimostra, sempre nell'analisi dell'economista, «che l'Abruzzo si conferma "regione aperta". Ossia, che la traiettoria di crescita a livello nazionale ha trascinato anche la nostra regione». Ora si tratta di consolidare questo percorso, dice Mauro, e in particolare «di trasformare l'ampio precariato che si annida nei settori cui si registra la crescita più forte in lavoro più stabile». Esprime soddisfazione anche l'assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci: «Va sottolineato che gli occupati in Abruzzo erano 459 mila nel giugno 2014, al momento del nostro insediamento, dunque da allora abbiamo recuperato 53.000 posti di lavoro. Altri ancora ne verranno creati grazie al Masterplan )la cui piena concretizzazione conoscerà un'accelerazione decisiva nel corso del 2018 con l'apertura dei cantieri), al Patto per lo Sviluppo e attraverso l'ulteriore emanazione dei bandi per i fondi europei».A livello nazionale la crescita dell'occupazione è stata dell'1,3 per cento, con un numero record di nuovi contratti a tempo determinato. Infatti, se tra luglio e settembre nel Paese sono stati creati 79 mila posti rispetto ai tre mesi precedenti, il merito va esclusivamente a dipendenti a tempo determinato (+101 mila), mentre i fissi risultano stazionari e gli autonomi in calo. Il confronto su base annua degli occupati fa registrare un aumento ancora più deciso, di 303 mila unità, ma anche qui il merito va ai precari. Che raggiungono un nuovo massimo, segnando un boom rispetto allo scorso anno: 2,8 milioni. Il Paese ha riconquistato «un segno positivo», ha commentato il premier Paolo Gentiloni. E parlando dei posti in più ha sottolineato: «Sappiamo tuttavia che la loro qualità è sempre esposta al rischio della precarietà». Da qui, ha aggiunto, «lo sforzo» per rimettere in moto «i consumi» e in generale la domanda interna.

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