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Pescara, 29/03/2024
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Data: 15/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Berlusconi punta su Tajani. Il leader di Forza Italia avverte la Lega e Fratelli d'Italia: «Non dicano di no»

ROMA L'economia italiana lo scorso anno è cresciuta dell'1,4%, il tasso più alto dal 2010. La stima dell'Istat è provvisoria ma se confermata, e tra due settimane si saprà, risulterebbe un po' sotto le indicazioni sia del Governo che di Bruxelles (+1,5%). D'altra parte negli ultimi tre mesi il Prodotto interno lordo ha rallentato, salendo dello 0,3%, meno delle attese e a un ritmo dimezzato rispetto alla zona euro, che sale dello 0,6%. Non a caso ci piazziamo negli ultimi posti della classifica Ue. Archiviato, o quasi, il 2017, l'attenzione è tutta sul 2018, che grazie al quattordicesimo rialzo consecutivo non partirà da zero, potendo contare su un'eredità che vale mezzo punto percentuale. Ma per il segretario del Pd, Matteo Renzi, bisogna puntare più in alto: «Dobbiamo arrivare al 2%». Di certo, sottolinea, «la crescita del Pil all'1,4% è troppo bassa per le mie previsioni». Rimanda il brindisi anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda perché «non c'è da scialare». Liberi e Uguali dà il merito a «fattori esterni», come le mosse «della Bce». Al ministero dell'Economia si respira un'aria niente affatto tesa. La prima stima dell'Istat non collima per un solo decimale con quella del Documento di economia e finanza, canovaccio della legge di Stabilità, ma è anche vero che il dato valido ai fini della politica economica, in calendario per il primo marzo, sarà calcolato in modo un pochino diverso e soprattutto arricchito con nuovi elementi. Tanto per fare due esempi, in questi giorni l'Istat pubblicherà i dati sul fatturato dei servizi, in cui rientra il turismo (in volata). E ancora, sarà aggiornata la produzione nelle costruzioni, in ripresa dopo una lunga crisi. Tutto ciò non esclude di potere alla fine raggiungere l'1,5% (che l'Italia avrebbe già centrato al netto delle due giornate lavorative in meno del 2017)

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