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Data: 17/04/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Regione-Rfi, la guerra dei canoni. A vuoto il ricorso delle ferrovie al Tar che si dichiara incompetente

PESCARA Rete Ferroviaria italiana, del gruppo delle Ferrovie dello Stato, dovrà rivolgersi al tribunale ordinario per vedersi annullare la richiesta, da parte della Regione, del pagamento dei canoni per l'occupazione e l'attraversamento del demanio idrico.Lo ha deciso la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale (con sede all'Aquila), che ha dichiarato il ricorso di Rfi inammissibile per difetto di giurisdizione. Un "primo tempo" che va a favore della Regione, in attesa del triplice fischio finale, che per ora può proseguire con le sue pretese economiche nei confronti della società. Tutto è nato con le note con le quali la Regione ha battuto cassa chiedendo il pagamento dei canoni per gli anni 2010-2011, sul presupposto che le Ferrovie, da ente pubblico esentato dal pagamento dei canoni, si sono trasformate in società per azioni. Rfi, dal canto suo, ha chiesto al Tar di annullare quelle note lamentando una serie di presunte violazioni, giungendo anche a mettere in discussione la competenza della Regione a richiedere tali canoni. Per tutta risposta, l'ente pubblico non solo si è costituito in giudizio, ma ha anche inviato un'altra richiesta di pagamento. Dopo sette anni la causa è stata decisa nel corso dell'udienza dello scorso 21 marzo. Come hanno rilevato i giudici, la Regione si è limitata a ingiungere il pagamento dei canoni così come prescritto dalle norme nazionali, senza esercitare alcuna potestà discrezionale. «La giurisprudenza», si legge nella sentenza, «ha da tempo chiarito che appartengono al giudice ordinario le controversie in materia di pagamento di indennità e canoni relativi a beni demaniali». E alla luce di questa, e altre considerazioni, i giudici hanno stabilito che della questione si debba occupare il giudice ordinario, ordinando la riassunzione del giudizio. Le spese di lite sono state compensate.

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