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Pescara, 25/04/2024
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Data: 11/08/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
D'Alfonso contro Di Maio e Salvini

PESCARA Mentre un'auto della Regione era già in viaggio verso L'Aquila, per consegnare la lettera di dimissioni da governatore nelle mani del presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, Luciano D'Alfonso convocava ieri mattina per un'ultima volta la stampa nella sala Delli Castelli di viale Bovio in veste di senatore-governatore. La comunicazione da dare era in realtà riferita a una vicenda nazionale che nei mesi scorsi ha investito il Quirinale: le pesanti invettive e la richiesta di messa in stato di accusa del presidente Sergio Mattarella formulate tra il 27 e il 28 maggio da autorevoli personaggi politici che oggi siedono a Palazzo Chigi o sui banchi del Parlamento. Tra questi, i vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, l'ex parlamentare del M5S, Alessandro Di Battista. L'iniziativa è alquanto singolare. Si tratta infatti di un'interrogazione a risposta orale rivolta al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, con cui il neo senatore del Pd chiede se, prefigurando la messa in stato di accusa per alto tradimento, non sia attentato all'autonomia e alla libertà del Presidente della Repubblica, nonché abbia offeso l'onore e il prestigio del Capo dello Stato nelle prerogative a lui assegnate dalla Costituzione. Si chiede inoltre quali provvedimenti siano stati adottati, o si intende adottare, per arginare una condotta deplorevole avviata già prima del 27 maggio, quando Mattarella era alle prese con la difficile trattativa per la formazione del nuovo governo. Trattativa finita in quei giorni un imbuto per via del caso Savona, con le conseguenti invettive partite da M5s, Lega e Fratelli d'Italia. Secondo D'Alfonso, la richiesta di impeachment indirizzata da diversi esponenti politici nei confronti del Capo dello Stato avrebbe messo a rischio il valore supremo dell'unità nazionale, a cui si aggiungono i danni all'economia reale causati dalla impennata dello spread registrata nei giorni successivi e dal disimpegno dai mercati di molti investitori. Per le stesse ragioni D'Alfonso, come ultimo atto da governatore, ha fatto approntare anche una delibera della giunta regionale con l'obiettivo di chiedere all'Avvocatura dello Stato se esistono le condizioni per agire attraverso le vie giudiziarie nei confronti degli autori degli attacchi al presidente: «L'Unità nazionale significa anche unità territoriale», ha spiegato ieri D'Alfonso, precisando che è la prima volta che si fa un atto del genere in Italia: «Ci sarà un dibattito in Senato. Vi assicuro che questa vicenda avrà un grande seguito».

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