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Pescara, 20/04/2024
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Data: 15/08/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Incuria e progetti scadenti. L'Italia crolla ogni giorno. Per molti anni è stato usato il calcestruzzo, poi la scoperta: si deteriora. Il nodo della manutenzione e delle infiltrazioni della criminalità negli appalti

ROMA Materiali scadenti, vizi costruttivi, manutenzione carente per la scarsità di fondi, eventi climatici estremi che rendono più fragile il suolo e di conseguenza le opere che vi sono costruite sopra: sono principalmente questi i motivi per i quali si contano decine di ponti, cavalcavia e strade crollate solo negli ultimi anni. Infrastrutture fragili in un Paese che non riesce sempre a stare al passo con la manutenzione delle opere, che spesso sono datate, molte fatte tra gli anni '60-'70. Come il ponte Morandi di Genova, inaugurato nel lontano 1967, fin da subito aveva fatto discutere e aveva avuto bisogno di manutenzioni profonde. Al punto che nel 2009 Autostrade aveva pure pensato ad una «demolizione controllata». Più in generale le infrastrutture italiane presentano un problema legato ai materiali, in particolare al cemento armato, un materiale di cui ancora non si conosce l'effettiva durata. Molti ponti moderni sono infatti costruiti in calcestruzzo armato, ovvero una miscela di cemento, acqua, sabbia e aggregati a cui si aggiunge un'armatura di barre di acciaio annegata al suo interno e opportunamente sagomata. Questi materiali sono oggetto di usura e sono facilmente indeboliti dall'azione dell'acqua. Ci sono poi due aggravanti: da una parte il fatto che spesso si eseguano lavori al risparmio; dall'altra c'è il problema che non di rado la corruzione e l'infiltrazione della criminalità si infiltrano nel sistema degli appalti. Oltre la mancata manutenzione. Tanti i crolli recenti di ponti e cavalcavia da nord a sud Italia. Il 19 aprile 2017 crolla un cavalcavia in Piemonte, probabilmente a causa di «vizi costruttivi dell'opera» all'altezza dello svincolo per Marene della tangenziale di Fossano. Due carabinieri rimasero illesi per miracolo, la loro auto schiacciata sotto tonnellate di cemento. Poco più di un mese prima, il 9 marzo dello scorso anno, era crollato un ponte sulla A14, all'altezza di Camerano: un disastro costato la vita a due coniugi, Emidio Diomede, 60 anni, e Antonella Viviani, 54. Feriti anche tre operai che stavano eseguendo lavori sul ponte. All'inizio dell'anno scorso, il 23 gennaio 2017, la statale 106 era stata chiusa nei pressi di Caulonia per alcune crepe che si sono aperte sull'asfalto di un ponte sulla fiumara Allaro, in parte già franato nel corso dell'alluvione che colpì la zona nel novembre 2015. Il 28 ottobre del 2016 era stata invece la volta del cavalcavia di Annone, in Brianza, vicino Lecco, che crollò sotto il peso di un tir. Il bilancio fu di un morto e quattro feriti.

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