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Data: 23/10/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ma i soldi ancora non ci sono Toto prepara un'azione legale

L'AQUILA L'ultimatum è scaduto senza che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, direzione generale per la vigilanza sulle concessionarie autostradali, abbia battuto l'atteso colpo. La diffida, cinque giorni, non ha prodotto gli esiti sperati da Strada dei Parchi: i decreti autorizzativi necessari per l'avvio dei cantieri sui viadotti autostradali più a rischio, sono ancora negli uffici, privi della firma. E così la concessionaria di A24 e A25 si trova, al momento, tra l'incudine e il martello: deve fare i lavori, perché glielo impone una legge e ce n'è bisogno per garantire la sicurezza; i progetti sono stati presentati e validati da mesi; c'è un decreto che stanzia la somma; manca, però, l'autorizzazione. E così è probabile che, in assenza di comunicazioni a breve, la mossa successiva possa nuovamente essere quella di presentare un esposto alla Procura e avviare un iter giudiziario. Uno scenario su cui stanno lavorando i legali. Anche perché la società, che fa parte del gruppo Toto, non è molto interessata allo scontro politico in corso sull'origine dei finanziamenti: nella sua visione delle cose che i soldi arrivino dal calderone del masterplan abruzzese o dal maxi serbatoio dell'Fsc nazionale poco conta.
COPERTURE
C'è bisogno di quei decreti per anticipare fondi di tasca propria con minor margine di rischio o per presentarsi in banca e chiedere finanziamenti. Il problema delle coperture è, semmai, a monte: quell'autorizzazione, infatti, tarda ad arrivare proprio perché ancora non è chiaro da dove dovranno essere prelevate le somme. Un aspetto che neanche ieri è stato affrontato concretamente: il presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, ha annunciato che il governo (Ministero del Sud) è pronto a presentare emendamenti correttivi, facendo sparire le parole Lazio e Abruzzo quando si parla di dove andare a prendere i quattrini. Ma fino a ieri sera in commissione, alla Camera, non era ancora pervenuto nulla. Per carità, il tempo c'è tutto visto che si sta ancora affrontando la parte del decreto Genova che parla, appunto, di come gestire l'emergenza seguita al crollo del ponte Morandi. Ma è altrettanto chiaro che il tempo comincia a stringere e ogni ulteriore dilatazione finirà solo per acuire la tensione.
Strada dei Parchi, dal canto suo, si è messa al riparo da qualsiasi tipo di possibile accusa nei suoi confronti. Ha avviato nelle ultime settimane cinque cantieri, autonomamente, su viadotti importanti e finora al centro di tante attenzioni: Bussi, Cocullo, Palazzo e due nella zona di San Gabriele. Quello di Bussi, avviato il 13 settembre, riveste, tra l'altro, una particolare importanza.
MODELLO
Sarà una sorta di cantiere-pilota, un modello da estendere poi anche agli altri. Quello, infatti, sarà il primo viadotto che sarà adeguato anche sotto il profilo antisismico, avendo riportato i maggiori danni dopo il sisma del 2009 ed essendo ricompreso nel Cratere. Per il resto i lavori che mancano, per i quali c'è uno stanziamento di 192 milioni, sono quelli previsti dal piano complessivo di messa in sicurezza urgente, scaturito, appunto, dopo la tragedia aquilana, presentato nel 2016 dalla società e partito nel 2017. In due-tre mesi è stato fatto l'antiscalinamento, ovvero lavori necessari per far sì che in caso di scossa non si creino veri e propri scalini sulle carreggiate, ma mancano tutte le opere sulle pile, ovvero gli elementi verticali che offrono sostegno all'impalcato, e quelle sui piloni.
SdP ha cominciato questo secondo aspetto sui cinque viadotti citati, ma si tratta solo di una primissima parte che necessita di ulteriore impulso. A breve saranno operative anche le restrizioni al traffico dei mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate: camion e autobus che dovranno limitare la velocità, non potranno sorpassare né fermarsi lungo la corsia di emergenza e dovranno tenere una distanza di almeno cinquanta metri l'uno dall'altro. Misure che sono già in essere su otto viadotti e che saranno estese a tutti gli 87 di recente ispezionati dai tecnici del Ministero, su ordine del titolare del Dicastero, Danilo Toninelli.

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