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Data: 11/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Marsilio, il via libera tarda ad arrivare. Fallisce la mediazione di Quagliariello: Pagano dà l'altolà a Fratelli d'Italia ma Sigimondi lo zittisce. E riparte lo scontro

PESCARA Al grande mediatore, Gaetano Quagliariello, che invita il centrodestra a siglare un patto della pace per la vittoria, risponde a sorpresa il leader abruzzese di Forza Italia che rifila un altolà agli alleati di Fratelli d'Italia nel giorno più delicato di tutti. Quello della candidatura annunciata e attesa del senatore meloniano, Marco Marsilio, alla carica di governatore, che slitta (forse) ad oggi.
CENZA SENZA MORRA. Lui, Marsilio, gira per l'Abruzzo e va cena con i Fratelli d'Italia teramani, anche se l'invitato più atteso, Giandonato Morra, ieri sera ha dato forfait «per impegni di lavoro». E non è escluso che il sì di Giovanni Legnini influisca su questo ulteriore ritardo e che abbia fatto girare, in serata, voci incontrollate di riunioni romane per cambiare all'ultim'ora la candidatura a favore della Lega. «Una bufala», taglia corto Etel Sigismondi, coordinatore abruzzese del partito di Giorgia Meloni, che accetta la sfida di Legnini affermando: «È il miglior avversario che ci potesse capitare».
SI VOTA A FEBBRAIO! Dal fronte Lega, Giuseppe Bellachioma commenta così quelle voci incontrollabili: «Tutto può succedere», ma aggiunge: «È una battuta». Ma a chi dice che il centrodestra vuole far slittare le elezioni a maggio, il leghista ribatte: «Non è vero: noi, Fratelli d'Italia e Forza Italia vogliamo votare a febbraio».
L'ATTACCO. Pagano lo conferma ma dirama una nota che cancella con un colpo di spugna tutte le buone proposte di Quaglieriello per ricompattare il centrodestra (vedi a destra). Per Pagano è però più importante difendere il suo vice, Antonio Martino e Fi dai cambi di casacca: «Il partito degli azzurri, pur aperto alla dialettica e al confronto nel rispetto dei principi liberali, sui temi importanti parla a una sola voce», dice Pagano che dà l'affondo: «Nella situazione fluida che precede la tornata elettorale, Forza Italia stigmatizza l'atteggiamento del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi che ha ritenuto di dover accantonare l'assessore forzista Annalisa Di Stefano, con una decisione che viene respinta al mittente come esempio di una politica intollerante e incapace di rapportarsi ai problemi in maniera serena e costruttiva, sbrigativamente orientata verso la rappresaglia».
STATE ATTENTI. Il coordinatore ricorda a Fdi il passo indietro dei forzisti all'epoca delle elezioni per il Comune dell'Aquila. E che lì dove l'unità non c'è stata i risultati sono stati penalizzanti, se non punitivi. Per Forza Italia quindi: «La coalizione deve mantenere la sua compattezza anche sotto il profilo morale, con correttezza e lealtà. E questo vale nella composizione delle liste, col rispetto delle altre componenti del centrodestra. È inaccettabile cooptare dall'interno i candidati promettendo posti che nessuno può garantire. Se Fratelli d'Italia sposa questa discutibile linea di "campagna acquisti"», avverte Pagano, «si assume ogni responsabilità non solo nei confronti dell'elettorato e in proiezione futura per l'esito stesso delle elezioni, ma anche della grave messa in discussione della coalizione di centrodestra».
COLPA VOSTRA. Gli risponde Sigismondi: «Concordo nel richiamo alla correttezza e alla lealtà», dice il coordinatore di Fratelli d'Italia, «ma è un richiamo che non può essere rivolto a Fratelli d'Italia che ha dimostrato pazienza e senso di responsabilità di fronte ai continui attacchi al nostro candidato alla presidenza e ad altri dirigenti di Fdi da parte del partito di Pagano. Quando questo comportamento è stato riproposto all'Aquila ha fatto venire meno il rapporto di fiducia tra il nostro sindaco e la rappresentante in giunta di Foza Italia. Ma confidiamo che questo strappo venga ricucito anche grazie all'opera del senatore Quagliariello. Per quanto riguarda il capitolo candidature», conclude, «se esistono tensioni in Forza Italia, invitiamo Pagano a non trasferirle all'interno del centrodestra minando la compattezza della coalizione».

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