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Pescara, 16/04/2024
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Data: 12/02/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Arriva Salvini: «Sentivo nostalgia di voi adesso conquisteremo anche Pescara»

L'AQUILA «Rimarremo qui a lungo» dice Matteo Salvini nell'auditorium di palazzo Silone che in mattinata ha tenuto a battesimo la prima uscita ufficiale di Marco Marsilio governatore. Una visita lampo, toccata e fuga da Roma, tra un incontro con i parlamentari venezuelani, una registrazione di Porta a Porta e, forse, un vertice serale per rassicurare Conte e Di Maio sulla tenuta del governo nazionale. Troppo forte il richiamo dell'Aquila, «dei profumi, delle emozioni, dei problemi» portati in dote dalle innumerevoli visite sotto campagna elettorale. D'altronde un exploit del genere, una Lega «con percentuali che da milanese invidio», meritava un suggello.
Che serve sì ad abbracciare fisicamente Marsilio, ma anche a guardare già alla prossima sfida: «Il prossimo sindaco di Pescara sarà della Lega, così almeno il decreto sicurezza lo applicherà, invece di contestarlo» ipoteca Salvini perentoriamente. Matteo dice di essere tornato in nome «delle migliaia di persone incontrate nelle piazze, al freddo: agricoltori in difficoltà, medici e infermieri che chiedono una sanità diversa». Per questo auspica «una giunta di qualità e in fretta, senza mezza riga sui giornali», per «chiudere con il passato» e «far entrare aria nuova».
Alla clemenza per i Cinque Stelle fa da contraltare l'ironia nei confronti del Pd: «Cuor contento allarga i sorrisi, se festeggiano il secondo posto auguro loro di fare lo stesso anche nelle altre regioni che andranno al voto. Governavano in Molise, in Friuli, a Trento, a Bolzano, qui: ora ci siamo noi. Loro festeggiano e noi prendiamo voti e lavoriamo. Sottoscrivo questo accordo fino in fondo». C'è ovviamente, l'ampio capitolo del rapporto con i Cinque Stelle, sui possibili effetti del voto. Salvini anticipa le domande: «Non ci sarà nessuna ripercussione sul governo, l'ho ribadito a Conte e Di Maio. Nessuno userà il voto in Abruzzo per fare polemiche». C'è, però, uno studio Swg sui flussi elettorali che disegna un passaggio cospicuo di voti dai Cinque Stelle alla Lega: «E' una ricaduta locale. Ho messaggiato con Di Maio: non cambia nulla nella mia stima e nel mio apprezzamento per quello che lui e il Movimento Cinque Stelle hanno fatto. Capita una battuta d'arresto ogni tanto, me ne sono capitate di peggiori. Loro hanno preso gli stessi voti di cinque anni fa. Noi abbiamo una presenza sul territorio e un'esperienza amministrativa che ci avvantaggiano. Non devono farne un dramma: chi ha perso è il Pd, che può inventarsi anche 38 liste civiche ma quello è e per quello viene giudicato. Con i Cinque Stelle si lavorerà anche meglio. Qui, in Regione, mi aspetto da loro un'opposizione intelligente, propositiva, costruttiva».
Non c'è spazio neanche per mezza concessione a chi gli sta tirando la giacchetta per fare dell'Abruzzo un modello da applicare a un nuovo centrodestra: «Il centrodestra era e rimane, a livello locale e comunale dice il Ministro dell'Interno -, la migliore soluzione possibile per governare tante città e regioni che la sinistra aveva abbandonato. Ma, ribadisco, ho dato una parola e la rispetterò fino in fondo per onorare il contratto di governo». Sfoglia i dati, Salvini, e se ne compiace: cita le percentuali bulgare di Ancarano, Ovindoli, Gamberale, Sant'Egidio alla Vibrata. Poi ribadisce l'impegno a mantenere alcune promesse: la nuova caserma dei vigili del fuoco all'Aquila, «più sicurezza per Pescara, aiuto a chi ha difficoltà sul lavoro o per la casa a Teramo e Chieti». Ricorda, en passant, che «in Italia arriva solo chi ha il permesso per farlo», a proposito di due nuovi barconi al largo della Libia e si compiace per Quota 100: «Abbiamo superato le 35 mila unità, molte anche in Abruzzo».

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