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Data: 16/06/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Comune in crisi, adesso il buco arriva a 20 milioni. L'amministrazione Di Primio dice sì a un nuovo scoperto con la banca tesoriere. Anticipazione necessaria per le spese correnti. Domani si vota il bilancio contestato

CHIETI Il buco del Comune torna a crescere e, adesso, sfiora i 20 milioni di euro. A tanto ammonta l'anticipazione di cassa, cioè lo scoperto dell'amministrazione verso la propria banca tesoriere (Ubi). Con una delibera approvata giovedì scorso, il sindaco Umberto Di Primio e gli assessori hanno dato il via libera all'«ulteriore proroga dell'anticipazione di tesoreria nel limite massimo complessivo», così dice il documento, «pari a 19.123.681,18 euro». Per assicurare le spese ordinarie, il Comune è costretto ad affidarsi a un nuovo scoperto in banca. Una manovra ammessa dalle regole dello Stato sulla contabilità degli enti pubblici ma che mette a rischio la tenuta delle finanze del Comune, soprattutto in un momento di emergenza conclamata come quello che attraversa da ormai quasi due anni l'amministrazione Di Primio. E l'ultimo ricorso al fido bancario arriva proprio durante lo scontro politico che mette a repentaglio l'ultimo anno dell'amministrazione di centrodestra.Dopo i richiami della Corte dei conti risalenti al 2017, le finanze del Comune restano in crisi. Con un documento di 5 pagine basato sul periodo gennaio-agosto 2017, la Corte dei conti aveva scoperto «criticità» nelle finanze teatine con «un disequilibrio di cassa pari a meno 14,9 milioni di euro» invocando «opportuni rimedi» entro la fine di quell'anno. I giudici contabili avevano denunciato il deficit troppo pesante del Comune chiedendo «un costante monitoraggio visto che l'esistenza di disavanzi significativi può essere sintomo di una non sana gestione finanziaria». Da allora, il risanamento dei conti è la priorità dell'amministrazione Di Primio tra tagli ai servizi, come la cancellazione dello scuolabus e la chiusura di due asili nido, e aumenti delle tariffe, a partire dalla Tari. Sforbiciate e rialzi che rappresentano una costante anche del bilancio che sarà discusso domani in consiglio. Alle 9 è convocata una seduta decisiva per il futuro della città: o si approva il piano di Di Primio o l'amministrazione cade e si torna al voto con un anno di anticipo. Il destino dell'amministrazione è in mano ai 5 consiglieri ribelli di Forza Italia, espressione dell'assessore regionale Mauro Febbo, in rotta con il sindaco e con l'assessore Carla Di Biase: non è affatto scontato che il capogruppo Marco D'Ingiullo, Maura Micomonaco, Emiliano Vitale, Maurizio Costa ed Elisabetta Fusilli si presentino in consiglio e votino sì. I 5 continuano a chiedere la cacciata di Di Biase dalla giunta e la stabilizzazione di 48 precari della Teateservizi ma l'assessore è ancora al suo posto nonostante la riconsegna delle deleghe - nella foto a destra, Di Biase guida l'ultima giunta di venerdì scorso in assenza del sindaco - e le assunzioni sono in bilico dopo le dimissioni dell'amministratore unico Giovanni D'Amico ad appena un mese dalla nomina. Se Forza Italia disertasse il consiglio, il voto potrebbe finire 14 a 14 con una bocciatura del sindaco. Ma in maggioranza, dopo il passaggio di Di Biase in Fratelli d'Italia, monta anche un'altra protesta, quella delle liste civiche: ora sono in forse anche i voti di Nicoletta Di Biase e Donato Tacconelli. Si annuncia una conta all'ultimo voto: ogni assenza potrebbe rivelarsi determinante.

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