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Data: 17/02/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Lavoro, più contratti fissi. Decisivi gli sgravi triennali. Nei dati Inps 2015 aumentano assunzioni a tempo indeterminato e voucher. Renzi: «Dicevano che il jobs act era una prevaricazione». 764mila stabilizzati

ROMA Boom delle assunzioni a tempo indeterminato nel 2015 grazie agli sgravi contributivi previsti dalla legge di Stabilità e, secondo il governo anche alle misure contenute nel Jobs act. Nell’anno - secondo il Rapporto sul precariato pubblicato dall’Inps - i nuovi contratti a tempo indeterminato attivati sono stati 2,44 milioni (comprese le trasformazioni di rapporti di lavoro esistenti) a fronte di 1.684.911 cessazioni sempre di contratti stabili con un saldo positivo di oltre 764.000 unità. «Per mesi ci hanno detto - ha commentato il premier Matteo Renzi - che il jobs act era una prevaricazione, una violenza, un’imposizione. Oggi scopriamo che nel 2015 grazie al jobs act ci sono stati 764.000 contratti a tempo indeterminato in più. Avanti tutta, con coraggio e determinazione». Il saldo sul lavoro stabile è nettamente migliore rispetto a quello registrato nel 2014 (-52.137 unità) ed è chiaramente legato agli sgravi contributivi triennali previsti in legge di Stabilità 2015 per le assunzioni a tempo indeterminato fatte nell’anno (fino a un tetto di 8.060 euro annui). Per le assunzioni fatte nel 2016 gli sgravi si sono ridotti notevolmente (sono biennali, solo per il 40% dei contributi e con un tetto a 3.250 euro) e quindi a dicembre 2015 si è avuto un vero e proprio boom delle assunzioni stabili fatte con l’incentivo pieno (272.512). Nel complesso del 2015 i rapporti di lavoro instaurati con l’esonero contributivo sono stati oltre 1.440.000, quasi il 60% dei nuovi contratti fissi dell’anno, un dato molto superiore alle attese del governo (inizialmente un miliardo, poi rivisto nella stesura della Stabilità 2016 a 1,2 miliardi). Per quanto riguarda i fondi (1,8 miliardi di mancate entrate contributive per il 2015, 3,69 miliardi nel 2016 e 3,9 miliardi nel 2017 al netto degli effetti fiscali) dall’Economia spiegano che la misura è «ampiamente coperta» tanto che gli 1,8 miliardi 2015 sono già sufficienti considerate le tipologie contrattuali e le tempistiche delle assunzioni. In ogni caso è anche prevista un sorta di clausola di salvaguardia secondo cui qualora le risorse non dovessero bastare si potrà far ricorso ad ulteriori risorse attingendo al fondo per l’occupazione. Se si guarda solo alle nuove assunzioni a tempo indeterminato (escluse le trasformazioni) si registra un aumento del 46,9% sul 2014 con un picco nel Nord Est (+69,6%) e nel Centro (+59,5%) mentre al Sud (+27,9%) e le Isole (+19,8%) l’aumento è meno consistente anche a causa del fatto che in queste aree esistevano già negli anni precedenti alcuni tipi di incentivo non presenti al Nord. Oltre il 40% delle assunzioni a tempo indeterminato è part time e probabilmente per una parte consistente la riduzione dell’orario di lavoro è «involontaria» (e magari nasconde una parte di lavoro orario in nero). La qualifica che continua a fare la parte del leone è quella operaia con oltre il 70% delle nuove assunzioni a tempo indeterminato, anche se in calo rispetto al 2014 (il 76%). Si conferma il successo dei voucher: i “buoni” per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro venduti nel 2015 sono stati quasi 115 milioni con un incremento mediorispetto al 2014 pari al 66,1%. «Stiamo rimettendo in moto il paese - ha detto Renzi - non ci fermeremo con le riforme».

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