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Data: 01/08/2019
Testata giornalistica: Rassegna.it
Disoccupazione: per la Cgil il quadro è preoccupante. La confederazione: in un anno questo governo è riuscito a portare l'economia italiana prima in recessione e poi in stagnazione. Anche il mercato del lavoro, nonostante i dati apparentemente positivi, continua a non godere di buona salute

L’Istat ha appena diffuso i dati relativi all’andamento occupazionale a giugno: la disoccupazione si attesta al 9,7%, il tasso più basso dal 2012, ma ancora ben al di sopra dei livelli pre-crisi. Il calo rispetto al mese precedente è pari allo 0,1%. Anche la disoccupazione giovanile è su livelli più bassi rispetto ai mesi scorsi, fermandosi a quota 28,1%. Per quanto riguarda il tasso di occupazione dei 15-64enni, si sale al 59,2% (+0,1 punti percentuali).

La stima degli occupati totali risulta "sostanzialmente stabile" rispetto a maggio, dopo la crescita registrata nei primi mesi dell'anno. Nel dettaglio il numero degli occupati a giugno scende di 6 mila unità, risultato frutto di una crescita tra le donne (+15 mila) e una diminuzione tra gli uomini (-21 mila).

Per la Cgil si tratta però di dati solo apparentemente positivi: “Da zero-virgola a zero e basta. In un anno questo Governo è riuscito a portare l'economia italiana prima in recessione e poi in stagnazione, e anche il nostro mercato del lavoro, nonostante i dati apparentemente positivi, continua a non godere di buona salute”. Così le segretarie confederali della Cgil Gianna Fracassi e Tania Scacchetti commentano i dati.

Per Fracassi le stime relative al Pil “non sono una sorpresa. Infatti - spiega - produzione, valore aggiunto e ordinativi dell'industria sono da mesi in contrazione. La lieve ripresa dell'export non basta se non aumentano consumi e investimenti. Nella nostra economia continua a insistere una crisi di domanda. Non a caso anche l'inflazione è al minimo da oltre un anno e l'offerta produttiva non sta cogliendo le sfide e le opportunità dell'innovazione, della conoscenza, dell’ambiente e quindi dello sviluppo sostenibile”.

In merito ai dati su occupati e disoccupati Scacchetti evidenzia “la sostanziale stabilità dell’occupazione”. “Inoltre, l’apparente flessione positiva della disoccupazione va analizzata - sottolinea - considerando alcuni aspetti: siamo ancora lontani dai livelli pre-crisi, dal 5,8% del 2017; mancano ancora quasi un milione di posti di lavoro; il calo della disoccupazione inoltre è condizionato dalla riduzione degli attivi e della forza lavoro. Infine, la compressione del tasso di disoccupazione giovanile va spiegata con la crescita dell’inattività tra le nuove generazioni. Rilevazioni queste che dimostrano come, al contrario delle previsioni del Governo, il Reddito di cittadinanza non abbia incentivato le assunzioni”.

“Di fronte a questo quadro preoccupante, il Governo ascolti le proposte che unitariamente abbiamo avanzato: una nuova politica economica, fondata su investimenti pubblici, a partire dal Mezzogiorno, per aumentare e qualificare la crescita e per creare buona occupazione; una riforma del sistema fiscale che aumenti salari e pensioni contrastando l'evasione e riducendo le disuguaglianze; una nuova politica industriale e di sviluppo per affrontare le sfide che l’emergenza ambientale e l’innovazione pongono”, concludono Fracassi e Scacchetti.

“Un dato incoraggiante – afferma il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora – riguarda la crescita dei lavoratori permanenti, che aumentano in misura maggiore rispetto a quelli a termine. È un punto di partenza che però deve essere sostenuto da una politica tesa a rilanciare l’occupazione stabile e di qualità. Per questo ribadiamo la necessità di uno stanziamento di investimenti per la crescita, lo sviluppo tecnologico, la ricerca e la modernizzazione delle infrastrutture, che diano uno slancio decisivo all’economia”.

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