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Pescara, 23/04/2024
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Data: 03/08/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Arretramento della stazione Vanno trovati i soldi spariti. Il sindaco D'Alberto: «I 630mila euro versati al Comune dalla ditta Globo sono stati destinati ad altre spese durante l'amministrazione Brucchi»

TERAMO Arretramento della stazione, che fare? La questione è diventata una delle più spinose per l'amministrazione D'Alberto dopo la scoperta che sono spariti dalla cassa comunale i 630mila euro versati a suo tempo dalla catena commerciale Globo, e con i quali il Comune avrebbe compartecipato al progetto del Bando delle periferie che prevede appunto arretramento della stazione e nuova viabilità nell'area. Prima di cercare da qualche altra parte i soldi mancanti, il sindaco proverà altre strade. Una cosa è certa: realizzare questo progetto, o comunque adeguare la viabilità nell'area, è diventato imprescindibile alla luce dei due grandi insediamenti a destinazione mista (commerciale in buona parte, ma non solo) destinati ad aprire dietro la stazione: quello realizzato da Globo nell'area ex Adone a breve, forse già prima di Natale, e quello progettato nell'ex Villeroy dal gruppo Gabrielli (insieme ad alcune cooperative edilizie) tra qualche anno.Sindaco, si è capito che fine hanno fatto quei 630mila euro?«Gli uffici mi hanno detto che il grosso di questi soldi è stato destinato ad altre spese, in prevalenza alla copertura dell'accordo bonario per lo svincolo del Lotto zero alla Gammarana. Si tratta di atti del 2015 e 2016, dunque dell'amministrazione Brucchi. Il commissario Pizzi non c'entra, anzi nel 2018 ha riconfermato al ministero la volontà del Comune di compartecipare all'arretramento della stazione».E adesso? Come se ne esce?«Intanto dobbiamo chiarire quali obbligazioni giuridicamente vincolanti sono state assunte con il Governo. Sul Bando delle periferie c'è un'interlocuzione aperta, io sono stato a Roma giorni fa e ho fatto una richiesta di rimodulazione del progetto. Per ora ho trovato una certa chiusura».Inevitabile, visto che il punteggio ottenuto dal progetto del Comune, arrivato agli ultimi posti in Italia, era dovuto solo al fatto che avrebbe compartecipato con 630mila euro.«Ma c'è un'altra parte in causa, ed è Rfi. Con cui abbiamo un dialogo costante per valutare una rimodulazione. Il nodo di tutto è qui, perché l'arretramento della stazione va fatto se si crea una modalità di scambio che connetta quella zona con il centro città. Altrimenti si creerebbe una cesura. Il progetto della Sus, finanziato dall'Europa, ora ci consente di agire sul trasporto pubblico. La partita è aperta, se poi sarà necessario trovare i soldi per la compartecipazione lo faremo».Sulla stazione ci sarebbe anche la proposta di project financing della società campana Reco, che giorni fa ha lamentato di essere stata lasciata senza una vera risposta dal Comune per due anni.«Ho ricevuto i proponenti del project. La risposta degli uffici è legata alla titolarità dell'area. Qui non è come per il Bando delle periferie, dove al progetto partecipa Rfi; qui il progetto è di un soggetto terzo e non c'è alcun atto di Rfi che attesti la volontà di mettere l'area a disposizione di privati. Insomma, c'è un ostacolo tecnico che dev'essere affrontato».Ma la sua amministrazione è d'accordo sul fatto che quella della nuova viabilità in zona stazione è una priorità?«Certo. Quella zona della città, con i nuovi insediamenti in arrivo, rischia la paralisi».

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