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Data: 31/10/2018
Testata giornalistica: Il Centro
D'Amico, l'addio: «I nullafacenti hanno tentato di fermarmi». Oggi è l'ultimo giorno da rettore: lascia dopo sei anni un ateneo con un bilancio risanato e totalmente riorganizzato con il taglio delle sedi, da nove a due, e l'impulso a didattica e ricerca. «Pronto a scendere in politica» È tornato a fare il docente ma è in ballo una sua candidatura alla Regione

TERAMO Un sorriso che nasconde una forte determinazione e una lucidità di pensiero fuori dal comune. Oggi è l'ultimo giorno di Luciano D'Amico rettore. Ha già lasciato il grande studio nel rettorato per uno più piccolo nello "steccone" di Scienze della comunicazione. Torna a ricoprire il ruolo di professore ordinario di Economia aziendale.Sei anni fa venne eletto rettore di un'università molto diversa da quella che adesso consegna nelle mani del suo successore, Dino Mastrocola. All'epoca quale fu il primo problema da affrontare?«Il risanamento finanziario. Abbiamo ottenuto un recupero costante di 7,5 milioni all'anno, su un bilancio di 40 milioni. Che addirittura sale a 11,2 se consideriamo il confronto fra le previsioni assestate del 2012 (-5,5 milioni, ndr) e il risultato operativo del 2017 di 5 milioni 764mila euro. Un risanamento finanziario con un formidabile contenimento dei costi a partire da alcune voci simboliche - sono orgoglioso di non aver percorso nemmeno un chilometro con l'auto blu - alle economie derivanti dalla razionalizzazione delle sedi. Quest'ultima ha avuto ripercussioni straordinariamente positive sulla qualità dei servizi: prima l'offerta era polverizzata ora i due campus di Coste Sant'Agostino e Piano d'Accio sono ottimizzati, con tutti i servizi che uno studente può chiedere».E per le funzioni istituzionali come si è mosso?«Nella didattica la rivoluzione è stata centrata nel patto con lo studente grazie al quale, accanto alla tradizionale didattica frontale c'è il sostegno dell'e-learning che ha consentito di rivoluzionare l'apprendimento. L'active learning ha consentito di ridurre significativamente il numero di fuoricorso dal 34% al 26% e aumentare il numero di Cfu acquisiti dagli studenti. La ricerca poi l'abbiamo ricostruita dalle fondamenta, ricreando la filiera a partire dai dottorati del 29° ciclo (2013-14, ndr) in cui sono stati quadruplicati i posti disponibili, e pianificando assegni di specializzazione "post doc" dal 2017 e quindi bandendo 11 concorsi da ricercatore di tipo B nel 2018. Abbiamo consentito di raggiungere ottimi risultati nella qualità della ricerca all'intero polo scientifico realizzando nuovi laboratori al posto di quelli esistenti. Abbiamo infine liberato risorse per tornare a finanziare progetti di ricerca».E la "terza missione", quindi il rapporto con la società?«Sono tante le attività in quest'ambito, dall'accreditamento della Regione per i servizi del lavoro - siamo l'unico ateneo ad averlo - allo sportello per il microcredito e l'autoimpiego, un'attività finanziata con il Fondo sociale europeo, e abbiamo dato vita all'unico incubatore di impresa in un'università abruzzese, l'Uniteplug. Dimenticavo i 5 nuovi spin-off, cioè aziende innovative create nell'università: l'ultima l'abbiamo costituita due settimane fa: il professor Amorena ha brevettato un sistema di rilevazione dell'inquinamento attraverso le api». Parlando di rapporti col territorio non si può dimenticare il recupero dell'ex manicomio.«Sarà una cittadella della cultura aperta alla cittadinanza. Il 12 novembre la commissione individuerà il vincitore e si procederà alla scelta del progetto, avviando la realizzazione dell'interna opera già finanziata con 30 milioni. Infine la casa dello studente con l'Adsu, a cui abbiamo concesso l'ex rettorato con un comodato per la realizzazione di 220 posti letto».Un sessennio caratterizzato anche da continue denunce contro il suo operato. Pare che siano stati presentati centinaia di esposti praticamente tutti provenienti dall'ateneo. E ha tuttora un processo in corso.«Ogni cambiamento significativo rompe equilibri e incrostazioni preesistenti e causa forme di reazione che, con il ricorso a mezzi scorretti e finanche volgari, provocano un interesse della magistratura che sono ben lieto di accogliere perchè durante il mio mandato ho voluto assicurare pareti di cristallo all'università. Se è vero che la magistratura svolge ottimamente il proprio compito, è altrettanto vero che se questo è il modo di precedere di una frangia assolutamente minoritaria di dipendenti dell'università che definirei nullafacenti, ottimizzatori del buono pasto e collezionisti di cause di invalidità farlocche, rappresenta il freno più importante allo sviluppo della provincia e anzi l'essenza stessa del provincialismo. Di contro, durante le indagini mi è stata di grande aiuto la solidarietà dei colleghi del personale docente e amministrativo, composto per la gran parte da ottime professionalità a cui va la mia gratitudine. Auspico che la magistratura dedichi lo stesso interesse riservato alla mia azione di governo, a questa incessante attività di denuncia e ne ponga bene in evidenza le finalità illegali e criminali: il grave danno arrecato alle pubbliche finanze e anche il danno a chi deve sottostare a una vera e propria azione di mobbing inverso. Ma auspico ancor di più che la nostra comunità possa liberarsi di queste escrescenze tumorali che ne impediscono il pieno fiorire. Sarà mia cura, dopo aver chiuso i procedimenti in corso, procedere a una denuncia pubblica e nelle sedi giudiziarie».Di contro i risultati relativi alle iscrizioni premiano il suo operato.«L'attrattiva è aumentata enormemente, come è possibile vedere dalle immatricolazioni. Questa ripresa ha consentito di fronteggiare la diminuzione delle iscrizioni dei fuori corso, con il risultato che a parità di iscritti totali o con una leggera flessione, è evidente il miglioramento qualitativo: chi si iscrive è uno studente in corso, attivo».Il risultato di cui va più fiero?«Aver recuperato l'orgoglio di appartenenza, con un cambiamento della stessa idea di università: non più esamificio ma comunità, luogo in cui gli studenti vivono appieno la propria esperienza formativa. Me ne rendo conto guardando i parcheggi, semideserti nel 2012, oggi insufficienti. C'è poi l'esperienza positiva della formazione degli adulti. Questa università non ha mai proposto il riconoscimento di crediti o abbreviazioni di corso, ma ha sperimentato con successo un adeguamento dei percorsi professionali: un esempio è il corso per agenti di commercio. E ancora: accanto ai quattro corsi di laurea magistrale in inglese, sono stati istituiti nuovi percorsi formativi: il Dams triennale, e le magistrali Scienze delle amministrazioni ed Economics and communication for management and innovation. Poi sono in corso di attivazione quello di Produzioni sostenibili (magistrale), Scienze giuridiche (magistrale), Dams (magistrale) e Scienze gastronomiche (triennale). Tutto questo mi consente di immaginare l'università di Teramo profondamente innovata nelle strutture e nei contenuti».

«Pronto a scendere in politica» È tornato a fare il docente ma è in ballo una sua candidatura alla Regione

TERAMO Il futuro di Luciano D'Amico sarà all'interno della "sua" università. Accanto ai suoi studenti. Le immagini più felici del suo mandato da rettore «sono quelle degli studenti che tornando da un Erasmus o da un tirocinio all'estero vengono a rifermi che è cambiata la loro vita. E l'immagine che resta nel cuore è vedere i ragazzi down al lavoro nel bar dell'ateneo». Agli studenti lancia un messaggio: «Studiare, studiare, studiare e studiando divertirsi, avere amici e fare l'amore».Ma il suo futuro sarà anche all'esterno dell'ateneo. «Sarà al servizio della collettività, finalmente affrancato da obiettivi di carriera, per cercare di essere utile. E qualora si ritenesse utile anche un impegno di tipo politico, ma sento di assicurare un impegno incondizionato insieme a tutti coloro che condividono i principi che ho richiamato in occasione del conferimento: dignità umana, libertà, uguaglianza e solidarietà. Sono convinto che la vita è troppo breve e preziosa per sprecarla in ripicche, rancori, perdendo l'occasione di star bene con gli altri e al servizio degli altri». D'Amico non lo dice, ma fra le righe si intende che è pronto a candidarsi alla Regione, anche a fianco di Giovanni Legnini (nella foto), se questo si candiderà come governatore.

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