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Data: 02/11/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il decreto dignità va a pieno regime ma aumenta solo il lavoro a termine. Terminata dopo oltre due mesi la fase transitoria da ieri è scattato il nuovo sistema per tutti i contratti. Il governo si aspetta una ripresa dell’occupazione a settembre cresciuto unicamente il numero dei precari

ROMA La fase transitoria è terminata. E il giro di vite voluto dal governo Conte per limitare l'abuso dei contratti a termine è pienamente operativo. Il decreto dignità, approvato dal Parlamento a inizio agosto, entra a pieno titolo nei rapporti tra azienda e lavoratori promettendo di modificare e destrutturare profondamente l'impianto del Jobs Act introdotto dal centrosinistra nella scorsa legislatura. La norma è molto ampia ma il nucleo centrale si basa sulla stretta nei confronti del ricorso ai contratti a termine. Il provvedimento varato da Palazzo Chigi restringe infatti le finestre per il ricorso al tempo determinato: le proroghe scendono da 5 a 4, le causali partono già dopo 12 mesi e i rapporti non possono durare più di 24 mesi in tutto, dai precedenti 36, con l'aggravio dello 0,5% dell'aliquota contributivo ad ogni rinnovo. Una penalizzazione, quest'ultima, che non si applica ai contratti di colf e badanti. Tra l'altro, se il contratto a termine supera i 12 mesi e non vengono indicate le causali, il contratto si trasforma automaticamente a tempo indeterminato. Inoltre aumenta l'indennità prevista dai contratti a tutele crescenti (si passa da 4 a 6 mensilità come minimo e da 24 a 36 come massimo). Aumentate anche indennità in caso di offerta conciliativa per i licenziamenti illegittimi. Con il vecchio meccanismo le mensilità minime da corrispondere erano due, le massime 18. Con la modifica si va da un minimo di 2 a un massimo di 27. Occorre ricordare che, nel corso del periodo cuscinetto (dall'approvazione della legge a ieri), si potevano applicare le vecchie norme sui contratti a termine in modo da concedere alle imprese il tempo necessario per adeguarsi.
E, secondo l'accusa delle opposizioni nei confronti della maggioranza, è bastata questa fase a bloccare il mercato del lavoro considerato che l'Istat ha certificato una crescita dell'occupazione. Per spingere le aziende ad assumere in pianta stabile, il decreto dignità prevede che i contratti a tempo determinato, compresi quelli in somministrazione, non possano superare il 30% dei contratti a tempo indeterminato nella stessa azienda.
LE MULTE
Previste anche multe di 20 euro al giorno per la somministrazione fraudolenta e l'esclusione delle agenzie di Somministrazione dall'obbligo di indicare le causali per il rinnovo dei contratti a termine. I costi aggiuntivi applicati ai rinnovi (il già menzionato 0,5%) si applicheranno anche ai contratti a termine in somministrazione. Il provvedimento cambia anche la disciplina dei voucher. Il loro utilizzo viene esteso a piccoli alberghi e strutture ricettive del turismo fino a 8 dipendenti (non più 5), di durata massima 10 giorni, anziché 3. Potranno essere utilizzati come forma di pagamento per il lavoro di pensionati, disoccupati, studenti fino a 25 anni e percettori di forme di sostegno al reddito.
L'AGRICOLTURA
Semplificato l'utilizzo per l'agricoltura. Arrivano sanzioni da 2 a 4 volte i benefici per le aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati. Anche il beneficio andrà restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti. Il decreto, oltre ad esprimersi in forma difensiva, contiene anche qualche elemento di politica attiva del lavoro. Il bonus del 50% dei contributi per le assunzioni di under 35, che dal prossimo anno sarebbe scattato solo per assunzioni di under 30, sarà esteso anche al 2019 e al 2020.
L'esonero del 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro viene riconosciuto per massimo 3 anni e con un tetto di 3 mila euro su base annua. Intanto la disoccupazione è tornata in doppia cifra raggiungendo il 10,1%, in crescita dello 0,3% rispetto ad agosto. A settembre i lavoratori con contratto dipendente a tempo indeterminato si sono ridotti di 77 mila unità (-0,5%) su agosto e di 184 mila (-1,2%) su settembre 2017. Sono aumentati i lavoratori a termine con una crescita di 27 mila unità (+0,8%) su agosto e di 368 mila sull'anno (+13,1%). E, per il lavoro indipendente, si è registrato un aumento di 16.000 unità (+0,3%) su agosto e di 22 mila (0,4%) su settembre 2017.

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