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Data: 11/01/2019
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Abruzzo verso le regionali - Regionali: tensioni su scelte capoluogo, ''Troppi candidati, no elezione aquilano'' A vigilia presentazione liste, caos nel centrosinistra: altra tegola per Legnini. I critici: in marsica e valle peligna situazione meno conflittuale, accuse al fronte Cialente-D'Alfonso

L'AQUILA - A poche ore dalla chiusura delle liste per le regionali del 10 febbraio prossimo, divampano tensioni, tenute sommerse, nel centrosinistra dell’Aquila, in seno al quale si annuncia un’autentica ammucchiata di candidati, in particolare nel Pd.

Problemi che si aggiungono alla febbrile attività di sintesi e ricerca della quadra da parte del candidato alla presidenza, l’ex vice presidente del Csm Giovanni Legnini.

In particolare, addetti ai lavori, imprenditori di area e rappresentanti dell’associazionismo sono preoccupati che l’affollamento “che innesca la parcellizzazione del voto”, possano causare la mancata nomina di un consigliere aquilano come accaduto nei due mandati precedenti a questa legislatura, quando è stato eletto il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.

A differenza di quanto sta avvenendo nei comprensori della Marsica e nella Valle Peligna e dell’Alto Sangro.

Secondo alcuni rumors, ad attivare questa frammentazione sarebbero stati i desirata dell’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, per il quale si era parlato di una candidatura e dell’ex assessore comunale alla ricostruzione nella Giunta Cialente, Piero Di Stefano, ex dirigente del Pd provinciale.

Sempre secondo i bene informati le strategie sarebbero suggerite dall’ex presiedente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, ora senatore del Pd.

Insieme alla ricandidatura del dem Pietrucci, figura centrale del centrosinistra aquilano, che in cinque anni ha ottenuto buoni risultati, il Pd potrebbe schierare l’alto dirigente della Asl provinciale dell’Aquila Patrizia Masciovecchio: poi altri esponenti dem che però si candidano nella la lista degli amministratori a sostegno di Legnini, come il sindaco di Barisciano, Francesco di Paolo, coordinatore dei sindaci del cratere del terremoto, e l’ex consigliere comunale dell’Aquila Antonella Santilli.

Della partita, sempre nella lista degli amministratori, farebbe parte anche l’ex sindaco di Montereale, Lucia Pandolfi, funzionaria Asl distaccata nello staff dell’ex presidente, D’Alfonso, che già sei era candidata nel 2014, ottenendo un buon risultato pur non essendo stata eletta.

A questi si aggiungono il consigliere comunale dell’Aquila della lista civica Il Passo Possibile Americo Di Benedetto, ex candidato sindaco alle comunali del capoluogo del giugno del 2017, che scende in campo in un’altra lista civica in appoggio a Legnini, ed Emanuela Iorio, anche lei consigliere comunale di Passo Possibile, ex assessore nella Giunta Cialente.

Entrambi erano nel gruppo del Pd che hanno lasciato nei mesi scorsi. Di Benedetto aveva vinto le primarie per la candidatura a sindaco alle elezioni dell’Aquila contro il consigliere regionale Pietrucci.

Inoltre, potrebbero scendere in campo il consigliere comunale Angelo Mancini e l’ex consigliere comunale Fabio Ranieri, con la lista di sinistra di Legnini.

Nella Marsica, invece, - si lamentano all’Aquila - il quadro è molto più fluida elettoralmente: il presidente uscente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, nella lista del Pd ha due donne, il vice sindaco di Carsoli, Rosa De Luca, e l'assessore comunale di Luco dei Marsi, Valentina Angelucci, mentre nelle liste civiche ci sarebbero candidati sulla carta meno temibili, ad eccezione del consigliere regionale di Regione Facile ed assessore uscente Lorenzo Berardinetti.

Nella Valle Peligna a scendere in campo sarà il medico di base, Antonio Di Rienzo, capogruppo in Consiglio comunale, mentre a Sulmona il candidato sarà l'avvocato Valentina Di Benedetto.

“Con questi criteri - spiegano preoccupati i critici - è in atto una parcellizzazione del voto sull’Aquila che rischia di minare la elezione nel centrosinistra di almeno un consigliere regionale, come accaduto per due volte, quando il capoluogo è rimasto a bocca asciutta a fronte di due consiglieri nella Marsica”.

Anche cinque anni fa, il Pd si era spaccato alla luce del fatto che per indicare il candidato sono state promosse le primarie, unica provincia abruzzese, tra Pietrucci e l’assessore comunale Alfredo Moroni, fedelissimo di Cialente e Di Stefano.

Pietrucci e Moroni, tra l'altro, si sono dati battaglia in passato, in particolare in occasione delle primarie comprensoriali per scegliere il rappresentate per il Pd nella corsa per un seggio all'Emiciclo nel 2014.

Ma Pietrucci ha avuto anche "screzi" con l'allora sindaco el capoluogo Cialente, dopo la sua rimozione come capo di gabinetto del primo cittadino, con l’accusa di passare soffiate contro di lui alla stampa.

A qualche giorno dalle elezioni c’è stato il ricompattamento intorno a Pietrucci che poi è stato eletto a palazzo dell’Emiciclo.

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