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Data: 21/05/2019
Testata giornalistica: Il Centro
In dieci anni persi quasi 2.300 residenti. I dati Istat (contenuti nel Documento unico di programmazione) disegnano il cambiamento: ma ci sono 309 famiglie in più.

L'AQUILA Una città in continua trasformazione. In dieci anni L'Aquila ha mutato pelle e popolazione. Lo dicono i dati contenuti nel Documento unico di programmazione economica 2019-2021, approvato dalla giunta comunale: una fotografia perfetta di come eravamo nel 2009 e di come siamo diventati. Numeri che delineano la "fuga dalla città" nell'immediato post-sisma e una lenta, nonché faticosissima ripresa, per riguadagnare terreno. E residenti. 2.200 abitanti in meno dal terremoto, con un aumento di stranieri: 5.924 sui 70.225 residenti totali, oltre l'8 per cento della popolazione. Sul piano dell'occupazione, dati Istat alla mano, in provincia si registra un leggero incremento, dal 2015 al 2017, con circa 5mila lavoratori in più. Ma L'Aquila città soffre, dicono associazioni di categoria e sindacati che tracciano un bilancio negativo, con 2mila posti di lavoro persi nell'ultimo biennio. IL DOCUMENTO. La delibera approvata il 13 maggio scorso, con cui si dà il via libera al Documento unico di programmazione (Dup) traccia gli obiettivi strategici dell'azione amministrativa nei prossimi anni, con particolare riferimento ai servizi al cittadino, alla ricostruzione della città, ambiente, opere pubbliche, sociale e sport. Un documento "vivo, da adattare, attraverso periodici aggiornamenti, all'evoluzione del quadro normativo di riferimento e delle esigenze del territorio". La base di partenza è un'analisi socio-economica, nonché demografica della città: una realtà in continua metamorfosi.
LA FUGA E IL RITORNO. In dieci anni la città ha perso esattamente 2.286 residenti. Aquilani che hanno deciso di andare via, di trasferirsi altrove. Ma l'emorragia non è stata costante: dal 2009 al 2010, nell'immediato post-sisma, la popolazione è passata da 72.511 a 66.964 residenti. Il territorio ha perso, in un solo anno, 5.547 abitanti. Nel 2011 la soglia si è abbassata ulteriormente toccando quota 66.905, per guadagnare 1.399 residenti l'anno seguente. Il picco massimo si è avuto nel 2013, con un recupero di 2.663 residenti rispetto al 2012 e una popolazione di 70.967 aquilani. Dal 2014 al 2018 ancora una discesa fino a raggiungere i 70.225 residenti.
ANDAMENTO MIGRATORIO. Al decremento della popolazione non corrisponde di netto anche la diminuzione dei nuclei familiari: nel 2009 all'Aquila vivevano 30.835 famiglie, oggi sono 31.144, con una media che supera di poco i due componenti. E ancora, l'andamento migratorio, stando sempre al report del Documento di programmazione elaborato dal Comune, nel 2009 ha fatto registrare 710 nuovi iscritti all'anagrafe da nuovi comuni e 964 cancellazioni. Nel 2018 i nuovi iscritti sono 1.145, mentre 1.053 hanno scelto di cancellarsi. Una popolazione che non aumenta e tende a invecchiare, se si considera che nel 2009 ci sono state 562 nascite e 873 decessi, nel 2018 le nascite sono state 497, i decessi 714.
PIÙ STRANIERI. L'iperbole demografica che ha caratterizzato L'Aquila nell'ultimo decennio è condizionata anche dall'arrivo degli stranieri: 5.924 risiedono stabilmente in città e assorbono una fetta dell'8,44% della popolazione totale. Di questi, il 51,55% sono donne, il 48,45% uomini.
EMERGENZA LAVORO. Un capitolo a parte merita il tasso di occupazione. Nel triennio preso in considerazione, 2015-2017, in provincia dell'Aquila gli occupati sono passati da 108.379 mila e 113.096, con un leggero incremento e una netta differenza tra i due sessi: 69.106 sono, infatti, i lavoratori uomini, mentre le donne occupate non superano le 43.990 unità. Diversa la situazione nel comune capoluogo, dove sindacati e associazioni datoriali parlano di «una perdita netta di circa 2mila lavoratori nell'ultimo biennio, che non lascia indenne alcun comparto e abbraccia persino il settore delle costruzioni, nel più grande cantiere d'Europa».

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