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Data: 15/05/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Traforo, chiusura più lontana «Il tunnel rimarrà aperto se rispetterete la parola». Il vicepresidente di SdP Fabris «C’è l’accordo sul piano del Mit». Marsilio come commissario il consiglio regionale si divide

L'AQUILA L'annuncio di revoca della chiusura del traforo del Gran Sasso, prevista per domenica 19 a mezzanotte, potrebbe arrivare oggi. La concessionaria delle tratte autostradali A24 e A25 ha atteso che nella giornata di ieri il Mit, nella persona del capo di Gabinetto Gino Scaccia (peraltro teramano di adozione viste le docenze universitarie) informasse sindaci, parlamentari ed enti locali dell'intesa praticamente raggiunta l'altro giorno a Roma. Mancano solo dettagli, ovvero alcuni ok e la definizione particolareggiata del piano, ma il sospiro di sollievo appare davvero dietro l'angolo, salvo inattesi irrigidimenti dell'ultimissima ora.
PUNTI
L'accordo si articola in più punti, tutti con l'obiettivo di sollevare Strada dei Parchi dal rischio di reiterazione del pericolo di inquinamento ambientale, ipotizzato dalla Procura di Teramo, ma anche di arrivare alla messa in sicurezza dell'intero sistema. L'idea è coinvolgere più soggetti, anche nel reperimento delle risorse necessarie, quantificate in 172 milioni dalla stima fornita dalla commissione tecnico-istituzionale voluta dalla Regione nella scorsa legislatura. Il Ministero dell'Ambiente per la potabilizzazione delle acque, l'analisi e il monitoraggio dei dati; il Miur per la messa in sicurezza dei laboratori Infn; il Mit per i lavori necessari a isolare le autostrade dalla falda. Punto nodale resta la nomina di un commissario con pieni poteri, compresi quelli relativi alla gestione ordinaria della galleria, come chiede esplicitamente SdP. Un provvedimento che dovrebbe arrivare nell'ambito della conversione del decreto Sblocca Cantieri. Se i tempi fossero lunghi, però, resta sempre disponibile la carta di riserva, ovvero il coinvolgimento della Protezione civile.
Infine la società pare intenzionata a varare altre misure di gestione del traffico, in modo da dimostrare alla Procura di non aver perseverato nel presunto atteggiamento omissivo: ulteriori limiti di velocità per il trasporto delle merci, mantenimento delle distanze di sicurezza tra camion, potenziamento del servizio di pronto intervento delle squadre di emergenza.
GARANZIA
Elementi di garanzia che dividerebbero il peso della questione, consentendo di mantenere la galleria aperta e regolarmente funzionante. La condivisione c'è, manca l'assunzione ufficiale degli impegni. Nonostante il vento positivo, però, anche ieri non sono mancate prese di posizione dure sull'eventualità di una chiusura. Prima del doppio vertice serale a Roma, infatti, i sindaci di L'Aquila e Teramo, Pierluigi Biondi e Gianguido D'Alberto, avevano annunciato il fronte comune con una conferenza stampa in Regione. Biondi ha snocciolato i numeri (2.400 studenti universitari all'Aquila da Teramo e Ascoli, 8.928 pazienti da Teramo all'Aquila tra il 2014 e il 2018 per una spesa sanitaria di 23 milioni), parlando di «una popolazione usata come scudo umano» dal continuo braccio di ferro tra SdP e Mit. D'Alberto gli ha fatto eco parlando di «un ricatto non più sostenibile per il territorio» e di «un danno di immagine con effetto già devastante». Il vice presidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris, ha replicato senza affondare: «Lascio stare le polemiche, ma quando si arriva a parlare di sceneggiata o di tensione ad arte, bisognerebbe guardare al risultato oggettivo: alla fine c'è grande attenzione sull'Abruzzo per risolvere il problema».

Il vicepresidente di SdP Fabris «C’è l’accordo sul piano del Mit». Marsilio come commissario il consiglio regionale si divide

L’AQUILA Le notizie positive arrivate da Roma non sono state sufficienti al Consiglio regionale, riunito ieri in seduta straordinaria (alla presenza di molti sindaci), per esprimersi in maniera unitaria e senza divisioni sull’emergenza Gran Sasso. Alla fine di un lungo dibattito, infatti, sono arrivati in votazione due documenti, nonostante i timidissimi tentativi di giungere a una sintesi. Uno del centrosinistra, emendato rispetto all’originario con la richiesta, esplicita, di nominare commissario il governatore Marco Marsilio; l’altro del centrodestra con un’indicazione generica su questo aspetto. E così nella doppia votazione è stato approvato solo quello della maggioranza con l’astensione del resto dell’aula; stessa cosa, a parti invertite, è accaduta con il documento proposto dal centrosinistra (anche qui astenuto M5S). Giovanni Legnini ha criticato la «pigrizia politica, si poteva esercitare uno sforzo aggiuntivo per proiettare all’esterno una cosa diversa». In una successiva nota il centrosinistra ha spiegato: «Le proposte del centrosinistra miravano a definire una posizione di forza dell’istituzione regionale, ma la maggioranza di centrodestra ha scelto di non assumersi alcuna responsabilità, mentre il gruppo dei 5Stelle ha sostenuto che va tutto bene perché “ci pensa Toninelli”. Il documento dell’opposizione, che ha manifestato la massima disponibilità a giungere ad una soluzione unitaria, chiedeva infatti che fosse la Regione a coordinare le attività e gli interventi e che si proponesse al Governo di nominare Commissario straordinario per l’esecuzione degli interventi il Presidente della Giunta. Un’occasione persa». Il centrodestra ha anche inserito un richiamo all’applicabilità di una norma in considerazione dell’unicum del sistemaGran Sasso in cui le captazioni delle acque sono al di sotto delle infrastrutture. In questo una esponente di una associazione che si batte per l’acqua del Gran Sasso ha visto una deroga alle leggi ambientali, mostrando in aula un cartello contro il vice presidente Emanuele Imprudente. Marsilio, sul tema commissario, ha detto di «essere alto, grosso e con spalle larghe», di non volersi sottrarre, ma senza imporre al governo.

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