Iscriviti OnLine
 

Pescara, 19/04/2024
Visitatore n. 736.216



Data: 17/05/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Strada dei Parchi: il traforo resta aperto. Spenti gli avvisi sull'A24 che annunciavano il divieto di transito da domenica. Fabris: obiettivo raggiunto. Ecco le tappe che hanno portato alla decisione. E ora tutti esultano. Da Vacca a Marsilio e Biondi: le reazioni per l'annuncio di Sdp

PESCARA L'Abruzzo delle autostrade non resterà isolato. Strada dei Parchi ha infatti revocato la chiusura del traforo del Gran Sasso annunciata per la mezzanotte di domenica prossima. Non è un dietrofront ma l'atto conclusivo di una serie di incontri che si sono succeduti da lunedì scorso fino a ieri mattina. Tre tappe che partono da molto lontano, ottobre 2018, e che hanno fatto esplodere, a livello nazionale, il caso Gran Sasso e l'emergenza per il rischio di contaminazione delle falde acquifere. Una emergenza finita nel mirino della magistratura di Teramo. Ma Strada dei Parchi, dopo aver sollevato una bufera che non ha precedenti, annunciando l'interdizione del traforo che ha smosso ministeri ed enti locali, ha raggiunto l'obiettivo. E può rivendicarne il merito oltre che abbassare la guardia revocando l'annunciata chiusura del traforo.LE TAPPE. Sono tre. Le ripercorriamo nella sostanza. L'incontro di lunedì scorso, tra Sdp e Mit, pone le basi. E permette di definire una serie di interventi di mitigazione del rischio di contaminazione della falda acquifera: il restringimento delle carreggiate nelle gallerie del Gran Sasso per consentire un controllo più stretto del traffico; l'installazione di un sistema per monitorare la distanza tra i mezzi che dovrà essere di 150 metri; il rafforzamento delle squadre di pronto intervento e l'intervento sulle scoline che raccolgono l'acqua reflua del manto stradale per escludere contaminazioni dell'acqua potabile.OGGI DAL MIT. Misure che saranno adattate subito, insieme ad altre che verranno stabilite oggi in un ulteriore incontro al Mit fissato per le 8.30, in attesa della nomina del commissario straordinario che dovrà progettare e mettere in atto gli interventi radicali per la messa in sicurezza. Ma al primo incontro di lunedì ha fatto seguito il vertice a Roma, un summit senza precedenti, con le maggiori parti interessate, prime fra tutte ministero dell'Ambiente e Protezione civile, convocati da Gino Scaccia, capo di gabinetto del ministro Toninelli.
IL VERTICE. È grazie a questo vertice che i ministeri hanno assunto gli impegni di aumentare i controlli ambientali e di garantire la potabilità dell'acqua. Obiettivi fondamentali che saranno messi a fuoco questa mattina. Ma prima di oggi c'è stata la terza tappa, quella di ieri in procura a Teramo dove Regione, Mit e Protezione civile, hanno in sintesi informato i magistrati di tutte le misure che saranno adottate.Ottenendo, di fatto, un via libera da parte della procura che ha già citato a giudizio amministratori e società Strada dei Parchi oltre che responsabili dell'Istituto di fisica nucleare e Ruzzo reti.
TUTTO CAMBIA. Ma il nuovo scenario che si è delineato negli ultimi giorni, dopo la presa di posizione della società concessionaria che ha trasformato il problema traforo in un caso nazionale da affrontare subito e in modo radicale, finirà anche per incidere a livello penale, al processo già fissato per il 23 settembre, in modo favorevole all'imputato eccellente Sdp, il cui ruolo è stato comunque determinante. Proprio all'esito dell'incontro in procura, la società che ha in concessione l'autostrada ha fatto sapere di voler revocare la chiusura e, pur non avendo ancora diramato un comunicato ufficiale, ha spento le scritte che comparivano sull'A24, prima del traforo, con cui annunciava il provvedimento di domenica prossima.
PARLA FABRIS DI SDP. «Anche alla luce delle dichiarazioni rassicuranti rese all'uscita della procura di Teramo dal governatore Marco Marsilio e soprattutto dal ministero dei Trasporti e Infrastrutture (Gino Scaccia, ndr), stiamo lavorando per revocare la decisione di chiudere il traforo», dichiara Mauro Fabris, vicepresidente di Strada dei Parchi, che annuncia, per oggi, il deposito in procura a Teramo di una dettagliata memoria difensiva con il resoconto di tutte le attività di prevenzione messe in cantiere. Una memoria, quindi, che provi la volontà di operare per ridurre il rischio di inquinamento delle falde, un problema che Strada dei Parchi ha segnalato al Mit già ad ottobre, avvisando Toninelli di una possibile chiusura del traforo e ribadendolo poi ad aprile scorso quando, dal ministero, è arrivata una risposta chiara, quella che esclude che su Sdp ricadano gli oneri per la messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso che costa oltre 170 milioni di euro.
NIENTE RETROMARCIA. Si può parlare, alla luce di quanto è accaduto, di un dietrofront da parte della società concessionaria dell'autostrada?La risposta di Fabris è lapidaria, ed è rivolta a chi, dopo l'annuncio della revocata della chiusura, ha gridato vittoria assumendosene i meriti: «Rivendichiamo con forza questa azione avviata sin dall'ottobre scorso», dice, «un'azione che ha consentito che il problema diventasse di dimensioni nazionali come ha ben compreso il ministro Toninelli».
IL PERICOLO EVITATO. E il ministro dei 5 Stelle infatti dichiara: «Dopo molteplici incontri a tutti i livelli, ecco il primo, eccellente risultato: il traforo del Gran Sasso non chiuderà. Il duro lavoro premia sempre. E la mediazione istituzionale del mio ministero è risultata anche stavolta decisiva. Siamo di fronte a un altro bel successo». E conclude: «Salviamo dall'isolamento una terra splendida come l'Abruzzo».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it