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Pescara, 20/04/2024
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Data: 26/11/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Anche i fondi degli esodati per finanziare il Giubileo. Oltre 123 milioni dalle risorse destinate a chi ha perso il lavoro e non ha la pensione. Altri finanziamenti con la riduzione degli incentivi per gli autotrasportatori.

ROMA Sembra quasi che ci sia un corto circuito. Da un lato ci sono gli esodati, i lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione dopo la riforma Fornero, il cui numero sembra crescere giorno per giorno. Dall’altro c’è il governo che continua a stanziare miliardi per risolvere il problema, ma alla fine i soldi avanzano sempre. L’ultima sorpresa è emersa dalle bozze del decreto da oltre un miliardo di euro, che Palazzo Chigi licenzierà nei prossimi giorni per garantire i fondi per il Giubileo.
Nel provvedimento ci sono due voci che «drenano» ben 523 milioni di euro dal fondo degli esodati per destinare 400 milioni al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e 123 milioni proprio alle opere per l’evento. Il decreto spiega che si tratta di «risparmi accertati» relativi al 2015, a seguito dell’attività di monitoraggio e verifica effettuata sulle domande di salvaguardia per anticipare la pensione presentate da chi ne ha diritto. Se a queste somme si aggiungono i 485 milioni stanziati nell’ultima legge di Stabilità, ottenuti grazie ai risparmi del 2013 e del 2014 sui fondi per gli esodati, il conteggio totale dei minori esborsi rispetto a quanto previsto dal governo per tutelare i lavoratori incastrati dallo scalone della Fornero, supera ormai il miliardo di euro. Un vero e proprio tesoretto.
LE CIFRE
Il punto è che nelle prime sei operazioni di salvaguardia degli esodati, il governo aveva previsto di coprire 170.230 persone con uno stanziamento complessivo di oltre 11 miliardi di euro (11,66 per l’esattezza). Dopo un monitoraggio sulle domande accolte, era stato verificato che in realtà ad essere coperte erano state “solo” poco più di 146 mila persone, con un risparmio di circa 500 milioni sui fondi stanziati. Soldi poi utilizzati per organizzare una settima operazione di tutela per altri 26 mila esodati circa, allargando le maglie dei requisiti per ottenere la pensione, e anche per riaprire i termini per la cosiddetta «opzione donna», la possibilità data alle lavoratrici, di lasciare l’impiego in anticipo, a 57 anni di età con 35 anni di contributi, accettando però il ricalcolo della pensione con meno conveniente metodo contributivo. Ma è evidente che dai conteggi sulle risorse spese per gli esodati, è già possibile stabilire che nel 2015 ci saranno altri 523 milioni che non saranno spesi e che sono stati dirottati su altre voci, come la cassa in deroga e i fondi per il Giubileo.
LE ALTRE VOCI
In realtà le coperture del provvedimento non arrivano solo da questa voce. Una parte consistente, altri 500 milioni circa, sarà ottenuta attraverso un taglio ai bilanci di quest’anno dei ministeri. Considerando che alla fine dell’anno manca poco più di un mese, si tratta di uno sforzo considerevole. I soldi sarebbero stati trovati nelle pieghe dei bilanci, andando a definanziare voci di spesa per le quali c’è uno stanziamento ma che, arrivati ormai alla fine dell’anno, non è ancora stato speso. Si tratta, insomma, di fondi che avrebbero finito per alimentare i residui dei bilanci ministeriali. Il decreto con i soldi per il Giubileo, poi, sarà in parte finanziato anche con un taglio degli incentivi per gli autotrasportatori delle regioni confinanri con l’Austria e con una quota della super-Ires pagata dalle aziende energetiche.

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