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Pescara, 29/03/2024
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Data: 02/02/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Sospesa la pista ciclabile che passa per Fontanelle. La Soget trasporti vince il primo round al tar

SAN GIOVANNI TEATINO Il Tribunale amministrativo regionale sospende la pista ciclabile che dalla via Aldo Moro di Pescara arriva alla via Cavour di Sambuceto, all’altezza della nuova chiesa di San Rocco. Nel progetto messo a punto dall’amministrazione comunale, la greenway, larga all’incirca 3 metri, passa in mezzo alle proprietà delle aziende Soget Trasporti Srl e officina Vamar, a Fontanelle, in via Fosso Cavone. Dopo l’udienza di giovedì scorso, i giudici della prima sezione del Tar di Pescara, presidente Michele Eliantonio, consiglieri Alberto Tramaglini e Massimiliano Balloriani, hanno promulgato l’ordinanza di sospensiva cautelare degli atti impugnati dal ricorrente Soget, che si oppone al passaggio della strada per le biciclette al centro del piazzale dell’azienda, dove si trovano diverse strutture logistiche e attrezzature fondamentali per continuare a operare, come le pompe di carburante, l’officina meccanica e l’impianto per il lavaggio dei tir. In ballo c’è la prosecuzione delle attività della Soget e dell’officina Vamar, presenti a Fontanelle da oltre trent’anni, con il conseguente rischio della perdita di ben cinquanta posti di lavoro. Difesa dagli avvocati Giulio Cerceo e Laura Di Tillio, la Soget ha chiesto al tribunale amministrativo l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della delibera 109 del 3 agosto 2015 del consiglio comunale di Pescara, sul piano particolareggiato di riqualificazione di Fontanelle, in variante al Piano regolatore generale, della delibera di giunta 691/2015 del 17 novembre e del decreto del 20 novembre di occupazione d’urgenza delle aree di proprietà della Soget. Contro il ricorso il Comune si è costituito affidando l’incarico legale all’avvocato Marco De Flaviis. Secondo il collegio giudicante del Tar, «l’amministrazione comunale non appare aver tenuto conto di tutte le ragioni esposte dalla parte ricorrente, anche con le osservazioni al piano particolareggiato. In particolare, non appare aver valutato la possibilità di scegliere un tracciato, peraltro già non rettilineo, tale da minimizzare il pregiudizio per il ricorrente, in ossequio al principio di proporzionalità e minimo mezzo, che occorre rispettare soprattutto nelle scelte di tipo urbanistico che conducono a vicende ablatorie». Il Comune, secondo molti, avrebbe dovuto quanto meno ipotizzare un percorso alternativo per la pista ciclabile, che poi se passa in mezzo ad attività industriali dove c'è un continuo andirivieni di camion e tir è pure poco green. L’udienza per entrare nel merito del ricorso e per la sentenza definitiva è stata fissata al 17 giugno.

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