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Pescara, 28/03/2024
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Data: 04/02/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bimbo travolto: «Colpa delle Ferrovie». La difesa di genitori e nonno del piccolo Francesco Spinelli all’attacco nella prima udienza: «Linea senza protezioni». In tre sono accusati di abbandono di minore: il bambino di soli tre anni fu investito nel 2014 da un treno regionale.

CHIETI La difesa della famiglia Spinelli (madre, padre e nonno), sotto processo in Corte d’assise a Chieti per la morte del piccolo Francesco di soli 3 anni, ucciso da un treno regionale il 24 maggio del 2014 mentre giocava sulle rotaie nei pressi della stazione San Marco di Pescara Porta nuova, si affida all’esperimento giudiziale per cercare di uscire dalla pesante accusa di abbandono di minore, reato aggravato dalla morte del bimbo. Ieri, davanti ai giudici togati e a quelli popolari, si è aperto il processo con l’ammissione delle prove e questa richiesta presentata dall’avvocato Luca Sarodi . «Lo abbiamo chiesto - ha detto il legale della famiglia imputata - perché occorre compiere alcuni approfondimenti sul luogo della tragedia. La prima cosa che salta agli occhi, è che non è possibile che ci siano 600 metri di ferrovia completamente privi di recinzione, proprio a ridosso di un parco giochi per bambini. Un’altra stranezza è che le Ferrovie dello Stato non risultino indagate. Quando un automobilista investe un pedone uccidendolo, viene immediatamente indagato per omicidio colposo, mentre in questo caso viene esclusa qualsiasi responsabilità, mentre a mio avviso ci sarebbero quanto meno gli estremi per la culpa in vigilando». L’avvocato anticipa in sostanza parte della linea difensiva che verrà sviscerata nel corso della prossima udienza del 14 marzo quando verranno ascoltati anche i 32 testi del pm Andrea Papalia e i cinque testi della difesa (la pediatra del piccolo e quattro familiari).
LE PROVE AMMESSE
Il presidente della Corte, Geremia Spiniello, ha ammesso le prove, riservandosi di decidere sulla richiesta di esame giudiziale all’esito delle prove testimoniali. La difesa vorrebbe che l’intera Corte, chiamata a decidere su un reato così grave, si rendesse conto di persona dello stato dei luoghi e del percorso che avrebbe fatto la piccola vittima insieme al fratellino di due anni, salvo per miracolo. Sul banco degli imputati siedono la madre, Loreta De Rosa, che risponde del reato più grave di abbandono di minore, che ha poi trascinato davanti alla Corte anche i due coimputati che sono il padre del bimbo, Virgilio Spinelli, e il nonno Cristoforo, accusati di concorso in omicidio colposo. I familiari, con responsabilità diverse, non avrebbero vigilato sui bambini che uscirono dal cortile di casa attraverso un buco della recinzione, finendo sulle vicine rotaie.

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