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Pescara, 19/04/2024
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Data: 05/02/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Ryanair chiede risposte ma i tempi sono stretti. La Saga non può superare 2,5 milioni, proposto un fondo economico delle imprese. Raffica di interrogazioni parlamentari mentre procede la ricerca di altre compagnie. Il 12 febbraio Consiglio straordinario sull’aeroporto

PESCARA Una raffica di interrogazioni da destra e da sinistra trascina in Parlamento l’addio all’Abruzzo di Ryanair facendolo diventare un caso di interesse nazionale insieme alle altre sedi (Alghero e Crotone) che la compagnia aerea low cost ha deciso di chiudere dal 26 ottobre . A Pescara verrebbero forse lasciate due sole rotte (Bergamo e Bruxelles Charleroi) con il trasferimento di 48 dipendenti (piloti, assistenti di volo). E’ dal 2009 che la low cost è di casa a Pescara con contratti pluriennali stipulati con Saga (società regionale dei servizi aeroportuali) comprensivi de gli incentivi e dei contributi marketing per 60 milioni di euro. Grazie ai suoi voli, lo scalo ha potuto superare la soglia dei 500mila passeggeri annui ed essere classificato di “interesse nazionale”, cosa che consente di attingere a risorse per servizi e manutenzione. Una “giostra” che è finita nel momento in cui l’Europa si è impuntata e ha detto stop agli aiuti di Stato. Gli aeroporti si sono dovuti attenere alla normativa e gli Enti pubblici (nel caso in cui li avessero ancora previsti) hanno rivisto i contributi solo in presenza di parametri economici finalizzati al sostentamento. Ryanair ha di contro indicato nell’aumento delle tasse governative di 2,50 euro a passeggero il motivo ufficiale del suo ritiro. Saga è dal 2014 – prima quindi che a giugno scade il contratto Ryanair – che ha avviato la procedura di evidenza pubblica per raccogliere manifestazioni di interesse verso nuove rotte da Pescara da parte di compagnie aeree secondo un piano industriale finalizzato al pareggio nel 2018. E il budget a disposizione degli incentivi è stato dimezzato a 2,5milioni. All’avviso sembra che nessuno abbia risposto, finora. Neanche Ryanair che per restare chiede invece il rinnovo del contratto ai “soliti” 5 milioni euro tutto compreso (marketing e incentivi) con forme compensative al caro-tasse. La trattativa è partita con un equivoco. Ryanair chiede risposte entro poche settimane per poter programmare la stagione invernale 2016-2017 mentre in Abruzzo si continua a dire che ci sono 8 mesi di tempo. Ed è poi tutto da vedere come poter inserire questa trattativa nelle more della direttiva europea che vieta il finanziamento delle rotte già avviate e consolidate (come le attuali di Ryanair), di tour operator e di contratti pluriennali, ma consente solo incentivi “a tempo” per nuove linee. La partita è sugli sconti che può offrire Saga a Ryanair e sul piano marketing. La società regionale guidata dal presidente Nicola Mattoscio ha dimostrato (“neo test”) alla low cost irlandese come con 2,5 milioni di euro sono sostenibili, dal punto di vista costi-ricavi, le attuali sette rotte (5 annuali e due estive) da Pescara. Ma la compagnia avrebbe continuato a insistere sui contributi. Una risposta concreta arriva dal segretario del Pd di Pescara Moreno Di Pietrantonio: «L'imprenditoria privata insieme alle Camere di Commercio, abbandoni i piagnistei e si faccia avanti, entrando nella gestione e recuperando la somma che manca, circa un milione/un milione e mezzo di euro, per fare in modo che la Ryanair continui a garantire i collegamenti con il nostro Abruzzo». E’ quanto hanno già pensato di fare nel nord della Sardegna dove le imprese hanno istituito un Fondo economico con l'obiettivo di convincere Ryanair a rimanere ad Alghero. Nel frattempo si moltiplicano le interrogazioni. Il deputato Fabrizio Di Stefano (Fi) ha presentato un'interrogazione al Ministro dei Trasporti «per conoscere se ha contezza dei danni che l'aumento delle tasse aeroportuali sta causando e quali azioni vuole intraprendere per evitare che Ryanair non dia seguito ai tagli». Secondo Di Stefano «a fronte di un maggiore introito di circa 380 milioni di euro si crea un danno per un valore enormemente superiore. Anche in termini di gettito fiscale il previsto maggior introito sarà sicuramente annullato dalla perdite che con questa contingenza ne derivano». I deputati di Sel, Gianni Melilla e Michele Piras interrogano il ministro della Infrastrutture e dei Trasporti affinché sia riconsiderata la decisione di incrementare la tassa aeroportuale. In un 'altra interrogazione il senatore Paolo Arrigoni, di NcS Abruzzo, chiede al governo di intervenire, anche per contenere le inevitabili ricadute economiche negative sull'Abruzzo: «I soldi pubblici sono stati destinati, in realtà, per finanziare le compagnie aeree a scegliere il nostro aeroporto falsando il mercato: la politica avrebbe invece dovuto impiegare le risorse in opere di ampliamento e di ammodernamento dello scalo».

Il 12 febbraio Consiglio straordinario sull’aeroporto

PESCARA È stato convocato un consiglio comunale straordinario, che si terrà venerdì 12 febbraio, alle 16,30, per parlare dell’aeroporto a seguito della decisione di Ryanair di andare via da Pescara. Su questa questione ieri è intervenuto anche l’assessore comunale al commercio Giacomo Cuzzi. «Il rilancio del turismo e dell'economia turistica», ha detto, «si basa in maniera determinante sulla capacità di collegare il nostro territorio con il resto del mondo e sulla necessita di intercettare la voglia che cresce di Bel Paese. Lo dicono le linee dell'azione del governo Renzi per cui il nostro Paese, grazie alle bellezze e alle straordinarie potenzialità, dovrà divenire il villaggio turistico del mondo e in questo contesto la nostra regione deve riuscire ad emergere in termini di crescita nel settore esaltando le potenzialità inespresse e le unicità». «Bisogna passare da una concezione fai-da-te», ha aggiunto, «ad una vera politica industriale del turismo, e in questo scenario bisogna che la politica trovi le soluzioni per potenziare le infrastrutture e rilanciare l'aeroporto».

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