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Data: 27/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Legnini accusa: maggioranza senza rotta. Il capo del centrosinistra allargato getta un macigno nello stagno. E dice: «Governo Marsilio caratterizzato dall'inerzia»

CHIETI È una maggioranza che naviga a vista. Un centrodestra che risponde con l'inerzia a temi cruciali per l'Abruzzo. E che non s'indigna di fronte al taglio di 75 milioni di euro destinati alla ricostruzione dell'Aquila. Così dice Giovanni Legnini, capo dell'opposizione di centrosinistra in consiglio regionale, che si dichiara molto preoccupato. E con un'intervista rilasciata al Centro lancia un masso nello stagno. La prima domanda è sulle assenze istituzionali importanti nel giorno dedicato alla libertà.Un anno fa il presidente Mattarella celebrò in Abruzzo il 25 aprile. Quest'anno la ricorrenza è stata caratterizzata da un'evidente assenza di una buona parte delle istituzioni regionali di maggioranza. Secondo Giovanni Legnini è un segnale preoccupante? «Certo che lo è. Il Presidente Mattarella affermò a Casoli che la resistenza italiana ebbe inizio in Abruzzo, non solo perché la nostra terra era attraversata dalla linea Gustav.L'eroismo della Brigata Maiella e di tanti gruppi partigiani, le insurrezioni, le battaglie e gli eccidi in molti paesi e città abruzzesi, la funzione essenziale delle donne e dei giovani in quegli anni bui, rappresentano le fondamenta solide dell'identità e dell'amore per la democrazia e la libertà di noi abruzzesi. Di ciò dobbiamo essere fieri. Per fortuna, in tanti hanno partecipato alle manifestazioni a Taranta Peligna e a Luco, dove sono andato, come in altre città e paesi. Mi auguro che la festa del 25 aprile torni ad unire e non a dividere gli italiani, come purtroppo è accaduto anche quest'anno con tentativi di rigurgiti neofascisti e di revisionisti improvvisati». In Abruzzo, con una maggioranza di governo molto impegnata nelle operazioni di spoil system, cioè ad occupare enti strumentali e società controllate o partecipate, che cosa sta accadendo in consiglio regionale? È tutto fermo oppure sono state approvate le prime leggi? «Nessuna iniziativa di rilievo è stata sino ad oggi assunta e ciò mi preoccupa. Stiamo ancora attendendo di capire quali saranno le scelte e le decisioni di questa maggioranza, dopo una campagna elettorale tambureggiante e demolitrice anche di risultati che oggi vengono da loro stessi riconosciuti, come l'equilibrio dei conti nella sanità. La sensazione è quella di una maggioranza senza rotta, che fatica ad entrare in sintonia con le aspettative e i problemi della nostra splendida terra». Quali sono secondo lei i grossi temi di questa regione che non vengono affrontati, oppure che vengono trattati senza giungere ad alcuna proposta concreta?«L'elenco sarebbe lungo, cito le urgenze più note che richiederebbero iniziative conseguenti: la ricostruzione, la bonifica di Bussi, la messa in sicurezza del delicato complesso idrico-scientifico-infrastrutturale del Gran Sasso, le tariffe autostradali che a luglio rischiano di aumentare fortemente e gli interventi improcrastinabili sull'A24 e A25, il lavoro e le crisi industriali, il sistema sanitario che doveva essere rivoltato, le opere infrastrutturali finanziate negli ultimi anni e da avviare. E potrei continuare. Il Presidente Marsilio ha assunto qualche iniziativa ma, ad oggi, non vi è alcun risultato concreto. Non tutto è riconducibile alle competenze regionali ma l'Istituzione che ci rappresenta deve farsi carico di far valere le nostre ragioni anche presso il Governo nazionale». A dieci anni dalla ricostruzione si tagliano i fondi per l'Aquila. È così?«Nel decennale del sisma aquilano, dopo la partecipazione del Presidente del Consiglio alla fiaccolata in ricordo delle vittime, la prima decisione del Governo è stata quella di sottrarre, destinandoli ad altre finalità, 75 milioni di euro dal fondo di oltre 5 miliardi che noi avevamo stanziato nel 2014 per far decollare e dare continuità alla ricostruzione. Una decisione grave, che va ben al di là del valore della risorsa. Un segnale inaccettabile a fronte del quale non si alzano voci dalle maggioranze di governo nazionale e regionale. Quei fondi vanno restituiti e mi auguro che il Parlamento vi provveda». Tra i problemi più incalzanti c'è quello del rischio per le falde acquifere del Gran Sasso. Secondo lei la questione si risolverà con la nomina del commissario straordinario invocata dal governo regionale di centrodestra? «Un commissario ha già agito per 4-5 anni e non ha risolto i problemi. Se ne può nominare un altro purché sia chiaro che si tratta di uno strumento e non del fine che è quello della messa in sicurezza definitiva, come già puntualmente indicato nella delibera della giunta uscente nel gennaio scorso. Occorrono molte risorse, di cui lo Stato deve farsi urgentemente carico, un forte coordinamento tra i soggetti istituzionali coinvolti, una partecipazione costante dei sindaci e delle associazioni rappresentative di tutti gli interessi coinvolti, nel segno della tempestività e trasparenza nelle scelte. Non ci opporremo alla nomina di un commissario ma non vorrei che limitandosi a tale richiesta si voglia solo allontanare la responsabilità di decisioni che devono riguardare tutti, ciascuno per i poteri e i doveri che ha. Intanto, è indispensabile scongiurare la chiusura dell'autostrada, ottenere le risorse e avviare con urgenza la progettazione degli interventi già individuati». Sappiamo che lei ha già tenuto incontri con le parti interessate. A quale conclusione siete giunti?«Abbiamo incontrato l'Istituto nazionale di fisica nucleare e le associazioni ambientaliste e ascoltato i rappresentanti di Strada dei Parchi. Abbiamo ricevuto indicazioni approfondite e preziose. Ne faremo tesoro per contribuire a far sì che un sistema così delicato e complesso possa essere messo in sicurezza, salvaguardando anche l'onore della nostra regione. Chiederemo di convocare un Consiglio regionale straordinario su un tema così importante che coinvolge interessi di primissimo ordine, tutti meritevoli di tutela: la necessità inderogabile di garantire la salubrità dell'acqua, l'irrinunciabile collegamento autostradale, la ricerca scientifica di rango elevatissimo. È di ieri la notizia della registrazione di uno degli eventi più rari dell'universo proprio in quei laboratori, unici al mondo, per merito degli scienziati che vi operano». Stiamo andando verso il terzo mese del nuovo governo regionale. Il presidente, Marco Marsilio, impegna buona parte del suo tempo per conoscere il territorio. Se invece avesse vinto lei, che cosa avrebbe già fatto?«Esattamente ciò che abbiamo dettagliatamente indicato nel programma di governo. Le elezioni comunque le ha vinte il centrodestra a trazione leghista. Al Presidente eletto e alla sua maggioranza tocca assumere le iniziative, a noi spettano il controllo, le proposte migliorative e l'opposizione a provvedimenti sbagliati, anche dura quando sarà necessario. E di fronte all'inerzia, che già si profila su diversi temi, utilizzeremo i sia pur limitati strumenti che le norme statutarie e regolamentari attribuiscono all'opposizione». Infine come giudica l' apparente silenzio dell'altra faccia dell'opposizione, i 5 Stelle, che nella passata legislatura era molto presente, attiva e critica contro chi governava?«Non la giudico. Non faccio l'opposizione all'opposizione, come invece loro, fino a questo momento, hanno mostrato di voler fare anche con posizioni inutilmente rancorose. Ma li capisco perché si trovano a navigare dentro la litigiosa e sempre più traballante alleanza di Governo nazionale».

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