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Data: 15/02/2019
Testata giornalistica: Il Centro
L'analisi del voto in Abruzzo - Tra presidenti e partiti finisce 4 a zero. A Marsilio, Legnini e Marcozzi più voti delle liste. I candidati leghisti conquistano 57mila abruzzesi in più, gli M5S 186mila in meno. Pezzopane contro Marsilio: «Rispetto per i nostri sindaci». Febbo spara a zero su Rivera. La Corte dei conti lo smentisce. Toninelli: «Brava Marcozzi Sei stata straordinaria»

L'AQUILA Finisce 4 a 0 la sfida tra candidati presidenti e liste. Marsilio, Legnini e Marcozzi hanno preso, tutti insieme, 25mila voti in più delle liste che li sostenevano. Il vantaggio maggiore di 12 mila preferenze l'ha ottenuto il candidato delle civiche e del Pd. Parliamo di personaggi eletti, ma anche Flajani ha vinto la sua partita. I presidenti hanno convinto gli abruzzesi più dei candidati consiglieri. Che la Lega sia il primo partito è invece assodato: ha raddoppiato il risultato delle Politiche 2018, superando il 27% dei consensi. Ma non a discapito degli alleati, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Per i sondaggisti, in particolare Youtrend, il flusso dei voti va dai 5 Stelle alla Lega. In dieci mesi, in Abruzzo, il M5S è passato da oltre 300 mila preferenze a meno di 120 mila, perdendo 6 voti su 10. In provincia di Teramo la Lega raggiunge addirittura il 33%. Al contrario, i 5 Stelle ottengono il loro miglior risultato in provincia di Chieti, ma solo grazie alla candidatura doppia di Sara Marcozzi come presidente e consigliera. Il tallone d'Achille della Lega è invece L'Aquila (con il 23%) dove anche i 5 Stelle crollano al 13%. Un flusso di voti, almeno per quanto riguarda il Carroccio, che si è spostato verso Fratelli d'Italia. La crescita della Lega e l'emorragia dei 5 Stelle in Abruzzo non hanno però avuto gli effetti previsti dai sondaggisti sugli equilibri del governo. Il voto abruzzese, come si sosteneva prima del 10 febbraio, non ha determinato il divorzio tra Di Maio e Salvini. Ma solo per volontà di quest'ultimo, anche se la somma dei due partiti, che nei sondaggi nazionali supera il 57% dei voti, in Abruzzo si attesta al 47,9%: ben dieci punti in meno. Sull'altro fronte, il risultato della lista del Pd, di poco sopra l'11%, è molto deludente. Addirittura in provincia dell'Aquila il simbolo del PD è stato scelto da meno del 9% dei votanti. E se poi calcoliamo la somma dei voti delle 7 civiche di Legnini si scopre che il distacco dal candidato presidente si attesta sulle 40mila preferenze. Un dato che raffredda gli entusiasmi sul cosiddetto "laboratorio Abruzzo" perché il polo d'attrazione per gli elettori non è stata la formula delle civiche ma la figura del candidato presidente. Nel complesso però il secondo posto con un insperato 31%, dovuto anche ai voti recuperati con i delusi dei 5 Stelle, viene definito un buon risultato dal centrosinistra. Ma questo non implica che la coalizione allargata ad altri soggetti diversi dal Pd possa essere competitiva a livello nazionale. Lo scrive Youtrend che sottolinea una peculiarità tutta abruzzese: dal 1995 ad oggi, infatti, sono stati eletti sei presidenti con una perfetta alternanza tra centrosinistra e centrodestra. A partire da Antonio Falconio fino ad arrivare a MarcoMarsilio, nessun schieramento di governo uscente ha mai rivinto.

Pezzopane contro Marsilio: «Rispetto per i nostri sindaci»

L'AQUILALa deputata Pd, Stefania Pezzopane, scende in campo per difendere i sindaci in scadenza pro-Legnini avvertiti da Marco Marsilio che ha detto loro di iniziare a preparare le valigie perché l'aria è cambiata. «Nell'augurare buon lavoro al nuovo presidente della Regione, convinta che l'Abruzzo ora diventi la terra in cui vivrà, vorrei però segnalare che se il buon giorno si vede dal mattino, l'alba abruzzese purtroppo appare già con un grande nuvolone nero all'orizzonte», afferma Pezzopane. «Come può una personalità politica appena eletta, in una delle cariche tra le più prestigiose della nostra Repubblica, esordire con un gravissimo attacco ai sindaci che non fanno parte del suo schieramento? Quale senso delle istituzioni ha un presidente di Regione che, nel primo giorno del suo insediamento, anziché mettere al centro le priorità programmatiche annunciate in campagna elettorale, mette nel mirino i primi cittadini con fascia tricolore non allineati alla sua nuova/vecchia destra, augurandosi addirittura la loro rapida cacciata? E' una rapida smentita», conclude la deputata Dem, «quella ci aspettiamo da Marsilio oppure le scuse e l'assunzione di un comportamento serio e rispettoso».

Febbo spara a zero su Rivera. La Corte dei conti lo smentisce

CHIETI«Vincenzo Rivera non poteva rivestire né il ruolo di dirigente né tantomeno quello di direttore e, quindi, non deve esitare un minuto in più a lasciare l'attuale incarico da direttore generale della Regione Abruzzo». Il consigliere di Forza Italia, Mauro Febbo, torna ad attaccare l'alto dirigente regionale dopo che una sentenza d'appello ha respinto il ricorso della Regione e confermato il diritto al risarcimento di Carlo Massacesi per essere stato escluso dall'incarico di Direttore del dipartimento Presidenza e Rapporti con l'Europa assegnato a Rivera. Secondo Febbo gli effetti di questa sentenza si estenderebbero al successivo incarico di dg conferito allo stesso Rivera.«Adesso la Regione è esposta a contenziosi e/o probabili ricorsi visto che gli atti firmati da Rivera possono rivelarsi nulli o inefficaci a cominciare dalla Delibera relativa al project financing dell'ospedale di Chieti», sostiene il forzista che accusa anche governo regionale uscente del Pd ed ex governatore Luciano D'Alfonso. E conclude: «Nei prossimi giorni chiederò al neo presidente Marsilio di rivedere il ruolo ricoperto fino ad oggi dallo stesso Rivera». C'è però da precisare che l'oggetto del ricorso, vinto per la seconda volta da Massacesi, non era il contratto firmato tra l'ente e Rivera - tant'è che quest'ultimo è rimasto estraneo al processo - ma il procedimento di selezione adottato dalla Regione. Sul contratto vero e proprio invece si è già chiaramente pronunciata la Corte dei conti che ha chiuso l'inchiesta con un decreto d'archiviazione, firmato il 7 novembre del 2017 dal procuratore regionale Maurizio Stanco, escludendo che Rivera sia stato beneficiato da un illegittimo conferimento d'incarico avendone i titoli.

Toninelli: «Brava Marcozzi Sei stata straordinaria»

PESCARAPer Sara Marcozzi una carezza e uno schiaffo. La prima gliela dà Toninelli: «A me non preoccupa per niente. Anzi ringrazio Marcozzi che ha fatto un lavoro straordinario, non si poteva fare di più, con un sistema elettorale come questo. Ciò che conta è essere sempre dalla parte dei cittadini, sapere cosa si fa e che si può migliorare». Così dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a Radio in blu, rispondendo alla domanda se il risultato del voto in Abruzzo generi preoccupazione nei 5 Stelle.«Il M5s compie 10 anni ed è in continua evoluzione. Rimane sempre fatto da cittadini che erano arrabbiati con chi ha gestito male il Paese e che sono quindi diventati Stato e sono arrivati al governo. È una evoluzione positiva», ha rimarcato Toninelli. E passiamo allo schiaffo: «L'Abruzzo è stato solo l'inizio di una lenta, e non penso purtroppo repentina, discesa del M5s». È l'analisi di Federico Pizzarotti, sindaco ex grillino di Parma, oggi anima di Italia in Comune. Secondo Pizzarotti, il prossimo banco di prova sarà il voto sul processo a Matteo Salvini suo caso Diciotti: «Aspetto di vedere che cosa accadrà alla base se voteranno no», conclude. «Qualcuno dice che capiranno... Vedremo».

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