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Pescara, 18/04/2024
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Data: 28/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Conti della Regione la Corte rileva criticità sull’annualità 2013. Iniziato il percorso di parifica per liberare il bilancio dai paletti imposti dal debito. L’assessore Paolucci: «Avviata una fase nuova»

L'AQUILA I conti sono ancora tutti da verificare, prima di ottenere il via libera da parte dei giudici contabili e prima di poter liberare il bilancio regionale dai rigidi paletti imposti dal debito e chissà, prima o poi, pensare anche ad una riduzione della pressione fiscale. Ieri, d'altronde, è iniziato il percorso di parifica relativo all'annualità 2013, quando invece si dovrebbe già parlare dei conti del 2015. Ma così è in Abruzzo, dove l'accertamento dei residui attivi e passivi è stato fermo per undici anni, dal 2004, e dove il lavoro fatto finora ha già scoperchiato un pentolone con dentro 538 milioni di euro di debiti. E potrebbero non essere tutti, a giudicare dalle criticità sottolineate ieri dalla Corte dei Conti durante l'adunanza pubblica prevista dal procedimento: la qualità degli accertamenti presenta interrogativi su almeno 91 milioni di euro, residui attivi (perlopiù) e passivi, cioè, la cui attendibilità è tutta da approfondire e chiarire. C'è poi la partita (sempre del passato) dei 174 milioni di euro presi «in prestito» per pagare la spesa corrente ed erogati invece per pagare i debiti con i fornitori, quelli insomma sì regolati dal decreto Salva-Regioni (spalmati cioè in trenta anni), ma che comunque vanno iscritti in bilancio.
MARGINE DI INTERVENTO «Siamo consapevoli che dobbiamo migliorare la qualità dei riaccertamenti -spiega l'assessore al Bilancio Silvio Paolucci-ma siamo altrettanto consapevoli di aver avviato una fase nuova e seria sulla gestione dei conti. Nel bilancio 2016 abbiamo accantonato ben 80milioni di euro, proprio per avere un margine di intervento che ci permetta di coprire eventuali scompensi». E' per questo, per il fatto cioè che il debito complessivo deve essere ancora accertato con precisione, che il cordone della cassa è ancora stretto: la scelta cioè di spalmare su sette anni anziché su dieci, come consentirebbe la legge di stabilità, il debito accumulato. Quei tre anni che si traducono in circa 23 milioni di differenza di rata ogni anno, insomma, sono una sorta di cassaforte alla quale attingere non solo per le spese necessarie (la riduzione dei tagli e gli investimenti aggiuntivi a Tua e al trasporto pubblico locale, ad esempio), ma anche in vista di eventuali sorprese che potrebbero uscire dall'accertamento dei residui del 2014. «La Corte dei Conti ci ha chiesto di accelerare le verifiche contabili -continua Paolucci- l'obiettivo è di portare a parifica i conti del 2014 tra la fine di marzo e gli inizi di aprile. Solo così, in considerazione che quelli del 2014 saranno riaccertamenti sicuramente più attendibili, si avrà un quadro più chiaro del fabbisogno di somme e di conseguenza sulla possibilità di utilizzare le eventuali risorse che si dovessero liberare per incrementare la spesa o per ridurre le tasse».
INGESSATO A quel punto, con i conti se non in regola, almeno certi (considerando che nel 2015 la gestione è stata sotto controllo), sarà la politica a poter scegliere. Senza questo passaggio, il bilancio regionale è destinato a rimanere ingessato. A giorni l'atto di parifica dei conti 2013 dovrebbe essere concluso, ma non il lungo e difficile percorso della Regione Abruzzo verso l'uscita da un bollino rosso che si è acceso sempre più negli anni, anche e soprattutto per la mancanza di controllo sulla spesa pubblica. Quel debito che continueremo a pagare per i prossimi sette, dieci e trenta anni, sta lì a ricordarcelo a rate fisse.

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