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Pescara, 19/04/2024
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Data: 29/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Porti, dossier a Delrio per lasciare Ancona e attivare il collegamento Ortona-Civitavecchia.

L’AQUILA Il Governo, per bocca del ministro Graziano Delrio, non ha chiuso a un possibile “spostamento” dei porti abruzzesi dall’autorità di Ancona a quella di Civitavecchia. E’ necessario un passaggio tecnico-documentale, come lo ha definito il governatore Luciano D’Alfonso, che si espliciterà nell’immediato con un dossier che la Regione sottoporrà a Delrio. Un’analisi che conterrà lo stato dell’arte (flussi, costi e altri dati) e, soprattutto, l’importanza strategica della collocazione all’interno del “sistema del mare” di Civitavecchia. Pur con doverosa cautela, c’è una certa soddisfazione dopo il vertice di ieri nella Capitale a cui hanno preso parte, oltre a D’Alfonso, i consiglieri regionali Camillo D’Alessandro e Pierpaolo Pietrucci. Lo si evince chiaramente dai commenti. Il presidente ha detto che «c’è da lavorare, ma le sensazioni sono positive»; D’Alessandro ha parlato di «primo passo che consente di entrare nel merito della strategia» mentre Pietrucci ha esaltato la «disponibilità del Ministro».
LA STRATEGIA

Tra l’altro Delrio ha annunciato la volontà di visitare L’Aquila entro breve tempo per fare il punto degli investimenti infrastrutturali pianificati. A piccoli passi, dunque, ma la Regione è intenzionata a perseguire con decisione la strada dell’alleanza Adriatico-Tirreno. Il perché lo spiega bene Antonio Nervegna, designato dalla Regione come coordinatore per lo sviluppo della portualità: «Questa non è una partita, ma La partita dell’Abruzzo che può diventare cerniera tra i due mari. E’ chiaro che l’Italia si può “tagliare” solo con la logistica. Noi ci candidiamo a diventare lo snodo per i traffici che si muovono da Est a Ovest. Stare con Ancona significherebbe avere un rapporto subalterno, condividere gli stessi vantaggi in una logica di concorrenza e non di complementarietà. Con Civitavecchia ci sarebbe una piena integrazione». Si parla, ovviamente, anche nell’ottica nella suddivisione dei fondi europei d’investimento e non solo nel settore specifico. «Stare fuori dai corridoi europei - spiega Nervegna a questo proposito - significa essere tagliati dalle possibilità di sviluppo. La Regione ha fatto un grande lavoro con il progetto "Ten-T". Entro il 2020 l’Europa prevede di spostare su mare e ferro la gran parte del trasporto merci. Ecco perché l’Abruzzo si candida a diventare la porta dell’Est, il porto di Roma sull’Adriatico». In questa logica già il fatto di essere rientrati nell’ambito di una authority portuale è certamente un passaggio importante.Cosa succederà ora, dunque? Intanto alla preparazione di un dossier seguirà il tavolo documentale e tecnico di cui ha parlato ieri D’Alfonso. La partita è aperta perché sarà necessario un confronto a livello di Regioni (forse nella Stato-Regioni) prima di varare la riforma nella sua completezza. Tra l’altro, così come previsto, ci sarà da designare un componente che rappresenti la Regione all’interno della nuova governance. L’Abruzzo spera che l’apertura di Delrio possa essere foriera di un approdo nel porto «giusto».

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