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Pescara, 18/04/2024
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Data: 20/12/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Dieci giorni per salvare il porto

Dieci giorni per alleggerire la vasca di colmata di almeno 80mila metri cubi di fanghi - quelli al di sopra del cosiddetto piano di campagna - e scongiurare il rischio di un salasso legato alla moltiplicazione dei costi di smaltimento. Il conto alla rovescia è agli sgoccioli e le speranze di farcela sono al lumicino. La situazione è nota: oggi quelle tonnellate di sabbia accumulate al porto sono in parte recuperabili per un ripascimento sommerso o anche per l'edilizia, se trasferite e stoccate in una cava peraltro già indicata dalla Regione, dunque rappresentano una risorsa. Dal primo gennaio 2019 quello stesso materiale sarà invece considerato un rifiuto e come tale andrà conferito negli impianti di trattamento. Dunque diventerà un costo e anche pesante. Tradotto in cifre, ad oggi la previsione di spesa per svuotare la vasca di colmata di 80mila metri cubi di sabbia è di circa un milione, prezzo che si moltiplica per quattro, se non di più, all'inizio del nuovo anno.
LA RESA DEI CONTI
Di questo si parlerà domani alle 10 nella riunione convocata in Regione con il dirigente all'Ambiente, Franco Gerardini. Una resa dei conti con i rappresentanti del Provveditorato alle Opere marittime, organismo da cui dipende il rispetto della tempistica e al quale la Regione lancerà un appello, l'ultimo di una lunga serie finora senza risposta, a fare presto. Dopodiché ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità: va da sé che spendere domani 4 milioni per un intervento che oggi ne costerebbe uno espone al forte rischio di finire nel mirino della Corte dei conti. D'altro canto va pure considerato che un lavoro del genere non s'improvvisa: va elaborato un piano d'intervento nel rispetto delle normative procedurali e ambientali e il fatto che ad oggi - dopo anni - poco o nulla sia stato fatto per la vasca di colmata, giustifica lo scetticismo di chi a Pescara s'è rassegnato allo scenario peggiore, benché fino all'ultimo si tenterà di evitarlo, magari informando direttamente il ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, e sollecitare un suo intervento diretto.
Lo svuotamento della vasca di colmata era programmato da diverso tempo così come era nota la scadenza al 31 dicembre 2018. Effettuata la caratterizzazione della sabbia, si è arrivati ad oggi aspettando lo svuotamento tanto annunciato e mai avvenuto. Parliamo peraltro di una quota pari a un terzo dei fanghi accumulati, che una volta rimossa consentirebbe di procedere a un nuovo dragaggio di cui il porto ha urgente bisogno e che è invece impensabile alle condizioni attuali, non essendoci spazi per stoccare altra sabbia. Danno che si somma a danno, dunque. Una soluzione che potrebbe mettere d'accordo tutti consiste nel preparare un piano d'azione e avviarlo per gradi ma con la certezza di completarlo in tempi brevi. Ma anche su questo è il Provveditorato a doversi esprimere.
MOLI GUARDIANI
Notizie più confortanti arrivano invece per i moli guardiani. Stabilito con l'Arap l'obbligo di prevedere 3 milioni per l'Iva inizialmente non calcolati, si spera di approvare il piano alla prima riunione del Comitato a gennaio e di proseguire con la gara d'appalto. I lavori a protezione dell'accesso delle barche nella darsena dovrebbero iniziare a settembre 2019: guai a fallire, visti i rischi cui sono esposti i pescherecci dopo la parziale apertura della diga foranea

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