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Data: 27/02/2019
Testata giornalistica: Rassegna.it
Driver in piazza, nessuna consegna Amazon a Milano. Presidio degli autisti della Lombardia davanti la sede del colosso digitale. Anche il segretario Cgil Landini al sit-in: "Scioperano perché li stanno sfruttando. Hanno diritti diversi e in competizione tra loro. E non si può essere poveri pur lavorando"

Carichi di lavoro insopportabili, orari senza fine, aziende inaffidabili, ritardi nei pagamenti, forti pressioni per le consegne. È lungo il cahiers de doléances dei driver di Amazon della Lombardia, che oggi (martedì 26 febbraio) hanno fermato le consegne e manifestato a Milano sotto gli uffici della sede del gigante digitale (in piazza XXV Aprile). Il sit-in è stato organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil regionali. “Torniamo a scioperare nella filiera di Amazon per denunciare i carichi di lavoro cui sono sottoposti i driver che tutti i giorni consegnano i pacchi nelle case dei consumatori digitali”, spiegano i sindacati: “I driver sono le uniche facce che, chi acquista, incontra del complesso sistema di distribuzione delle merci del colosso mondiale. Diventano in definitiva la faccia con la quale Amazon entra in contatto con i propri clienti. Eppure oggi sono quelli sottoposti a ritmi di lavoro estenuanti, con un numero di pacchi consegnati che arriva anche al doppio di quelli che mediamente consegna un driver. Un sovraccarico che mette a rischio la sicurezza dei lavoratori e la qualità del servizio offerto”.

"I driver di Amazon scioperano perché li stanno sfruttando: ma noi ci pensiamo alla qualità del lavoro di chi ci dà il servizio che abbiamo richiesto?": così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, arrivato alle ore 14 al presidio dei sindacati per esprimere la solidarietà della Confederazione ai lavoratori. "Mai come oggi - ha aggiunto - il lavoro è stato frantumato con diritti diversi e in competizione tra di loro, e non si può essere poveri lavorando". Il segretario generale della Cgil ha poi concluso affermando che "è aumentato il lavoro povero, cioè sono aumentate le persone che pur lavorando sono povere. C'è dunque il problema di creare nuovo lavoro, quindi di investimenti sia pubblici sia privati".

Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil della Lombardia evidenziano che “le aziende in appalto, per accaparrarsi qualche rotta in più, spremono i dipendenti per consegnare tutto ciò che gli è stato assegnato anche quando il furgone è colmo di pacchi. Non si prendono in considerazione le condizioni meteo, la lunghezza dei tragitti, il traffico. L’importante è consegnare tutto e velocemente”. Nei mesi di novembre e dicembre, ad esempio, il numero dei dipendenti “assunti per le consegne dalle aziende in appalto ad Amazon è triplicato, ma erano tutte assunzioni a tempo determinato. Un fenomeno diffuso nel settore. Dopo il picco natalizio, infatti, decine di lavoratori e lavoratrici sono rimasti a casa”. I sindacati rimarcano anche che “le quote di mercato conquistate da Amazon aumentano, ma a questo incremento non segue un efficiente incremento del personale. Al contrario, vi è un ancora troppo diffuso utilizzo di partite Iva con un unico committente. Sembra che Amazon faccia finta di non guardare alla sua crescita e viva alla giornata”.

I sindacati lombardi ricordano che nell’ottobre scorso era stato raggiunto un accordo di filiera che uniformava il trattamento retributivo dei driver in tutta la regione. “Oltre a confermare l’applicazione del contratto collettivo della logistica, l’accordo prevede di norma un limite all’orario di lavoro giornaliero che prima non veniva rispettato”, spiegano Filt, Fit e Uiltrasporti: “Affinché l’accordo possa essere rispettato è prevista l’installazione di timbratrici che, dopo quattro mesi, stiamo ancora aspettando. Persiste tutt’oggi da parte di queste aziende una resistenza sulla retribuzione dello straordinario che loro stesse pretendono dai dipendenti, continui sotterfugi per aumentare la flessibilità e nessuna risposta sulle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali”.

E non finisce qui. “Possiamo aggiungere i ritardi nel pagamento degli stipendi, le buste paga costantemente sbagliate, le franchigie per i danni ai mezzi utilizzate come strumento di autofinanziamento aziendale, la difficoltà delle aziende a stare dentro le regole”, concludono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Uil della Lombardia. Da qui la richiesta di “un intervento responsabile di Amazon sulla filiera, che viene frammentata sempre di più, e di un piano concreto sul carico di lavoro e sulle assunzioni per redistribuire le consegne, aumentare la qualità e costruire lavoro stabile. Perché se il futuro sarà digitale e smaterializzato, le persone continueranno a essere un valore”.

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