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Data: 13/06/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Troppi guasti, pochi bus» Atac mette gli autisti in ferie. Attese infuocate e ressa alle fermate: «In piedi per mezz’ora con 33 gradi»

Piuttosto che lasciarli nelle rimesse a fare il sudoku - con la giornata di lavoro pagata per intero - l'Atac ha deciso di mettere in ferie quasi 300 autisti. Da ieri. Motivo: non ci sono bus da guidare. O meglio, ci sarebbero, ma la metà di quelli che dovrebbero fare la spola tra un capolinea e l'altro sono fermi ai box per guasto. Quasi sempre è colpa dell'aria condizionata. La società del Campidoglio, va riconosciuto, stavolta i compiti a casa li aveva fatti: la manutenzione dei climatizzatori era partita in primavera e quasi l'80% dei mezzi è stato revisionato. Il fatto è che la flotta è arci-datata, oltre 12 anni di media. E fino a quando non arriveranno le navette ordinate di fresco dalla Turchia, c'è poco da fare: i climatizzatori, dopo un po', si sfasciano. A ripetizione. Un incubo, con questo inizio di giugno canicolare.
All'Atac si aspettavano il picco dei 33 gradi e oltre verso luglio, quando scatta l'orario estivo e circola una flotta notevolmente ridimensionata, circa mille bus. La metà di quelli teoricamente presenti nei garage. Invece dopo gli acquazzoni di maggio, ecco la famosa colonnina di mercurio schizzata oltre i trenta, in un periodo in cui la municipalizzata deve ancora assicurare un servizio a pieno ritmo. Insomma, le navette meno malconce devono marciare tutte. Senza sosta o quasi e soprattutto senza rimpiazzi. Risultato: una strage. Ieri, intorno alle tre di pomeriggio, circolavano appena 620 bus. Un crollo rispetto ai 1.070 che avevano lasciato le rimesse la mattina presto. Senza contare che il servizio ne prevedrebbe almeno 1.300, di regola.
MOSSA PER RISPARMIARE
Per evitare la beffa di pagare stipendi a vuoto, oltre al danno delle corse perse, l'Atac allora ha iniziato a mettere i conducenti in ferie. L'operazione è partita ieri e proseguirà fino a quando non andrà a regime il servizio ridotto dell'estate, salvo miglioramenti sul fronte aria condizionata. Del resto gli autisti non paiono lamentarsi, c'è gente che ha accumulato oltre 80 giorni di ferie arretrate tutte da smaltire. E anzi, le «mancate vacanze» sono state al centro di numerosi scioperi.
Restano i problemi per i passeggeri, costretti ad attese sterminate alle fermate, situazione già spiacevole nei giorni normali, un vero calvario a queste temperature. L'Atac sta provando a ridurre i danni e soprattutto ad evitare che qualche dipendente ne approfitti. L'altro ieri, l'11 giugno, è stato ordinato ai depositi di «distribuire su diverse linee» le vetture «segnalate per guasto all'aria condizionata», per «evitare la concentrazione» su alcune tratte. Col rischio, quindi, che siano soppresse. Gli autisti che rientrano in rimessa per guasto, «devono rimanere a disposizione fino a fine turno». E, soprattutto, «dopo le ore 18», quando l'afa si smorza un po', le navette devono marciare tutte e sarà segnalato «chi si rifiuta di riprendere servizio».
LE ACCUSE
Il Campidoglio intanto ha chiesto un report all'azienda sui guasti (se ne parlerà domani in Commissione Mobilità), mentre il Codacons ha annunciato un esposto alla Procura. Nel frattempo per rimpolpare le officine - svuotate in parte con i pensionamenti di Quota 100 - l'Atac ieri ha lanciato un concorso per reclutare 147 operai. Come già accaduto per i nuovi autisti, tutta la procedura sarà affidata a una società esterna, l'obiettivo è evitare altri scandali in stile Parentopoli. Le prove si svolgeranno già a luglio. Si va di fretta, qualche tecnico dell'aria condizionata in più potrebbe tornare utile.

Attese infuocate e ressa alle fermate: «In piedi per mezz’ora con 33 gradi»

In queste prime, vere giornate d’estate, mentre il termometro tocca i 33 gradi, le strade di Roma sono ancora più piene di turisti, ma anche di residenti e lavoratori. Molti per spostarsi usano i mezzi pubblici. Quasi tutti quelli che lo fanno si lamentano. Alla fermata dell’autobus di via del Tritone, due turiste inglesi di mezza età ieri si sfogavano guardando gli orari: «La situazione trasporti è molto confusa, siamo qui da un po’,ma non so se il nostro autobus passerà». Poco più avanti c’è una ragazza italiana: «Devo andare nel quartiere Trieste, sono qui da venti minuti. Gli autobus?Sempre in ritardo».
METRO CHIUSE Anche a piazza San Silvestro le persone che attendono alle pensiline sono tante, tra cui Francesco, sulla cinquantina. È seduto su un paletto stradale e quando gli si chiede dei mezzi pubblici comincia a ridere: «Sto aspettando l’autobus per Testaccio. Anzi, noi che viviamo in centro il problema lo avvertiamo meno, in periferia è molto peggio. Anche se adesso, con le fermate delle metro chiuse, viaggiare è più difficile, c’è molta più gente». Lina, 80 anni, sta aspettando il bus per Montagnola: «Èun miracolo che sia solo ad otto fermate da qui. Di solito, sopratutto la mattina verso le nove, aspetto anche 45-50 minuti. Adesso è arrivato pure il caldo. La gente è stanca». Ein effetti gli autobus sono pieni e le temperature sono alte. L’afa si fa sentire sia nelle lunghe attese sia nei viaggi sui mezzi pubblici.
IN TAXI C’è chi a un certo punto vira sul taxi. Qualche centinaio di metri più in là, a piazza Venezia, la situazione non è molto diversa. Anche qui gli autobus che passano sono pieni e le persone che aspettano tante. «Penso che andrò a piedi – dice Livio, sulla sessantina – Sto andando a piazza di Spagna. Non ci sono neanche i tabelloni con gli orari e non so quanto devo aspettare. Il mio autobus a volte passa dopo quindici minuti, altre volte invece sto qui mezz’ora e non si vede».

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