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Pescara, 20/04/2024
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Data: 17/06/2019
Testata giornalistica: Il giornale del Molise
Trasporti, i sindacati: La Regione ha ammesso che esiste un caso Molise. Ora vere proposte, o sarà battaglia

Mancata riforma del trasporto locale, monopolio del settore, pessima qualità dei servizi offerti agli utenti, sistema tariffario fermo agli anni 80, scarsa sicurezza per autisti e cittadini, stipendi e condizioni di lavoro tra i peggiori d’Italia. A riassumere tutti i punti dolenti del trasporto molisano sono stati i sindacati nazionali e regionali nell’incontro in prefettura a Campobasso. Stavolta non si poteva proprio più “bluffare” dicono Pasquale Giglio per FaisaCisal, Franco Rolandi per Filt-Cgil, Antonio Vitagliano per Fit-Cisl, Carmine Mastropaolo per UilTrasporti e Nicola Libertone per Ugl Autoferro, la Regione Molise ha finalmente ammesso le proprie responsabilità su una mancanza di pianificazione e di programmazione che ha interessato per decenni il settore del trasporto pubblico locale. Al tavolo anche i sindacati nazionali, intervenuti in via eccezionale proprio per perorare quello che tutti ormai definiscono “il caso Molise”. Il dirigente che rappresentava la Regione, in mancanza del presidente Toma e dell’assessore Niro, ha dovuto confermare quello che i sindacati stanno sostenendo da anni con dichiarazioni, denunce, scioperi e mobilitazioni. Ossia che il “caso Molise” esiste. Un elenco lunghissimo di problemi, che scaturiscono da quello principale, cioè la mancanza di una vera riforma del trasporto locale che impedisca quello che invece accade: da decenni le 29 imprese private operanti in Molise si spartiscono la “torta” del trasporto pubblico senza mai dover partecipare ad una gara per l’affidamento del servizio necessario a gestire i circa 12 milioni di km annui. Il Molise- ricordano i sindacati- per territorio e densità di popolazione, si potrebbe affidare ad un’unica impresa. Ci si è provato a liberalizzare il settore, dicono i sindacati, ma i tentativi sono falliti tutti miseramente e il sistema si regge esclusivamente in virtù di proroghe, in taluni casi ultraventennali, concesse alle 29 imprese operanti sul territorio. Una sorta di monopolio che genera a catena tutti gli altri problemi: pessima qualità del servizio riservata all’utenza, parco autobus tra i più vecchi a livello nazionale, nessuna voglia di fare investimenti. Ne consegue che i molisani ogni giorno viaggiano su pullman non sicuri, con 20 anni di km macinati nel motore, senza aria condizionata anche con 40 gradi esterni e fermate bus non in regola, specie per i disabili. E dulcis in fundo, ci sono i 400 autisti che lavorano in pessime condizioni retributive e normative. Basti ricordare Atm che da anni non corrisponde regolarmente lo stipendio ai dipendenti. La tregua durerà un mese, annunciano i sindacati, e nel frattempo si aspetta un tavolo concertativo con Regione, sindacati e parti datoriali. Ma dopo, sarà battaglia, su tutti i fronti.

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