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Pescara, 20/04/2024
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Data: 18/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Per le trivelle in Adriatico opposizioni contro D’Alfonso

L'AQUILA «Le modifiche (quelle apportate nella legge di stabilità; ndr) sono pienamente satisfattive rispetto alle domande referendarie poste», insomma inutile ricorrere contro l'esclusione dei referendum, scomodare la Cassazione, muovere monti e soprattutto mari. Perché i mari non si muoveranno, secondo Luciano D'Alfonso, e le trivelle resteranno ferme. Così la Regione Abruzzo si ritira dalla lotta referendaria contro le ricerche di idrocarburi nell'Adriatico e lo fa con una delibera di giunta che ha sollevato un polverone. Di forma e di sostanza. Perché di aderire ai referendum era stato deciso dall'intero consiglio regionale all'unanimità e, lamentano le opposizioni, solo il consiglio regionale, e non la giunta, poteva decidere passi indietro. E perché il pericolo delle trivelle in Adriatico non è certo cessato o meglio sembra scampato il pericolo diOmbrina, ma resta quello delle concessioni già autorizzate e che la legge di stabilità non ha fermato, come quella della Petroceltic che le trivelle è pronta ad azionarle proprio davanti alle coste di Vasto, Termoli e delle Isole Tremiti: 373 chilometri quadrati da sondare un miglio e mezzo più a largo di quanto stabilisce il limite della legge (12 miglia). Tanto più che, appena ieri, l'ad di Eni, Claudio Descalzi, in tv da Lucia Annunziata ha ribadito la necessità di sfruttare le risorse dell'Adriatico. «D'Alfonso non ce la fa a scegliere la tutela del territorio e della volontà dei cittadini -commenta SaraMarcozzi del M5S- e, con un ennesimo atto contro la democrazia, agevola il caro Renzi, al quale questo referendum proprio non andava giù». «Sulle trivellazioni in Adriatico -aggiungono Lorenzo Sospiri e Mauro Febbo di Forza Italia- D'Alfonso sembra non battere ciglio e continua a subire i dettami di Romae del premier Renzi a differenza dei suoi colleghi delle altre Regioni che sono sul piede di guerra». «Buone le intenzioni di D'Alfonso di fare una nuova norma -chiosa l'onorevole Fabrizio Di Stefano-, ma io avrei atteso prima di vederla, la norma, e poi avrei ritirato il ricorso».

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