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Pescara, 29/03/2024
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Data: 19/01/2016
Testata giornalistica: Prima da Noi
Pedaggi autostradali, D’Alfonso e la trattativa che metta tutti d’accordo. Il Governatore: «conciliare i diversi interessi in campo». I parlamentari: «uniti per difendere l’Abruzzo»

PESCARA. La sterilizzazione al 2%, per un congruo numero di anni, dell’aumento dei pedaggi. L’avvio di importanti e urgenti interventi di manutenzione, con la creazione di nuovi servizi a favore degli utenti abituali delle due arterie.

E’ la proposta del presidente della Regione Luciano D’Alfonso, intervenuto sabato mattina a Pescara, all’incontro con i parlamentari abruzzesi promosso da Cna-Fita e Federconsumatori.

Il 31 dicembre scorso sono stati firmati, di concerto tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, i Decreti Interministeriali che hanno adeguato le tariffe di pedaggio autostradale.

In Abruzzo, gli aumenti hanno riguardato la concessionaria che gestisce entrambi i tratti autostradali della regione: A24 ed A25.

E’ stato riconosciuto un aumento pari al 3,45%, con una maggiorazione rispetto alla media nazionale del 2,59%, a fronte di un aumento riconosciuto ad Autostrade per l’Italia pari al 1,09%.
L’aumento concesso a Strada dei Parchi S.p.a. è secondo solo a quello concesso a Satap Tronco A4 S.p.A. gestore della Milano-Torino, pari al 6,50%. Mentre le gran parte delle altre concessionarie italiane (20 su 27) non ha ottenuto aumenti.

Il Ministero dei Trasporti ha comunicato che per la Società Strada dei Parchi l’incremento deriva dalla necessità di riconoscimento della spesa per l’adeguamento della tratta Roma–Lunghezza (pari a km. 7,2 a fronte di un totale di chilometri in concessione di km. 281,4) e per il recupero di compressioni tariffarie operate negli anni precedenti, necessarie ad escludere incrementi eccessivi futuri.
Nell’arco temporale 2009-2015 gli aumenti di Strada dei Parchi sono stati pari al 39,43% a fronte di un aumento dell’inflazione del 9,00% a cui si va ad aggiungere l’ulteriore 3,45% del 2016. Arrivando così a una percentuale del 42,88%.

Sulla tratta Roma-L’Aquila il costo del pedaggio è aumentato complessivamente del 187% negli ultimi 13 anni, tanto da costare più del gasolio.

«Occorre avviare una trattativa su basi realistiche e certe, che tuteli le giuste aspettative delle imprese e dei pendolari, garantendo la sicurezza di chi viaggia, ma anche il legittimo interesse dei gestori delle autostrade per Roma a remunerare i propri investimenti» ha sintetizzato il Governatore nel proprio intervento.
Da parte loro, i parlamentari intervenuti all’incontro, hanno confermato il proprio sostegno alle ragioni di imprese del trasporto e pendolari, promettendo – seppure con diversi accenti, legati alle diverse posizioni di maggioranza o opposizione – l’avvio già nelle prossime settimane di una iniziativa comune, rivolta a governo e società di gestione, volta ad accogliere alcune delle richieste presentate da Cna-Fita e Federconsumatori e difendere le ragioni degli abruzzesi.

«Il problema ha ormai da anni superato la stretta dimensione locale, per diventare vicenda di rilievo nazionale» ha detto Gianni Melilla, proponendo anche una forte e visibile «iniziativa popolare» per sostenere le ragioni della protesta.

Da parte sua, Gianluca Fusilli, interpretando il pensiero dei colleghi presenti, «ha promesso una forte iniziativa sul governo e Strada dei Parchi, per arrivare ad una trattativa che sia in grado di soddisfare le regioni sollevate da imprese e consumatori». Sulla necessità di «intervenire intanto sulla sterilizzazione degli aumenti, che già gravano su imprese e pendolari, rinviando a un secondo momento il pur doveroso esame degli interventi strutturali» si è soffermato il pentastellato Gianluca Vacca.
La Cna ha fatto notare che secondo la “Relazione relativa alla Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali per l'anno 2014” del Ministero dei Trasporti al 2014 Strada dei Parchi, rispetto ad altre infrastrutture autostradali in concessione, presentava: un numero di rilevatori di nebbia pari a 0; un numero di rilevatori di ghiaccio pari a 0; una percentuale di stalli per veicoli pesanti in aree di servizio notevolmente inferiore al numero degli stalli di altre autostrade di montagna prese in esame (Autostrada del Brennero, Autostrada dei Fiori, Autocamionale della Cisa, Autostrada Torino-Savona);una percentuale di punti di rifornimento di benzina/gasolio nettamente inferiore rispetto alle altre tratte autostradali prese in esame.

E come non citare l’annosa assenza di distributori di carburante nel lungo tratto compreso fra i caselli Pescara e Carsoli;
Sempre secondo la “Relazione relativa alla Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali per l'anno 2014” del Ministero dei Trasporti 2014, da un punto di vista ambientale Strada dei Parchi risulta non aver prodotto energia da impianti fotovoltaici cosa invece fatta da Autostrada del Brennero, Autocamionale della Cisa e Autostrada Torino-Savona con notevoli risparmi sulle emissioni di CO2.
Da un punto di vista della certificazione di qualità Strada dei Parchi nel 2014 non ne risultava averne conseguita alcuna, a differenza di Autostrada del Brennero (ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001), Autostrada dei Fiori e Camionale della Cisa (ISO 9001)
«Crediamo che tali numeri debbano far riflettere sulla necessità che il Governo tramite il Ministero dei Trasporti solleciti Strada dei Parchi a raggiungere standard qualitativi, di sicurezza e di salvaguardia dell’ambiente almeno pari ad altri concessionari di tratti autostradali montani, quali quelli presi in esame nel nostro report», ha sottolineato la Cna che chiede una moratoria almeno triennale o quinquennale che fermi le continue richieste di aumento dei pedaggi autostradali che Strada dei Parchi S.p.a. presenta al Ministero dei Trasporti.

«Contestualmente, auspichiamo una sterilizzazione degli aumenti intervenuti per il 2016 con meccanismi compensativi per chi utilizza i tratti dell’A24 ed A25 per motivi professionali (autotrasporto, pendolarismo eccetera). Per ciò che concerne i servizi, auspichiamo l’introduzione nelle aree di rifornimento carburante anche di gas metano».

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