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Pescara, 19/04/2024
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Data: 20/01/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Mezzo milione di posti fissi in più. Inps: nel 2015 balzo dei contratti a tempo indeterminato. Renzi: «Assurde polemiche sul jobs act»

ROMA Jobs act e sgravi contributivi hanno avuto effetti positivi sull’occupazione, soprattutto quella stabile: tra gennaio e novembre 2015, infatti, sono stati stipulati oltre 2,1 milioni di contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni di contratti esistenti) a fronte di 1.525.000 «cessazioni» con un saldo positivo nell’anno di 584.000 posti fissi. Rispetto al 2014 quando il saldo fu positivo per 73.000 posti il dato è migliore di oltre 510.000 unità. Immediato il commento soddisfatto del premier, Matteo Renzi che ha sottolineato come i dati pubblicati oggi nell’Osservatorio Inps sul precariato dimostrino «l’assurdità delle polemiche sul jobs act». Se si guarda all’insieme dei nuovi rapporti di lavoro nel 2015 sono stati stipulati oltre cinque milioni di contratti (nel settore privato, senza considerare operai agricoli e lavoratori domestici) a fronte di 4.32 milioni di cessazioni. Rispetto al 2014 (+324.000 posti) il saldo è migliore di 356.000 unità. Ma il dato significativo resta quello delle assunzioni a tempo indeterminato che nel 2015 hanno usufruito in larghissima parte (il 57% del totale) dello sgravio totale dei contributi Inps (fino a un massimo di 8.060 euro). Lo sgravio per le assunzioni fatte nel 2015 è totale e triennale mentre nel 2016 si riducono sia la durata (due anni) sia la quantità dell’incentivo (40% dei contributi per un massimo di 3.250 euro annui). Oltre 1,15 milioni di nuovi contratti fissi (tra assunzioni e stabilizzazioni) hanno usufruito dell’esonero contributivo e c’è il rischio, paventato dai sindacati, che l’anno prossimo ci sia un rimbalzo negativo sulle assunzioni a causa della stretta sugli sgravi. «La crescita dell’occupazione è dopata dagli sgravi - sottolineano alla Cgil - Renzi sbaglia, la ripresa non c’è». La Uil parla di «metadone» e chiede al governo politiche che promuovano la crescita ad oggi «fragile, debole e a tempo determinato». La crescita delle assunzioni in questi 11 mesi si è concentrata al Nord. A fronte di un aumento delle assunzioni stabili a livello nazionale del 37% (escluse le trasformazioni) il Nord Est segna un +55,9% e il Nordovest un +46,4%. Il Sud segna un +21,2% mentre le Isole registrano un +14,6%. In pratica su 1,6 milioni di assunzioni stabili solo un terzo sono state stipulate nel Mezzogiorno, area nella quale già negli anni precedenti il 2015 erano in vigore sgravi contributivi.

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