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Pescara, 19/04/2024
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Data: 21/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il 730 precompilato senza le medicine. Rossella Orlandi avverte: le farmacie non hanno conservato tutti gli scontrini relativi agli acquisti di farmaci fatti nel 2015.

ROMA Nel 730 precompilato con cui gli italiani avranno a che fare questa primavera potrebbero non esserci le spese per le medicine. O meglio, potrebbero non esserci tutte, il che obbligherà i contribuenti a verificare ed aggiungere quelle mancanti. L’avviso è arrivato da Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, durante un’audizione alla commissione bicamerale sull’Anagrafe tributaria. Il problema nasce dal fatto che le farmacie non hanno conservato tutti gli scontrini relativi al 2015, e possono assicurare la regolarità delle operazioni solo a partire dal primo gennaio di quest’anno. Secondo Orlandi tutto ciò dipende da un «equivoco sul termine» nel quale sarebbero cadute le stesse farmacie. Queste però, attraverso la loro associazione di categoria, Federfarma, mettono invece l’accento sui ritardi dovuti agli adempimenti in materia di privacy. E proprio l’Autorità garante sulla privacy è stata protagonista di un botta e risposta con le Entrate, a proposito della possibile proroga della scadenza per l’invio dei dati relativi proprio alla spesa sanitaria. Insomma la situazione è un po’ confusa: pare ormai certo però che quella che doveva essere la grande novità della dichiarazione precompilata del 2016 non potrà essere sfruttata in pieno dai contribuenti. Era infatti previsto che ai dati già inseriti dall’amministrazione nei 730 dello scorso anno (relativi a immobili, retribuzioni, mutui, polizze assicurativi contributi per i lavoratori domestici), si aggiungessero proprio quelli che passano attraverso il sistema tessera sanitaria. Quindi relativi a visite mediche o accertamenti nell’ambito del servizio sanitario nazionale, ma anche a medicinali acquistati in farmacia. Il fatto è che i farmacisti hanno cominciato a predisporli per l’invio solo a partire dagli ultimi mesi dello scorso anno, e poi in modo regolare dall’inizio del 2016.
LA PRECISAZIONE Ora i dati del 2015 devono essere inviati all’amministrazione fiscale perché siano appunto inseriti nelle precompilate. Si sta valutando un rinvio di qualche giorno rispetto alla scadenza del 31 gennaio ma la stessa Orlandi ha fatto notare che siccome i cittadini hanno un mese di tempo per opporsi al trattamento di dati ritenuti sensibili, in caso di slittamento il mese inizierebbe a decorrere più tardi: con conseguente possibile ritardo di tutti i tempi dell’operazione, fino a quelli dei rimborsi per i cittadini. Questa spiegazione ha provocato una replica piccata da parte del Garante, che ha giudicato «ingeneroso» attribuire alla propria struttura la responsabilità dei ritardi. È seguita poi un’ulteriore precisazione dell’Agenzia delle Entrate, con la quale si spiega che nessuna colpa è stata data all’autorità che vigila sulla privacy.
A completare il quadro c’è la posizione dei commercialisti, che parlano a loro volta di gravi ritardi nella predisposizione del decreto attuativo in base al quale devono essere inviati altri dati, come quelli relativi alle spese funebri e a quelle universitarie.

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