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Pescara, 29/03/2024
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Data: 08/12/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Una cappa di smog soffoca tutta la città. Polveri sottili fuori limiti da quattro giorni, mercoledì il peggiore con valori record. Il Comune (per ora) non ferma il traffico. L'allarme dei medici: «L'esposizione al Pm10 aumenta i rischi di gravi malattie respiratorie»

PESCARA La città è da quattro giorni nella morsa dello smog. Da domenica a mercoledì scorsi (i dati di giovedì, ieri, non erano stati ancora resi noti dall'Arta), le polveri sottili non hanno dato tregua ai pescaresi. Tutte e tre le centraline della città hanno segnalato valori altissimi, ben oltre i limiti fissati dalla legge per la sicurezza della popolazione. Il giorno peggiore è stato mercoledì scorso e ora si teme che il trend fortemente negativo possa continuare per tutta la settimana.Ma, almeno per adesso, il Comune non ha annunciato misure per cercare di ridurre l'inquinamento. Non scatteranno, quindi, blocchi del traffico, come sta accadendo da alcuni giorni in alcune città del centro e del nord, tra cui Roma, Milano, Torino e in tutta l'Emilia Romagna.La situazione appare drammatica, anche se i meteorologi prevedono il ritorno del vento nei prossimi giorni in grado di spazzare via, almeno per un po', lo smog. Intanto, i pescaresi continuano a respirare l'aria inquinata. I primi segnali negativi delle polveri sottili fuori limiti sono apparsi già nella seconda metà di novembre. Ma, con l'inizio di questo mese le condizioni sono precipitate facendo registrare livelli altissimi sia per il Pm10, ossia le polveri con dimensioni fino a 10 micron, che per il Pm2,5, ancora più pericoloso del primo, in quanto le dimensioni sono inferiori a 2,5 micron e più facilmente inalabili.Sabato primo dicembre, i valori delle polveri sottili, già piuttosto alti nei giorni precedenti, hanno subìto un'impennata sfiorando il limite di sicurezza. Poi, è partita una raffica di superamenti, a cominciare da domenica scorsa 2 dicembre. Tutte e tre le centraline dell'Arta che monitorano la qualità dell'aria hanno segnalato valori altissimi. L'impianto collocato nella zona del teatro d'Annunzio, sulla riviera sud, ha registrato 52 microgrammi per metro cubo di Pm10, contro il tetto di 50 fissato dalla legge. La centralina di via Sacco, nel quartiere periferico di Villa del Fuoco, invece ha misurato 56 microgrammi. Si è fermato a 55 microgrammi il valore indicato dall'apparecchio della centralissima via Firenze. La qualità dell'aria è stata giudicata pessima dall'Arta in tutte e tre le zone. Nei giorni successivi, è stato un crescendo dei valori, con la sola eccezione del teatro D'Annunzio, dove lunedì scorso 3 dicembre, le polveri sottili sono scese temporaneamente fino a 47 microgrammi. Non è accaduto lo stesso nelle altre zone della città monitorate. In via Sacco, sono stati toccati 62 microgrammi per metro cubo; e in via Firenze, 53. Il peggioramento è proseguito anche martedì scorso 4 dicembre. Al teatro D'Annunzio, sono stati rilevati 55 microgrammi; in via Sacco, 63; in via Firenze, 60. Ma il giorno peggiore è stato mercoledì scorso 5 dicembre, quando la media del Pm10 registrata dalle tre centraline si è alzato ancora. Al teatro D'Annunzio, sono stati segnalati 57 microgrammi; in via Sacco, 58; e in via Firenze, 60.Per quattro giorni, dunque, la qualità dell'aria è stata giudicata pessima ovunque. Nelle altre città, come Milano, i Comuni hanno adottato misure di contenimento dell'inquinamento al quarto giorno di sforamento consecutivo dei limiti. Gli interventi hanno riguardato il traffico, con divieti di circolazione per le auto diesel classificate nelle categorie da Euro zero ad Euro 4 compreso, e gli impianti di riscaldamento, fissando un limite massimo di 19 gradi di calore.

L'allarme dei medici: «L'esposizione al Pm10 aumenta i rischi di gravi malattie respiratorie»

«Il superamento dei limiti delle polveri sottili per due giorni consecutivi comporta un aumento del rischio di mortalità per malattie respiratorie nei soggetti deboli pari a circa il 5 per cento». È l'avvertimento lanciato da Edoardo Bai (nella foto) componente dell'Isde, l'Associazione dei medici per l'ambiente. «Oltre a questo rischio», spiega il medico al Centro, «bisogna anche considerare gli effetti cronici dell'inquinamento da polveri, come ad esempio i tumori». Allarmante anche uno studio condotto dalla Asl di Bologna. «Un bambino che nasce oggi e che trascorrerà il resto della sua vita in una zona inquinata», dicono gli esperti dell'azienda sanitaria del capoluogo emiliano-romagnolo, «vivrà sei mesi in meno rispetto a un neonato più fortunato venuto al mondo in un posto dove l'aria è più pulita e si respira meglio». Del resto, avvertono gli esperti, studi epidemiologici confermati anche da analisi cliniche e tossicologiche, hanno dimostrato come l'inquinamento atmosferico abbia un impatto sanitario notevole. Quanto è più alta la concentrazione di polveri fini nell'aria, tanto è maggiore l'effetto sulla salute della popolazione. Gli effetti di tipo acuto sono legati ad un'esposizione di breve durata, uno o due giorni, ad elevate concentrazioni di polveri.

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