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Data: 11/12/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Macron si arrende: ira giusta, aumenterò gli stipendi minimi

PARIGI I gilets jaunes hanno portato le tv e le radio ai posti di blocco ieri sera per ascoltare la risposta di Emmanuel Macron alla loro rivolta.
Alle otto, il presidente si è rivolto alla Francia a reti unificate innanzitutto per condannare le violenze che nell'ultimo mese hanno portato ogni sabato rabbia, ma anche scontri, incendi e saccheggi a Parigi, e poi a Bordeaux, Tolosa, Marsiglia. «Dove si scatena la violenza, muore la libertà ha detto Macron Per questo la calma e l'ordine repubblicano devono ormai regnare, ho dato istruzioni al governo perché impieghi i mezzi necessari». Ma poi è passato a guardare negli occhi la Francia insorta contro le tasse, contro il caro vita, contro il disprezzo delle élite, contro di lui. A guardare negli occhi «la rabbia profonda che si è espressa: sento che è giusta e che può trasformarsi in un'opportunità». E arriva il mea culpa che tanti aspettavano: «So che ho potuto ferire con le mie parole. Ma se mi sono battuto per rivoluzionare il sistema politico, è perché credo più di tutto nel mio paese e lo amo. Sono convinto che possiamo trovare una strada per farcela, tutti insieme».
VISIBILMENTE DIMAGRITO
A metà del discorso, Macron passa alle misure concrete, la riposta alle mille rivendicazioni dei gilets jaunes. «Voglio decretare uno stato di emergenza economico e sociale», ha detto il presidente con tono grave, i tratti tirati, visibilmente dimagrito. A sorpresa il primo annuncio è quello che era stato escluso fino all'ultimo dalla ministra del Lavoro: Macron ha deciso di aumentare di 100 euro netti - subito, dal 2019 il salario minimo, lo Smic (che è ora di circa 1.200 euro netti per 35 ore di lavoro settimanali). «Vogliamo una Francia in cui si possa vivere dignitosamente», dice Macron. Poi continua: «Gli straordinari saranno defiscalizzati dal 2019». E ancora: «Chiederò a tutti i datori di lavoro che possono, di versare un premio di fine anno, anche questo esente da tasse e contributi». Risposta importante anche ai pensionati: sono annullati gli aumenti dei prelievi fiscali per le pensioni inferiori ai 2mila euro («è stato un sacrificio troppo grosso e ingiusto»).
In compenso Macron ha continuato a difendere l'abbattimento della patrimoniale per i più ricchi che, ha detto, sta cominciando a creare occupazione in tutti i settori. E poi uno sguardo avanti: annuncia l'apertura di un dibattito nazionale per cambiare tutto, annuncia una riforma elettorale che prenda in considerazione anche il conto delle schede bianche (grande richiesta dei gilets). Bisogna ora vedere come reagiranno i gilets jaunes. Molti sembrano voler continuare la protesta. A sinistra, Mélenchon denuncia «parole vuote» e fa appello «al quinto atto della rivoluzione, sabato prossimo». Molti invece si chiedono: come finanzierà Macron le sue misure? Potrebbero costare circa 10 miliardi. Restare sotto la soglia europea del deficit al 3% sarà impossibile.

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