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Data: 31/01/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Reddito e pensioni, prime grane. Al via al Senato con dubbi di costituzionalità su laurea e stranieri

Cambierà il decretone su reddito di cittadinanza e quota 100. Non solo perché M5s e Lega già fanno sapere di volere innestare alcune novità, nel percorso parlamentare del provvedimento di bandiera. Ma anche perché alla partenza dell'esame, in commissione al Senato, i primi nodi vengono al pettine. Ci sono dubbi di costituzionalità, avvertono i tecnici delle Camere, sia per le norme sul riscatto della laurea che per i paletti posti per il reddito agli stranieri, oltre a vari punti che andrebbero chiariti meglio, a partire dal numero di rinnovi previsti per il reddito. «Intanto iniziamo ad erogarlo, poi se i giudici diranno qualcosa si vedrà», si minimizza in casa M5S. La macchina del nuovo sussidio, fanno sapere, sta già lavorando a pieno ritmo per partire nei tempi e alle Poste sarebbero già in stampa 3 milioni di tessere, sulle quali sarà caricato il reddito. Le regole per ottenerlo prevedono che si debba essere residenti da dieci anni in Italia, gli ultimi due continuativi. Un tempo, ricordano i tecnici, che già è stato bocciato dalla Corte Costituzionale in più di una sentenza perché «irragionevole e arbitrario » e a rischio anche di violare la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. È il doppio degli anni necessari perché venga riconosciuto il permesso di lungo soggiorno, requisito per l'accesso al Reddito di inclusione che da aprile lascerà il passo al Rdc. Non va meglio per Quota 100, che nelle prime 48 ore ha registrato già circa 5mila richieste di uscita: in questo caso i tecnici non fanno osservazioni sull'impianto delle nuove norme per l'uscita anticipata (al minimo 62 anni di età e 38 di contributi) ma su alcune misure che le accompagnano, a partire dalle nuove previsioni per il riscatto agevolato degli anni passati all'Università. Per ora si consente un maxi- sconto ma con un doppio requisito: aver iniziato a lavorare dopo il 1996, ricadendo interamente nel sistema contributivo, e avere meno di 45 anni. È proprio il limite di età a sollevare i dubbi del servizio studi del Parlamento, perché non rispetterebbe il principio della «parità di trattamento». Peraltro non è ben specificato se chi non è under 45 possa riscattare la laurea con le regole già in vigore. Il nodo è tra quelli su cui la Lega ha già promesso un intervento, per ampliare la platea dei potenziali beneficiari fino ai cinquantenni. Altra modifica, in corso di valutazione, quella di portare oltre i 30mila euro la quota di anticipo del trattamento di fine servizio o rapporto per gli statali.

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