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Pescara, 19/04/2024
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Data: 02/02/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Marcozzi a Berlusconi: arrivi secondo. Il leader di FI riempie il Pala Becci a Pescara e attacca ancora i 5 Stelle. Ma la candidata presidente gli risponde subito

PESCARA«Silvio Berlusconi ha capito che il centrodestra in Abruzzo arriverà secondo e non riuscirà a mettere in difficoltà il M5S. Lo dimostra chiaramente dal momento che passa più tempo ad attaccare il M5S che a parlare del programma che il centrodestra ha presentato per la regione». È Sara Marcozzi, candidata alla presidenza della Regione del M5S, a rispondere alle accuse del leader di FI, che anche ieri, dal palco del Pala Becci, al porto turistico di Pescara, è tornato ad attaccare gli avversari a Cinquestelle, senza lesinare, tuttavia, qualche frecciatina anche al candidato dei civici e popolari, Giovanni Legnini. «Berlusconi», continua Marcozzi, «ha sempre avuto un modo colorito di esternare le sue idee politiche. Ormai non stupiscono più. Berlusconi è l'imprenditore che al governo ha dato vita ad Equitalia, che ha messo in ginocchio migliaia di italiani e di abruzzesi. Di danni ne ha fatti abbastanza. Noi siamo al fianco delle imprese e dei lavoratori». Ieri Marcozzi ha incontrato Luciana Ferrone, presidente di Cna Impresa Donna Abruzzo, insieme a tante donne imprenditrici abruzzesi, «una vera forza motrice per l'economia della nostra regione e per le nostre comunità. Donne che riescono a conciliare con sacrificio e abnegazione il ruolo di madre, moglie e lavoratrice e, molte di loro, gestiscono attività che sono veri e propri fiori all'occhiello per l'Abruzzo. Con grande orgoglio dico di essere dalla loro parte e spero di poterlo fare ancora di più, concretamente, da presidente di questa regione».E anche ieri Berlusconi non le ha mandate a dire, con lo stesso piglio del 1994, quando annunciò la sua discesa in campo per «fermare i comunisti». Persino l'influenza, subdola, che lo ha colpito a tradimento ieri mattina non è riuscita a fermarlo. Quattro compresse di paracetamolo, una folla delle grandi occasioni ad attenderlo, e polemiche nei confronti degli avversari politici, senza lesinare tuttavia qualche stoccata all'indirizzo di Matteo Salvini, - l'alleato o ex alleato, dipende dai contesti -, che continua a spendersi in Abruzzo per sostenere la candidatura a presidente di Marco Marsilio, sul palco con Berlusconi e il coordinatore regionale di FI, Nazario Pagano. «I 5 Stelle sono il peggio del '900», ha esordito, «non sono i comunisti da salotto come il Pd, loro sono i comunisti di strada con tutte le ricette dell'invidia sociale». Già in mattinata, ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital, aveva avuto modo di dire cosa pensa sull'argomento. «I 5 Stelle, rispetto ai comunisti del '94, hanno un'inesperienza e incompetenza molto pericolose per l'Italia. Il pericolo in questo momento è grave, ed è quello rappresentato da loro. La loro ideologia è quella per cui sono sceso in campo nel '94, e in più, molte loro decisioni sono determinate da quell'invidia sociale nei confronti di tutti coloro che con il lavoro e il sacrifici si sono fatti una posizione di benessere». Dal palco pescarese Silvio Berlusconi ha anche rilanciato la sua candidatura alle elezioni europee, «perché il nostro Paese corre un pericolo molto grave. Il Movimento cinque stelle è una forza politica moderna nell'uso degli strumenti di comunicazione, ma vecchissima nelle idee e nelle proposte». E poi l'affondo sul competitor Legnini. «Ho sentito Legnini dire che ha probabilità di vittoria. Vi dico io, non è così. Se non vinciamo noi con Marco Marsilio vincono i 5 Stelle. Ho un sentimento quasi di certezza», ha detto riferendosi all'esito delle elezioni del 10 febbraio in Abruzzo, e alle europee di maggio. «Serve un'Europa forte, che unifichi politica militare ed estera, in grado di tornare grande potenza capace di decidere con le altre i destini del mondo. Altrimenti, ci sarà solo l'Impero cinese, che ha un sistema di valori opposti a quelli dell'Occidente». Berlusconi ha parlato di «sfide anche militari, in futuro» rispetto alle quali «nessuno può vincere da solo». e ha concluso mettendo in guardia dall'espansionismo cinese in Africa: «Manderanno 300 milioni di cinesi a conquistarla, e già oggi dominano una buona parte delle infrastrutture del Continente».

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