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Data: 07/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, valzer ai vertici si dimette il direttore della manutenzione

Mentre mancano ormai solo cinque giorni alla scadenza del bando per candidarsi alla poltrona di direttore generale, nell’organigramma dell’Atac si libera all’improvviso una casella chiave. Il 31 dicembre scorso infatti si è dimesso Pietro Spirito, ex direttore della Produzione e dell’Ingegneria, a capo quindi della macchina che gestiva tutti gli investimenti e la manutenzione degli impianti, uno dei settori chiave per l’azienda dei trasporti capitolini.
LE POLEMICHE
Assunto nel 2011, il nome di Spirito ha guadagnato una certa popolarità negli ultimi mesi perché finito al centro di una polemica sul suo doppio incarico alimentata da alcuni esponenti del Pd. Spirito infatti, oltre a essere dirigente dell’Atac con un contratto da 100mila euro l’anno, ricopre anche il ruolo di presidente dell’Interporto di Bologna. E così negli uffici della municipalizzata capitolina dei trasporti, finiva per trascorrere solo 2 giorni e mezzo a settimana. Il resto lo passava a 300 chilometri dal Raccordo anulare, nel capoluogo emiliano, per occuparsi di una delle piattaforme logistiche e intermodali più grandi d’Europa. Lui si è sempre difeso: «Il doppio incarico è stato concordato con i vertici di Atac, non a caso ho accettato di guadagnare la metà dello stipendio». Quanto alla decisione di rassegnare le dimissioni, spiega: «Ho ricevuto altre proposte di lavoro e le ho accettate».
IL CONGEDO
Andrà a fare il responsabile della bonifica e della riqualificazione urbana di Bagnoli-Caroglio, per conto di Invitalia, l’agenzia del governo che si occupa dell’attrazione degli investimenti e dello sviluppo d’impresa. Sul suo addio all’Atac, sostiene Spirito, «non hanno pesato le polemiche delle ultime settimane. Semplicemente: sono un professionista, ho ricevuto un’altra proposta e l’ho accettata. Tutto qui. Chi ha sollevato quelle calunnie nei miei confronti, ne risponderà in tribunale dato che ho già sporto querela». Ma nei giorni del congedo, Spirito lancia anche un j’accuse nei confronti della municipalizzata: «Si tratta di un’azienda instabile e quindi estremamente difficile da gestire. Pensiamo solo ai vertici: cambiano ogni due anni, a volte anche meno, così è impossibile fare progetti seri».
LA SELEZIONE
Per una casella che si libera, c’è n’é un’altra che va riempita in tempi stretti. Lunedì prossimo, l’11 gennaio, scade il bando per selezionare il nuovo direttore generale, il super manager che dovrà affiancare l’amministratore unico, Armando Brandolese, sulla tolda di comando della partecipata dei trasporti. In pole resta sempre Marco Rettighieri, che ha già lavorato con il commissario del Comune, Francesco Paolo Tronca, in qualità di direttore di Expo. Al momento però, da quanto filtra, Rettighieri non ha ancora presentato la sua candidatura. Sta facendo le sue valutazioni, dice chi lo ha sentito nelle ultime ore. Per farsi avanti aspetterà fino all’ultimo.
Un’altra nomina invece fa già discutere in Atac. È quella di Giuseppe Alfonso Cassino (stipendio da 200mila euro l’anno), nominato con un ordine di servizio del 28 dicembre 2015 alla Direzione ingegneria e coordinamenti internalizzazioni. Un incarico subito cancellato, il 3 gennaio, dato che in azienda si sono accorti che il contratto del manager era ormai in scadenza, a febbraio 2016. E così, con il primo ordine di servizio dell’anno nuovo, è stata ufficializzata la marcia indietro: Brandolese ha deciso di assumere «ad interim» il nuovo incarico e ha annullato la nomina.

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