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Pescara, 19/04/2024
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Data: 10/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, stretta sui manager e addio alle società inutili. Venerdì l’approvazione dei primi dieci decreti di attuazione della riforma Madia.

ROMA Dimezzamento dei tempi per le pratiche legate alle opere strategiche. Multe e bollette pagate con il cellulare. Riduzione delle Camere di commercio, che passeranno dalle attuali 105 a massimo 60, e Conferenze dei servizi in formato telematico, con riunioni via web e scambio di documenti online. E poi ridimensionamento delle società partecipate e dei Consigli di amministrazione che le guidano, con tanto di taglio alle buste paghe dei manager.
Dopo mesi di annunci e rinvii, si avvicina il via libera del primo maxi-pacchetto di decreti per la riforma della Pubblica amministrazione. Venerdì 15 gennaio sembra essere il giorno giusto. Il Consiglio dei ministri, salvo ripensamenti dell'ultimo momento, si prepara ad esaminare una parte dei provvedimenti previsti dal disegno di legge a firma Marianna Madia. Il ddl, approvato ad agosto scorso dal Parlamento, prevede la stesura di circa 20 leggi attuative, tra decreti e regolamenti, per il restyling dell'amministrazione pubblica. Testi di cui si parla da settembre, ma dei quali fino ad ora sono circolate solo bozze. I decreti dati per certi sarebbero dieci, a cui si aggiungerebbe il cosiddetto “taglia leggi”, il primo decreto Madia a completare l'iter parlamentare, che attende l'approvazione definitiva e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
LE AZIENDE PARTECIPATE
I restanti decreti Pa, tra i quali la riforma del lavoro statale con le nuove regole sui licenziamenti, il riordino dei processi della Corte dei conti, la carta di circolazione unica per le auto e la vigilanza sulle agenzie fiscali (come le Entrate e le Dogane), verranno approvati entro la fine dell'anno.
Tra i decreti più importanti quelli sul capitalismo pubblico. Due provvedimenti che viaggiano in parallelo per ridimensionare le spa statali e locali: uno imporrà nuove regole per tagliare drasticamente le società partecipate inefficienti e, un altro, riformerà i servizi pubblici locali. Si tratta di 7.767 aziende, almeno stando a quelle attive, secondo gli ultimi dati dell'Istat. E che già il prossimo anno potrebbero essere dimezzate con la conseguente riduzione dei consigli di amministrazione.
Con il primo decreto verrà imposto alle amministrazioni una ricognizione delle partecipazioni possedute. Entro un anno e mezzo dovranno essere eliminate quelle non strettamente necessarie o con più amministratori che dipendenti. Chiuderanno in automatico le aziende che, per 3 anni consecutivi, abbiano registrato un fatturato medio sotto un milione di euro o che abbiano forma giuridica diversa da srl o spa (come i consorzi). Norme più severe anche per i manager: sarà Palazzo Chigi a decidere i futuri tetti stipendiali dei vertici, che dovranno dire addio a buone uscite e premi se i risultati economici non saranno positivi.
L'altro decreto ritoccherà i servizi di gestione di acqua, trasporti, farmacie, rifiuti, energia e gas che dovranno essere condivisi tra più enti locali. L'obiettivo infatti è quello di accorpare le municipalizzate: ai Comuni che aggregheranno i servizi il governo riserverà premi economici e flessibilità nell'utilizzo delle risorse. Un incentivo per liberarsi dei carrozzoni dannosi in termini di sperpero di risorse pubbliche. Sempre sul fronte del taglio alla spesa, alcune norme potrebbero riguardare le amministrazioni inutili, portando alla chiusura di organismi doppioni o micro realtà.
SEMPLIFICAZIONI
Con la prima tranche vedrà la luce anche il decreto sulla digitalizzazione. Ogni cittadino, in meno di un anno, avrà il proprio “domicilio digitale”, un recapito elettronico, come l'email, con cui potrà comunicare con le Pubbliche amministrazioni. Sempre la prossima settimana arriverà il regolamento che taglierà i tempi delle procedure amministrative: 50% in meno per opere pubbliche e insediamenti produttivi rilevanti.
Il dimezzamento riguarderà diverse pratiche che oggi hanno termini fissati tra i 30 e i 180 giorni (si dovrebbe quindi passare a 15-90). E ancora: la riforma Madia ridurrà da cinque a quattro le forze di polizia (con l'assorbimento di circa 7mila forestali nei Carabinieri), rafforzerà il coordinamento tra le capitanerie di porto e la Marina militare e introdurrà nuove norme sulla trasparenza per l'accesso agli atti della Pubblica amministrazione, con il Freedom information act.

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