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Data: 11/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, Boeri rilancia la flessibilità: «La Ue può dire sì». Ora però sta all’Unione riconoscere la flessibilità, indispensabile alla crescita.

Dopo anni di rinvii, il leader rivendica le riforme istituzionali in dirittura d’arrivo.

ROMA Tito Boeri prova a rilanciare l’idea di pensioni più flessibili. Dopo l’entrata in vigore della legge di Stabilità, che contiene solo minimi ritocchi alle attuali regole di uscita, il presidente dell’Inps - intervenendo su Sky Tg 24 a l’Intervista di Maria Latella - ha sostenuto di nuovo la necessità di permettere ai lavoratori di andare a riposo in anticipo rinunciando ad una parte del trattamento previsto e di favorire per questa via l’occupazione giovanile. Il nodo, delicato sotto il profilo dei conti pubblici, potrebbe essere sciolto secondo Boeri proprio nell’ambito dei margini di flessibilità che l’Italia può ottenere dall’Europa, rispetto ai vincoli di finanza pubblica: un po’ di spesa in più subito in cambio di bilanci sicuramente sostenibili nel tempo.
Infatti l’allentamento degli attuali requisiti fissati con la riforma Fornero provocherebbe certamente nell’immediato una maggiore spesa previdenziale, in corrispondenza del maggior numero di persone che smettono di versare contributi e iniziano a percepire una pensione. Nel medio-lungo periodo però questo aggravio sarebbe compensato dal minore importo dei trattamenti in pagamento.
I VINCOLI
La preoccupazione della Ue, ha ricordato il numero uno dell’Inps, «è che la flessibilità nella gestione del bilancio sia sostenibile». Allora «bisognerebbe chiedere di avere questa flessibilità per finanziare nell’immediato la maggior uscita flessibile verso il pensionamento a condizioni che siano sostenibili». Dunque, è la conclusione, «quelli che vogliono uscire, pur rinunciando ad un pezzo delle loro pensioni, lasciamoli uscire, perché questo favorirà l'ingresso di nuovi giovani».
Ma Boeri ha affrontato anche Sul fronte del mercato del lavoro però, Boeri promuove a pieni voti il Jobs act e, anzi, si dichiara ottimista sui suoi effetti nel prossimo futuro. »I dati che abbiamo raccolto - afferma - dimostrano un forte incremento delle assunzioni fin da subito con contratti a tempo indeterminato e mi aspetto che nei dati di novembre e dicembre ci sarà un'ulteriore impennata«.
LA BUSTA ARANCIONE
Ma se è vero che quello del lavoro, soprattutto per i giovani, è sicuramente una priorità, la vera emergenza sociale in Italia è sono i poveri e gli over 55 che perdono lavoro: perchè »la povertà è aumentata molto«, spiega Boeri. E con le salvaguardie ci sono persone che prendono una pensione da 6-10 mila euro al mese e »questo ci dice che quel meccanismo non funziona bene. In Italia manca un sistema di assistenza sociale di base come negli altri Paesi«.
E le cosiddette buste arancioni, ovvero le informazioni sul futuro previdenziale, tanto pubblicizzate e mai arrivate in forma cartacea nella casella della posta degli italiani? «C'era un emendamento - ha spiegato Boeri - e per due volte qualcuno nel Parlamento ci ha fatto lo sgambetto di toglierci queste due righe», che avrebbero dato l'ok ad un semplice spostamento di risorse Inps alla voce “spese postali”. Poi il presidente si è tolto il sassolino dalla scarpa. «Voci dicono che sia stato fatto perché noi abbiamo proposto di tagliare i vitalizi, se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo».

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